Simon Reynolds, fra i più grandi critici musicali contemporanei, aggiunge con “Polvere di stelle” un altro tassello al suo affresco della storia della musica, dedicandosi al glam rock, dagli anni ’70 fino Lady Gaga, passando per i Queen e David Bowie

Con Polvere di stelle (Minimum Fax, traduzione di Michele Piumini) Simon Reynolds, uno dei più importanti critici musicali contemporanei, inventore del termine “post-rock“, dopo aver raccontato la scena pop degli anni duemila e il suo legame col passato in Retromania, e l’evoluzione della scena punk in Post punk 1978-1984, aggiunge un altro tassello al suo affresco sulla storia della musica, raccontando l’universo musicale del glam rock, dai suoi inizi negli anni ’70, alle sue varie sfumature, fino alle influenze che ancora esercita sugli artisti contemporanei, da Lady Gaga a Marilyn Manson.

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Da Marc Bolan ad Alice Cooper, da Gary Glitter a Lou Reed, dai Roxy Music ai New York Dolls, da Wayne County ai Queen, dagli Ultravox ai Kraftwerk, dal Rocky Horror Picture Show a L’uomo che cadde sulla Terra, senza dimenticare un’esauriente panoramica sugli strascichi del fenomeno: Johnny Rotten, Kate Bush, Grace Jones, Prince, Madonna, Marilyn Manson, Lady Gaga e Kanye West, per fare solo alcuni nomi. A farla da padrone è però David Bowie. Concepito e scritto quasi interamente prima del 2016, Polvere di stelle è stato rivisto e arricchito in seguito alla scomparsa del Duca.

Simon Reynolds ripercorre la traiettoria personale e artistica di David Bowie a cavallo tra Inghilterra e Stati Uniti – non a caso i due paesi d’origine del glam rock – con la vertiginosa e straordinaria profondità analitica di cui è maestro, senza tentazioni agiografiche ma con la passione di un fan sconvolto dalla sua morte improvvisa. Ancora una volta la musica è utilizzata come lente per leggere i periodi storici, tracciando nessi spesso coraggiosi tra le forme artistiche più disparate: Oscar Wilde diventa così il “profeta del glam“, mentre l’ascesa del rock parodico negli anni Settanta rientra nel concetto di “maniera” delineato da Oswald Spengler nel Tramonto dell’Occidente.

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