Negli ultimi 25 anni la Russia ha perso l’82% delle librerie (sia indipendenti, sia di catena). Ora arriva il piano di salvataggio della Duma… – I dettagli

Come racconta il sito del Giornale della Libreria, negli ultimi 25 anni (dal 1990 ad oggi) la Russia ha perso l’82% delle librerie (sia indipendenti, sia di catena). Si è infatti passati da 8.500 a 1.500 punti vendita.

Le librerie sono quasi scomparse “soprattutto nelle zone rurali e nelle piccole cittadine di provincia”. Tra le cause di questa “strage” culturale c’è il caro-affitti (problema ben noto anche ai librai italiani). La novità è che la Duma ha “annunciato il lancio di un piano di salvataggio per le librerie indipendenti che in prima battuta agirà proprio sugli affitti”. Piano sostenuto, tra l’altro, da Sergei Stepashin, presidente della Russian Book Union (Rcu).

Va però anche ricordato che nella Russia di Putin, nel mondo del libro e in generale dei media, un tema controverso, ma poco raccontato, resta quello della presunta censura (e in alcuni casi sarebbe meglio parlare di auto-censura).

Il Giornale della Libreria cita anche una recente ricerca, secondo cui in Russia “il libro di carta resta il preferito dai lettori russi (solo il 9% dei lettori dichiara di aver letto su e-book) e l’acquisto nei punti vendita fisici si conferma la modalità prediletta per procurarsi le proprie letture (il 22% acquista nelle librerie, il 7% dichiara di usare le biblioteche e solo il 2% acquista dal Web)”.

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