Non è vero che non esistono chitarriste e bassiste brave, ci sono eccome, solo che non se ne parla molto. “She Shreds” è una rivista dedicata alle musiciste, e mira a sradicare (o meglio, “to shred”, ridurre a brandelli) i luoghi comuni sulle donne nel mondo nella musica…

Si torna a parlare di progetti editoriali femministi, che sono sempre più numerosi e curati, dalle newsletter alle riviste. Questa volta è il turno di She Shreds, la rivista che mira a sradicare (o meglio, “to shred“, ridurre a brandelli) i luoghi comuni sulle donne nel mondo nella musica.

Arrivata ormai al suo sedicesimo numero su carta, She Shreds è seguita su Instagram da più di 60mila follower: la maggior parte sono donnemusiciste – di età compresa tra i 21 e i 35 anni, con una preferenza per la chitarra elettrica.

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Ma perché She Shreds è così interessante? Non solo è un magazine dai contenuti  innovativi (sul sito si trova di tutto, dagli articoli, alle esercitazioni online, ai disegni dei modelli di chitarra realizzati da Saint Vincent per i corpi delle donne), ma anche perché la musica è spesso stata dominata dagli uomini. La scelta di rendere protagoniste le musiciste è quindi un modo per andare contro una certa cultura maschilista e soprattutto per fare luce su una realtà ancora poco conosciuta: non è vero che non esistono chitarriste e bassiste brave, ci sono eccome, solo che non se ne parla molto.

La fondatrice e redattrice, Fabi Reyna, ha iniziato a lavorare a She Shreds fin dai tempi del liceo; inizialmente era nato come un festival musicale (Shredfest) a Portland, in Oregon, e poi si è trasformato in una rivista.

In un’intervista con il Guardian Reyna ha sottolineato che l’obiettivo del progetto è far capire che la musica non ha sesso e che l’immagine del musicista maschio ha condizionato e limitato le musiciste donne in vari modi: “La maggior parte delle riviste di chitarra riconosce a malapena le donne come lettori o interpreti. Mentre ce ne sono altre, come Guitar World, in cui appaiono foto di donne seminude abbracciate a una chitarra, ma non viene mai scritto un articolo che parli del loro talento, o della loro musica”.

Reyna ha aggiunto che, proprio a causa degli stereotipi, anche quando una musicista gode di una grande popolarità, non le viene riconosciuto il ruolo di chitarrista: “Sto pensando ad Amy Winehouse, che ha debuttato come chitarrista e cantante jazz. È sempre stata vista solo come una fantastica cantante, ma in realtà ha registrato metà delle parti della chitarra nel suo album”. 

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In molti casi, infatti, le donne musiciste non vengono considerate. Un esempio? Quanti annoverano la star gospel degli anni ’30 Rosetta Tharpe tra le migliori chitarriste della storia?

Lo scopo di She Shreds, quindi, non è tanto dimostrare che le donne possono fare quello che fanno gli uomini (in questo caso suonare la chitarra e il basso), ma raccontare quante musiciste ci sono state e continuano a esserci ancora oggi: basta solo farci caso.

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