Dopo che “Storie della buonanotte per bambine ribelli” è diventato un bestseller mondiale (e un caso editoriale), Elena Favilli e Francesca Cavallo hanno comunque deciso di ripuntare sul crowdfunding per la realizzazione del secondo volume, che sarà accompagnato da un podcast a puntate. Su ilLibraio.it le due ideatrici del progetto motivano la scelta. Nell’intervista parlano, tra le altre cose, di “rivoluzione nei contenuti e nei meccanismi dell’editoria e dei media”

Il successo, numeri alla mano, di Storie della buonanotte per bambine ribelli, da mesi tra i libri più venduti in Italia e tradotto in 30 lingue, è nato grazie a una riuscita operazione di crowdfunding.

A finanziare il primo volume sono stati ben 13.454 sostenitori provenienti da 75 paesi. Così, per realizzare Good Night Stories for Rebel Girls 2, le giovani ideatrici, Elena Favilli e Francesca Cavallo, che nel 2012 hanno fondato a San Francisco l’ormai ex startup Timbuktu Labs, hanno deciso di riaffidarsi a una raccolta fondi, che sta andando avanti con successo, sempre su Kickstarter (da cui sono tratte le immagini, ndr).

L’obiettivo è doppio: realizzare un nuovo libro illustrato, con 100 nuove storie (tra cui quelle della regina egizia Nefertiti e della popstar Beyonce), e associarlo a un podcast a puntate. Nel secondo volume (che vede protagoniste ben 70 diverse illustratrici) ci sarà tra l’altro spazio anche per una mappa, per giocare con la provenienza delle singole eroine.

Bambine ribelli kickstarter
Così verranno utilizzati i fondi raccolti (da Kickstarter)

Nei mesi scorsi, come spesso capita ai volumi più venduti, il primo libro ha aperto un dibattito e non sono mancate le critiche (ne abbiamo scritto qui). In attesa di capire come verrà accolto il secondo, ci siamo chiesti come mai, dopo che Storie della buonanotte per bambine ribelli è diventato un bestseller internazionale, Elena Favilli e Francesca Cavallo hanno comunque sentito la necessità di affidarsi ancora al crowdfunding, chiedendo ulteriori fondi. Abbiamo quindi chiesto loro di chiarire questo aspetto: “È molto comune, per progetti che hanno lanciato campagne di successo, tornare su Kickstarter per lanciare sequel, evoluzioni, o espansioni dello stesso progetto o prodotto. E lo è per una serie di motivi”, argomenta Favilli interpellata da ilLibraio.it: “La cosa più preziosa che una campagna Kickstarter permette di costruire è una comunità di early adopters, nel nostro caso lettori, con cui puoi continuare a sviluppare nuovi progetti in costante dialogo”. Favilli fa un esempio: “Radiotopia è tornata tre volte su Kickstarter per lanciare nuove stagioni dello stesso podcast, ‘99% Invisible’, e poi un intero network radio. Ogni volta raccogliendo più soldi di quella precedente, perché la comunità cresce con il crescere dei progetti e delle ambizioni“.

Secondo la co-fondatrice di Timbuktu Labs, inoltre, “la comunità che si crea intorno a un progetto su Kickstarter è interessato al viaggio tanto quanto al prodotto finale. Non vuole semplicemente acquistare un libro quando è in libreria o su Amazon, vuole partecipare alla costruzione di quel libro, dare consigli su quali storie mettere, quali artisti coinvolgere, quali espansioni lanciare…”. Si tratta “essenzialmente di un pubblico diverso rispetto a quello che poi acquisterà il libro in libreria, e che quindi va trattato in modo diverso”.

storie della buonanotte

Per Elena Favilli, e qui torniamo alla nostra domanda iniziale, “chi compra su Kickstarter non si chiede ‘come mai stanno chiedendo altri soldi se ne hanno già raccolti così tanti?’, perché gli è molto chiaro l’orizzonte più ampio che stai cercando di tratteggiare. Non comprano semplicemente un libro, finanziano la crescita di un progetto più ampio in cui credono e delle persone che ci stanno dietro“. E ancora: “Nel nostro caso, per esempio, finanziano direttamente la crescita di un team che è passato da 2 a 10 persone in meno di un anno e che sta lavorando per ridefinire i confini dell’editoria tradizionale”.

Questo è un passaggio importante, che porta a interrogarsi sul ruolo degli editori nell’era di internet. In un certo senso, quella portata avanti con Storie della buonanotte per bambine ribelli può in parte essere considerata un’operazione di disintermediazione. A questo proposito, Favilli sottolinea: “Non va dimenticato che Timbuktu negli Stati Uniti resta l’editore indipendente di Good Night Stories For Rebel Girls (in Italia, invece, è stato un editore ‘tradizionale’ come Mondadori a proporlo, ndr), con il controllo dell’intero processo, dall’ideazione alla consegna nelle mani dei lettori“. Svela la co-fondatrice del progetto: “Abbiamo rifiutato un anticipo di un milione di dollari (soltanto sul primo libro) da uno dei più grandi editori americani per mantenere questa indipendenza e continuare a costruire progetti di alta qualità con un team che incarna gli stessi valori di diversità, rispetto, e inclusione del nostro libro“. Come la stessa Favilli ammette, “abbiamo sempre pensato a questo libro come all’inizio di una rivoluzione nei contenuti e nei meccanismi dell’editoria e dei media”. E anticipa: “Questa non sarà certamente la nostra ultima campagna di crowdfunding, siamo appena all’inizio…”.

Elena Favilli e Francesca Cavallo

Elena Favilli e Francesca Cavallo

Torniamo alla campagna in corso che è, “prima di ogni altra cosa, una campagna di pre-vendite”; per Favilli questo significa che “non serve soltanto al primo giro, quando non hai i soldi per cominciare; serve, allo stesso modo, quando vuoi rilanciare e testare nuove espansioni. In questa campagna, infatti, non abbiamo annunciato soltanto il volume 2, ma anche la prima stagione del nostro podcast, che abbiamo sempre considerato un’estensione naturale del libro e che ci consentirà di sperimentare un tipo di narrazione di cui siamo molto appassionate, e di rendere le nostre storie ancora più accessibili”.

Infine, il messaggio alla base del progetto: “Quella per la parità dei diritti e delle opportunità tra uomini e donne è la nostra battaglia di vita, non solo professionale. Il fatto che un libro come questo venga tradotto in turco, in arabo, in cinese, in vietnamita… e arrivi in paesi in cui le bambine e le donne hanno ancora più bisogno di sentire questo messaggio, è la cosa che ci dà più gioia in assoluto. Alcuni dei nostri lettori più appassionati vengono dalla Turchia e dall’Iran… Come hanno scritto in molti, questo libro è molto più di un libro, è un oggetto magico che sta dando forza a centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo”. In questo contesto, “una campagna di crowdfunding permette di amplificare, estendere e dare ancora più forza a questo messaggio”.

 

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