Intervista a Susanna Clarke autrice di Jonathan Strange & il Signor Norrell ISBN:8830421324

All’inizio dell’Ottocento, della magia inglese rimangono quasi soltanto leggende come quella di Re Corvo, il grande mago capace di fondere la sapienza delle fate con la ragione umana. Ma dalle regioni del Nord un tempo visitate dagli elfi e folletti appare il signor Norrell, capace di far parlare le statue della cattedrale di New York: la notizia sembra segnare il ritorno della magia in Inghilterra, e Norrell si trasferisce a Londra per offrire i suoi servizi magici al governo, impegnato nella guerra contro Napoleone. Ma una profezia parla di due maghi che faranno rinascere la magia inglese. Uno dei due maghi è Norrell. E l’altro chi è? Entra in scena Jonathan Strange, un giovane mago affascinante e arrogante, che diventa allievo di Norrell. Insieme i due stupiscono il Paese con prodigi strabilianti, ma presto tra loro germoglia la rivalità: se la natura di Norrell rimane riservata e schiva, Strange è invece attratto dalla magia più estrema e pericolosa. Affascinato dalla misteriosa figura di Re Corvo, si dedica a un avventato recupero delle antiche arti magiche, arrivando a mettere a rischio ciò che ha di più caro. Abbiamo intervistato l’autrice.

D. Jonathan Strange & Il Signor Norrell è un romanzo complesso e ricco di personaggi molto verosimili e al tempo stesso affascinanti. Quanto tempo ha impiegato a scriverlo? E come si può tenere a bada un numero di pagine così elevato?

R. Ho dedicato ben dieci anni della mia vita alla stesura di questo romanzo. Ho iniziato a lavorarci in maniera impulsiva, scrivendo di getto e senza un pregresso di studio. Ma ben presto mi son dovuta fermare e alternare fasi di scrittura vera e propria a momenti di ricerca storica. Le note, per esmpio – che si compongono all’interno della narrazione fino a diventare, talvolta, una sorta di storia indipendente dal romanzo vero e proprio -, sono frutto di un lavoro lungo e minuzioso, che nasce da una mia particolare attenzione ai dettagli. Lavorare a questo progetto per un periodo di tempo così lungo mi ha portato a un’alternanza tra momenti di grande entusiasmo e periodi di profondo sconforto, durante i quali più di una volta ho pensato di abbandonare tutto, perché avevo paura di non essere in grado di arrivare a scrivere la parola “fine”. Ma ora, arrivata fin qui, mi considero ampiamente ripagata di tutti i momenti difficili degli scorsi anni.

D. Si è ispirata a personaggi realmente esistiti?

R. Nel mio romanzo ci sono molti elementi “reali”: l’ambientazione, la storia, il tipo di linguaggio si riferiscono al XIX secolo. I protagonisti, invece, sono di pura fantasia. Ricordo che il personaggio di Strange l’avevo dipinto nella mente già da tempo: mi era apparso in una sorta di visione una sera, prima di addormentarmi. In realtà cominciai a lavorare al libro alcuni anni dopo.

D. A che tipo di pubblico pensava di rivolgersi quando ha scritto il romanzo?

R. Se devo essere sincera quando scrivevo non ho mai pensato concretamente ad un tipo di target a cui fare riferimento. Ho sempre scritto solo per me stessa. Ora che mi viene posta questa domanda direi che il pubblico più adatto al mio romanzo è un pubblico adulto, soprattutto per il tipo di linguaggio che utilizzo. Ciò non toglie che Jonathan Strange & il Signor Norrell possa piacere anche ai ragazzi, anzi, ne sarei felice. Pensi a Il Signore degli anelli, o ai romanzi di Charles Dickens: sono nati come libri per adulti ma sono stati amati da intere generazioni di ragazzi.

D. Quali sono gli autori che l’hanno ispirata? E quelli che preferisce?

R. C. S. Lewis, Ursula K. Le Guin e John Tolkien sono gli autori che mi hanno iniziato alla lettura e all’amore per le storie di magia. I miei scrittori preferiti, che sono anche le mie maggiori fonti di ispirazione ora che scrivo a mia volta, rimangono Charles Dickens e Jane Austen, perché hanno saputo raccontare in maniera vivida irripetibile quel genere d’Inghilterra a cui io sono così legata.

D. Quindi, per lei, l’Inghilterra è un paese magico?

R, Certamente. Le lande desolate e selvagge dell’Inghilterra del Nord, dove sono cresciuta, creano la scenografia ideale per una storia di magia. Non a caso ho scelto questo tipo di ambientazione per il mio romanzo, perché volevo che oltre al racconto anche l’ambientazione trasudasse magia.

D. Se il suo libro diventasse un film come le piacerebbe che fosse?

R. In effetti sono già in fase di preparazione delle sceneggiatura. Onestamente non ho mai pensato al volto di un attore conosciuto che potrebbe interpretare i miei personaggi. Ho nella mente un’immagine molto chiara di Strange e Norrell, ma è una mia idea, un’immagine nel mio cervello, l’unico modo in cui io li conosco fin dal principio, ed è a quell’immagine che sono affezionata.

D. Ha già pensato al seguito?

R. In effetti sto già pensando al prossimo libro, e sono in molti a chiedermi se è in programma una vera e propria serie su Jonathan Strange & il Signor Norrell. I miei programmi, però, sono altri: il genere letterario, i temi, le atmosfere e l’ambientazione saranno i medesimi, ma non ho intenzione di scrivere un “sequel”. È innegabile, tuttavia, che sento di aver ancora molto da dire sul mondo magico.

ottobre 2005

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