Esce in audiolibro la raccolta “Millennium Poetry – Viaggio sentimentale nella poesia italiana”, curata da Valerio Magrelli, uno dei più importanti poeti italiani contemporanei, che è anche il narratore dell’opera – Ecco i video in cui l’autore la introduce

Valerio Magrelli (nella foto di Joyce Hueting), professore di Letteratura francese all’Università di Cassino, scrittore, traduttore, critico letterario, è uno dei più importanti poeti italiani contemporanei. Per la sua attività letteraria ha ottenuto molti premi, fra cui il Mondello e SuperMondello, il Premio Viareggio per la poesia e il Premio nazionale per la traduzione.

Tra le sue raccolte ricordiamo Poesie (1980-1992) e Il sangue amaro, pubblicate entrambe da Einaudi nella Collezione di poesia.

Ora Emons, marchio specializzato in audiolibri, propone Millennium Poetry – Viaggio sentimentale nella poesia italiana, audiolibro letto dallo stesso Magrelli. Non una storia, un atlante o un manuale. Ma un viaggio, appunto, e “sentimentale” per giunta…

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Grazie alle gentile collaborazione della casa editrice, su ilLibraio.it proponiamo tre estratti video in cui lo stesso Magrelli introduce questa raccolta: 

MAGRELLI E GLI AUDIOLIBRI:

“Io vivo in motorino o in motocicletta, ho proprio un’allergia per la macchina, divento dottor Hyde, non mi riconosco, subisco delle metamorfosi mostruose. (…) Però, durante i viaggi in macchina, per esempio, per andare in campagna o al mare, vivo sempre con l’audiolibro. (…) Il primo che ho ascoltato per intero è stato Stoner. Ed è stata un’esperienza impressionante. (…) ascoltandolo cambia tutto. Però, ripeto, né meglio né peggio, è veramente un’altra forma ed è bellissimo che si acquisiscano livelli ulteriori di comunicazione, di conoscenza, di trasmissione.…”

SULLA SCELTA DEGLI AUTORI SELEZIONATI:

“Mi è capitato di incidere dei libri quasi per intero tanti anni fa per Radio 3 (…) In questo caso invece leggo poesie altrui, mille anni di poesie italiane e un commento che ho scritto io. (…) Gravissimo fatto… io che sono francesista mi metto a fare un’antologia di poesia italiana. Quindi ho scritto 20 pagine di introduzione per giustificarmi, arrampicandomi sugli specchi, me la sono cavata intanto dandogli il titolo che ricorda quello di una vodka, Millennium Poetry, ovviamente scherzoso, e poi nel sottotitolo, scrivendo Viaggio sentimentale nella poesia italiana. Quindi io lo faccio da dilettante, rivendico questo mio atteggiamento, anche se di fatto ho sottoposto l’indice a 5-6 miei amici specialisti e ho voluto la loro approvazione. Direi che è un indice perfettamente canonico, ci saranno 2-3 nomi che qualcuno cambierebbe, però, diciamo, rispetta la visione della comunità intellettuale tranne che per un nome: Alessandro Manzoni, che io reputo forse il più grande tra i romanzieri dell’800 europeo a livelli assoluti, nemmeno paragonabile a Balzac, molto più in alto, che però considero un daltonico della poesia (…). Ho scritto questa antologia direi quasi esclusivamente per togliere Manzoni, tale è la mia insofferenza per quello che riguarda il Manzoni poeta, avendo per il Manzoni narratore una stima che non potrebbe essere maggiore. (…)”

IL TEMA DI FONDO DELLA RACCOLTA:

“(…) È un’antologia sulla poesia italiana, e quindi volevo cercare all’interno di una quantità di autori che avesse un qualche riferimento all’Italia. Allora ho pensato a ET, il film di Spielberg, alla nostalgia della patria: telefono casa. Che cosa è stato per un italiano, specie per me che vivevo nell’epoca pre-cellulare e che ho studiato mesi in Francia in particolare, cosa voleva dire per me l’Italia: il prefisso +39, per cui l’introduzione si chiama +39. Mi servivano una quarantina di autori e quelli ho scelto, potevo fare 40, ma naturalmente manca Manzoni. (…) Però ho inserito, questa è la sua particolarità, un’estrema attenzione al multilinguisimo. Ecco perché la seconda poesia è di un poeta arabo che canta un lamento verso la sua Sicilia perduta. Perché è un arabo che da secoli ha una famiglia che vive in Sicilia e viene cacciato dai Normanni. Quindi è un canto disperato verso la patria, che è la Sicilia. Gli arabi, poi, influenzano la Magna Curia, la poesia siciliana, quindi c’è un motivo anche di carattere linguistico. Oltre all’arabo, ci sono poeti che scrivono in greco, Poliziano, in latino, Pontano. Di Dante ho scelto otto versi in provenzale, gli unici provenzali di tutta la sua produzione, per riflettere anche sull’importanza della circolazione culturale nell’area mediterranea. Infine, c’è il romanesco di Belli, e soprattutto il milanese di Porta. A conclusione di questa ricerca, che vede italiani abbandonare l’italiano per altre lingue, ho inserito un inglese, il più grande poeta inglese del ‘600 insieme a John Donne e Shakespeare, che scrive in italiano, cioè un sonetto di John Milton in italiano, dedicato proprio alla lingua italiana, che lui stesso chiama ‘la lingua d’amore’. Da un punto di vista soggettivo, questo è l’elemento a cui tenevo di più e l’unico per il quale questa antologia si differenza da tante altre, più competenti della mia”.

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