Per Francesca Pellas, Moana Pozzi è “uno degli amori e degli idoli della mia vita”. La giornalista e traduttrice le ha dedicato il suo primo libro, “Tutto deve brillare – Vita e sogni di Moana Pozzi”. Un testo che non è esattamente una biografia, ma un racconto ibrido, tra ricostruzione, ricordi, legami personali, testimonianze, interviste: come ibrida è la stessa Moana, sirena e pirata…

Ognuno di noi ha un proprio pantheon personale, un tempio immaginario dedicato a tutte le divinità pagane che indirizzano la nostra vita, a cui dedichiamo un pensiero, a cui rivolgiamo le preghiere laiche della quotidianità.

Per Francesca Pellas, Moana Pozzi sta in quel luogo lì: è “uno degli amori e degli idoli della mia vita”.

Non è una dichiarazione da poco: la giornalista e traduttrice le ha dedicato il suo primo libro, Tutto deve brillare – Vita e sogni di Moana Pozzi, pubblicato da Blackie. Un testo che non è esattamente una biografia, ma un racconto ibrido, tra ricostruzione, ricordi, legami personali, testimonianze, interviste: come ibrida è la stessa Moana, che Pellas racconta contemporaneamente come sirena e come pirata.

Tutto deve brillare - Vita e sogni di Moana Pozzi

Scopri la nostra pagina Linkedin

Seguici su Telegram
Scopri la nostra pagina LinkedIn

Notizie, approfondimenti, retroscena e anteprime sul mondo dell’editoria e della lettura: ogni giorno con ilLibraio.it

Seguici su LinkedIn Seguici su LinkedIn

A legare le due, soggetto scrivente e oggetto, ma anche ispirazione e narratrice, ancora prima di nascere in decadi differenti, è Genova, che è nel sangue di entrambe, e l’amore per quel mare.

Moana in polinesiano è “il punto dove il mare è più profondo“: da lì parte il racconto di Pellas, da un’avventura che è promessa già nel nome, e che porterà una ragazza genovese, cresciuta tra l’Italia e il Brasile e poi rimbalzata a Lerma, vicino ad Alessandria, a diventare un punto di riferimento della cultura pop italiana, una delle pornoattrici più stimate e pure una politica, con il suo Partito dell’Amore.

E dell’amore l’Italia sarebbe anche il paese, nell’immaginario estero che ci vuole romantici seduttori, ma è anche quello dove di sesso non si può parlare. Moana Pozzi ha scelto una carriera che si trascina dietro i giudizi degli altri: della famiglia, dei vicini, ma anche dello stesso pubblico, che condanna e poi, pruriginoso, vuole sapere di più, vedere di più. Ed è andata dritta per la sua strada, inseguendo il suo bisogno di libertà.

Di buona famiglia, misurata nel parlare, intelligentissima: il ritratto che Pellas restituisce è sfaccettato, e tiene insieme la persona e il mestiere perché il secondo è un progetto avverato della prima, non una forzatura, non un elemento estraneo.

La vera libertà è l’assenza di giudizio, l’approccio alla realtà aperto che permette di abbracciare le cose che vengono e realizzare i propri sogni. Nel suo caso, sottolinea Pellas, il sogno era brillare sopra ogni cosa, rompere gli schemi, diventare qualcuno. Oggi basta solo il suo nome per evocarla, come ricorda anche Giulia Pilotti nel ricostruire l’affaire Oceania (il cartone Disney che aveva come titolo originale era Moana, ma sembra sia stato cambiato nell’edizione italiana per evitare proprio l’associazione con il mondo del porno) in uno dei contributi a corollario di ogni capitolo.

La rivoluzione di Moana Pozzi è stata quella di ritagliarsi uno spazio da protagonista, fare di testa sua quando non aveva soldi e continuare a fare di testa sua quando li ha fatti; rompere la routine che voleva una donna realizzata solo attraverso determinati passaggi – che prevedevano la dipendenza da un uomo – e tenere insieme i tanti aspetti che la componevano, senza richiedersi di rientrare in uno o in un altro scatolone.

Essere indipendente non le ha impedito di amare ed essere accogliente verso le persone che amava, il dolore dei genitori per la sua scelta non è stata un ostacolo al rapporto che ha ricostruito con la madre, a cui ha detto: «Mi dispiace ti dispiaccia, ma rifarei tutto ciò che ho fatto». Per questo per Pellas è una pirata, che ha seguito il canto di richiamo di una vita più splendente, ma, per l’appunto, anche sirena, che non teme la profondità e, anzi, ci si sa orientare.

Scopri il nostro canale Telegram

Seguici su Telegram
Le news del libro sul tuo smartphone

Ogni giorno dalla redazione de ilLibraio.it notizie, interviste, storie, approfondimenti e interventi d’autore per rimanere sempre aggiornati

Inizia a seguirci ora su Telegram Inizia a seguirci ora

Capitolo dopo capitolo, un aspetto diverso viene osservato: l’inizio della sua carriera, gli amori, il rapporto con la politica e pure gli eventuali legami con i servizi segreti, i dubbi sulla sua scomparsa, a 33 anni. La chiacchierata storia con Bettino Craxi, con tanto di intervista alla figlia Stefania; le amicizie, pochissime quelle strette. Come disse anche in un’intervista a Pippo Baudo, per Moana il pudore non aveva niente a che vedere con il corpo, ma stava nel tenersi i pensieri, i sentimenti, le confidenze più intime per sé, nel proteggere la propria vita interiore.

Può interessarti anche

Alla fine, Tutto deve brillare è una storia di cui la protagonista è stata narratrice fino alla fine, componendola come la desiderava. E con l’avvicinarsi del trentennale dalla scomparsa di Moana Pozzi, questo libro è anche un ricordo affettuoso, e una lettera d’amore.

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

Fotografia header: © ritratto dell’autrice: Willie Filkowski

Libri consigliati