“La miglior forza civilizzatrice al mondo non è la politica, né la religione, né l’amore. È il sesso, e il porno come sua più vivida ed esultante rappresentazione”, si legge su “Pornage”, il saggio di Barbara Costa in cui vengono analizzate le varie declinazioni del porno contemporaneo.
Ma qual è il valore della pornografia e cosa la distingue dall’erotismo? E in che modo si può trasformare in uno strumento “politico”, legandosi alle battaglie del femminismo? Proponiamo una riflessione sulla letteratura erotica e pornografica, passando dalla trilogia bestseller delle Cinquanta sfumature fino ad arrivare alle opere di autori importanti come Aldo Nove, Walter Siti e Carlo D’Amicis

Non è sempre facile distinguere tra erotismo e pornografia. La distanza che li separa è sottile, mai assoluta e muta a seconda del periodo storico. Tanti dei libri oggi considerati erotici, un tempo furono bollati come materiale pornografico: Lolita di Vladimir Nabokov fu rifiutato da tutti gli editori, finché non venne pubblicato proprio da una casa editrice parigina di libri pornografici (Olympia Press). Lo stesso vale per i testi del Marchese De Sade e di Henry Miller, che furono stampati fuori dall’Italia perché Giangiacomo Feltrinelli temeva che venissero sequestrati per il loro contenuto. Nel cinema generalmente si definisce porno un film in cui l’atto sessuale è mostrato integralmente. Secondo questo criterio, però, pellicole come Nymph()maniac di Lars von Trier, Love di Gaspar Noé, ma anche La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, dovrebbero essere considerati tali.

nymphomaniac

Su questo punto si è espresso Neil Gaiman che, nella prefazione di Lost Girls, l’opera a fumetti in tre volumi di Alan Moore e Melinda Gebbie, riflette: “Il confine tra pornografia ed erotismo è ambiguo, e cambia a seconda del punto di vista. Per alcuni forse dipende da cosa ti eccita (ciò per me è erotico, per te è pornografico), per alcuni è una questione sociale (vale a dire l’erotismo è la pornografia per ricchi). Forse ha anche a che fare con la distribuzione – la pornografia in rete è indiscutibilmente porno, mentre un’edizione a tiratura limitata, su carta avorio, comprata da esperti, divisa e rilegata in volumi costosissimi, non può che essere erotica”.

Ci sono stati alcuni tentativi di mappare il territorio della letteratura erotica, come per esempio la Guida alla letteratura erotica. Dal Medioevo ai nostri giorni di Alessandro Bertolotti (Odoya), in cui l’autore racconta la storia della letteratura erotica del mondo occidentale, arrivando a menzionare, tra gli altri, Camere separate di Pier Vittorio Tondelli e Scritto nel corpo di Jeanette Winterson. È chiaro che studi come questo prendano in considerazione solo quella che potrebbe essere definita letteratura istituzionale, tralasciando invece tutta la (sterminata) produzione della narrativa popolare (oggi protagonista anche in versione ebook).

Parliamo ad esempio degli Harmony (sono da poco usciti i primi titoli della nuova collana Harmony Privé), ma soprattutto della trilogia bestseller delle Cinquanta sfumature firmata da E.L. James (Mondadori), che ha generato inevitabilmente numerose imitazioni.

Inserire nel discorso libri come gli ultimi citati è fondamentale per mettere in luce uno dei pregiudizi che maggiormente colpisce questo genere: se in passato la pornografia veniva demonizzata per una questione morale, adesso viene demonizzata per una questione intellettuale: ciò che rientra nella categoria “narrativa erotica” è considerato gretto, squallido, frivolo. Ma non ci sono solo romanzi erotici di scarsa qualità: senza soffermarsi per forza su grandi nomi del passato, come il già citato Henry Miller o la scrittrice Anais Nin, molti importanti autori contemporanei hanno scritto libri in cui il sesso è protagonista. Aldo Nove e Walter Siti inseriscono spesso nelle loro narrazioni passaggi sessualmente espliciti, mentre Luciano Funetta, nel suo libro d’esordio Dalle rovine (Tunuè), riesce a innalzare la pornografia fino a farla sfociare quasi nella dimensione onirica. Un altro esempio è rappresentato dalle poesie di Patrizia Valduga, in cui gli argomenti ruotano attorno alla ricerca di sentimenti estremi e la lingua cambia di continuo registro, passando da toni sublimi e letterari a espressioni corporee e volgari. E ancora: Elena Stancanelli, nel romanzo La femmina nuda (La nave di Teseo), scrive una lunghissima lettera all’amica Vale, in cui racconta l’umiliazione e l’ossessione che seguono un tradimento e la riscoperta della propria sessualità. Il testo è stato letto dalla stessa autrice durante il reading L’ora del sessoin cui anche Francesco Piccolo ha dato voce alle pagine erotiche del suo La separazione del maschio (Einaudi).

A proposito di autori italiani, si possono poi citare i casi recenti di Candore di Mario Desiati (Einaudi) e Il gioco di Carlo D’Amicis (Mondadori).

Nel primo, il protagonista, Martino Bux, sin da ragazzo è completamente ossessionato dal porno e dal suo immaginario: si innamora solo di donne che somigliano ad attrici hard, lavora solo in posti in cui regnano libertinaggio e sensualità esplicita, si affida a chiunque possa concedergli un attimo di felicità del corpo. Attraverso questo personaggio, l’autore ripercorre un trentennio di storia del porno, durante il quale la pornografia si è trasformata in un fenomeno di massa, in cui immagini e video hanno invaso il web, saturando l’immaginario collettivo.

il gioco d'amicis

Il secondo romanzo (in cinquina al premio Strega 2018), invece, affronta il legame triangolare (il gioco, appunto) che si instaura tra un bull, una sweet e un cuckold, raccontando il caos generato dalla pulsione erotica, che non ha né ruoli né confini precisi. I personaggi di questo libro hanno deciso di vivere il desiderio in maniera totalizzante, senza limiti imposti dalla società e, proprio attraverso il sesso, riescono a trovare (o almeno a cercare) se stessi: “La loro vivace vita erotica non rappresenta un’evasione, una fuga dalla realtà, ma uno strumento investigativo per conoscere meglio la loro vera natura, per farne, in qualche modo, un’esperienza umana, ha sottolineato D’Amicis su ilLibraio.it.

future sex

L’anno scorso è stato pubblicato da minimum fax Future Sex di Emily Witt, un libro (tradotto da Claudia Durastanti) in cui l’autrice racconta la fase successiva alla fine di una relazione, quando si trova a sperimentare una libertà emotiva e sessuale che la disorienta. Le app e i siti d’incontri rendono così facile finire a letto con una persona, ma innamorarsi, invece, non solo è difficile, ma sembra non essere più consentito. Witt intraprende un racconto che passa per i nuovi approcci virtuali, il porno femminista, gli orgasmi e tutti i problemi relativi alla sessualità e alla fertilità.

pornage

Un discorso a parte merita il nuovo saggio di Barbara Costa, Pornage (Il Saggiatore), che nella prefazione di Giampiero Mughini viene definito un “elogio della masturbazione. Un elogio dei sentieri della fantasia sessuale, che più tortuosi sono e meglio è”. Il volume presenta un’analisi della categoria del porno in tutte le sue declinazioni: dalle riviste ai libri, dai siti ai film, fino ad arrivare ai social e alle app d’incontri. L’indagine, leggera e sfrontata, porta avanti una visione della pornografia come strumento di protesta e mezzo di cambiamento: il porno scuote le coscienze, non lascia indifferenti, stimola, fa pensare. Non è un caso che in Italia una pornostar sia entrata in politica, nel 1987: l’onorevole dei Radicali Ilona Staller (Cicciolina) ottenne quasi 20mila preferenze: “Quello a Cicciolina fu il primo voto di protesta contro la casta politica, e anticipò la Lega di Bossi e i 5 Stelle“.

Nel nostro panorama assumono rilevanza i nomi del regista Riccardo Schicchi e dell’attore Rocco Siffredi, che ha fondato la prima scuola italiana del porno. Proprio a questo proposito, Costa parla anche di come la rivoluzione femminista possa passare (e forse passi principalmente) dal porno: “È Rocco che ha mostrato alle donne il sesso che, se vogliono, a letto devono con diritto pretendere, dando con le sue performance erotiche validità e forma a un piacere diverso, sempre esistito ma nascosto e disapprovato. Ci ha fatto capire che, nel porno come nel sesso, l’unica regola che conta è il consenso: solo con esso può esserci piacere nella sopraffazione”. Lo stesso messaggio politico è veicolato dalle Ragazze del Porno, un collettivo di dieci registe che ha realizzato un lungometraggio per raccontare il desiderio e il piacere dal punto di vista delle donne.

Non solo: il porno è anche uno strumento per esplorare e comprendere le differenze di genere. Nel sesso, che è dimensione animale, selvaggia e originaria, dove tutto (si ripete e si sottolinea) sotto consenso è concesso, si possono scoprire gusti e tendenze che mai si sarebbe pensato di avere, a dimostrazione che, in fondo, l’orientamento sessuale è un concetto fluido. Rapporti con bambole gonfiabili, travestimenti, scambi, orge, BDSM, bukkake, feticismi: tutto è un canale per esprimere chi siamo e cosa ci piace. Per conoscerci e per accettarci: “Non c’è niente da fare, e che ogni censore moralista si arrenda, lo riconosca e passi al nemico: la miglior forza civilizzatrice al mondo non è la politica, né la religione, né l’amore. È il sesso, e il porno come sua più vivida ed esultante rappresentazione”.

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