Come racconta su ilLibraio.it Chiara Marchelli, tra i finalisti al premio Strega 2017 con “Le notti blu” e docente alla New York University, negli Usa cresce l’interesse per gli scrittori italiani contemporanei – Il reportage

Cosa ci fanno Sandro Veronesi, nove studenti americani e un’espatriata italiana nella stessa stanza?

Una lezione del corso di Translations, che l’espatriata in questione, cioè io, tiene da qualche anno alla New York University.

Il corso ha due livelli: il primo consiste nel presentare ai ragazzi i testi narrativi di alcuni scrittori contemporanei italiani – leggerli, analizzarli, tradurli, imparare nuovi vocaboli e studiare strutture sintattiche nuove; il secondo prevede la discussione del panorama letterario italiano contemporaneo e la conoscenza diretta di chi lo compone. Il che significa che gli scrittori inseriti nel programma vengono in università alla fine di ogni ciclo e chiacchierano con gli studenti. Di sé, di letteratura, della traduzione di classe, che nel frattempo hanno letto. Succede che gli autori stessi, confrontando la traduzione dei ragazzi a quella ufficiale, trovino la prima originale, potente, talvolta migliore. È il lavoro di gruppo, la possibilità che gli studenti hanno di confrontarsi continuamente tra di loro per arrivare a una stesura finale comune, ed è anche la loro freschezza, viva e intoccata: di visione, di ascolto, di linguaggio.

In questi anni il corso ha visto la partecipazione (dal vivo o via Skype) di molti scrittori e giornalisti di passaggio o residenti a New York, tra cui Valeria Parrella, Alessandro Perissinotto, Jhumpa Lahiri, Federico Rampini, Fabio Geda, Salvatore Niffoi, Andrea Visconti, Roberto Ferrucci, Tea Ranno, Mario Calabresi.

Questo semestre abbiamo avuto Giorgio Van Straten, Amara Lakhous, Tiziana Rinaldi e, appunto, Sandro Veronesi, venuto a New York per recitare il suo monologo Non dirlo durante la rassegna teatrale In Scena! al Cherry Lane Theater. Accogliendo la proposta di Giorgio Van Straten, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York, i miei studenti lo hanno tradotto integralmente. Un testo difficile: ispirato al Vangelo secondo Marco, è pieno di riferimenti che gli studenti americani non conoscono, e presenta una struttura complessa, essendo la trascrizione di un monologo spesso improvvisato che Veronesi ha recitato la prima volta al Festival di Spoleto nel 2015. I ragazzi ci hanno lavorato buona parte del semestre, e la sera della performance, il 2 maggio scorso, la loro traduzione è stata proiettata in teatro per il pubblico anglofono presente.

Così abbiamo raggiunto un terzo livello: l’uscita dalla classe, l’incursione dentro un mondo americanocentrico che mette il naso fuori dall’aia lussuosa della propria produzione letteraria e si interessa a ciò che c’è oltre i confini.

Ho avuto occasione di scrivere di questo recentissimo fenomeno su una rivista letteraria americana che si chiama Words Without Borders, dove introduco alcune scrittrici italiane contemporanee che negli Stati Uniti sono ancora sconosciute. L’ho fatto partendo da (e dribblando il) fenomeno Ferrante, che qui ha assunto le dimensioni di un’ossessione. Per dire che, a prescindere da qualsiasi parere sulla faccenda, la Ferrante-mania è servita ad accendere una curiosità che prima non c’era.

Al termine di ogni incontro con gli scrittori, chiedo ai miei studenti di mandarmi i loro commenti sull’esperienza. Ne escono pagine esilaranti, originalissime, spesso colme di sorpresa. I ragazzi – i lettori americani – scoprono un panorama letterario di cui non sapevano nulla e che spesso li affascina per temi, linguaggio, poetica. Vengono messi in contatto con una realtà letteraria ma anche sociale e culturale che offre loro una prospettiva che qui manca: una reale apertura verso l’altro da sé. Vizio imperialistico, questo dell’ignoranza sull’altro. Ma il terreno per divellere, seminare, curare i germogli di una nuova attitudine pare infine pronto.

Lo vedo io nel quotidiano delle mie lezioni universitarie. Lo vede il lettore americano nelle pagine culturali del New York Times quando, in mezzo alle recensioni di libri scritti in inglese, trova un articolo su Lacci, romanzo di Domenico Starnone tradotto da Jhumpa Lahiri, che di ponti linguistici e culturali tra Italia e Stati Uniti si è fatta ormai appassionata messaggera.

 

le notti blu

IL LIBRO E L’AUTRICE – Tutti crediamo di conoscere le persone che amiamo: Larissa e Michele si conoscono da una vita, così come pensano di conoscere Mirko, il figlio che lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per vivere in Italia e sposare Caterina: un colpo di fulmine che non hanno mai approvato pienamente. Larissa e Michele sono sposati da oltre trent’anni, vivono a New York, hanno una vita agiata e hanno saputo costruire un rapporto solido, basato sulla cura reciproca, sulle piccole e generose attenzioni e sulle affettuose abitudini della loro quotidianità.

Le notti blu (Giulio Perrone editore), tra i 12 semifinalisti al premio Strega 2017, racconta il matrimonio di Larissa e Michele e la loro vita che sembra normalissima, se non fosse per un lutto, un dolore tremendo che accompagna, e regola, le loro esistenze. È una notizia dall’Italia a rompere l’equilibrio che la coppia ha faticosamente costruito…

L’autrice, Chiara Marchelli, accompagna il lettore attraverso i pensieri della coppia e ci svela confessioni che avremmo preferito non ascoltareo tutto e di tenere con mano ferma tutti i fili di questa storia che va indietro nel tempo. Nata ad Aosta, dal 1999 Marchelli si trasferisce a New York e dal 2004 insegna alla New York University. Nel 2003 pubblica il suo primo romanzo, Angeli e cani (Marsilio) che vince il Premio Rapallo Carige Opera Prima; nel 2007 la raccolta di racconti Sotto i tuoi occhi (Fazi). I suoi ultimi libri sono L’amore involontario e Le mie parole per te (Piemme Open).

gruppodiletturaday

L’APPUNTAMENTO – Book Media Events di Isabella Borghese ha ideato il #GruppoDiLetturaDay, giornata nazionale dedicata ai Gruppi di Lettura, patrocinato dalle Biblioteche Roma, che nasce con l’obiettivo di promuovere la lettura condivisa, di dare visibilità alle attività dei gruppi di lettura, di fare rete tra gli stessi e infine di avvicinare nuovi lettori. Il 15 giugno 17 gruppi di lettura da nord a sud Italia si incontreranno alle ore 18 per discutere de Le notti blu di Chiara Marchelli. Dacia Maraini è madrina e promotrice dell’iniziativa, che vedrà protagonista anche @CasaLettori su Twitter.

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