Gianni Amelio, nel suo primo romanzo, segue la vita, le avventure e le disavventure di Luigino, a partire dall’infanzia senza genitori, passata tra gli stenti e la rabbia nella Calabria degli anni ’50, e la scoperta della sua omosessualità
Politeama (Mondadori) è il primo romanzo di Gianni Amelio. Si tratta di un romanzo di formazione, una storia di crescita e riscatto ambientata nel Sud Italia, che segue la vita del protagonista, Luigino, a partire dall’infanzia, trascorsa praticamente senza genitori, nella Calabria degli anni ’50. Fin da bambino Luigino ha qualcosa di diverso, che crescendo si precisa: è un “invertito”. Gianni Amelio, omosessuale a sua volta, torna a trattare questo tema dopo il documentario Felice chi è diverso, vincitore del Nastro d’argento nel 2014. Ma lo fa sperimentando un mezzo narrativo che non aveva mai utilizzato prima.
Nel Sud affannato degli anni Cinquanta, Luigino vive un’infanzia di stenti e di rabbia, che lo fanno diventare adulto troppo in fretta: fuori da ogni legame familiare, perché la madre giovanissima è rinchiusa in un manicomio e del padre non si è mai saputo nemmeno il nome. Luigino ha un sogno: cantare alla radio e magari nella nascente televisione. Mentre cresce resistendo impavido a ogni disavventura e accettando con candore la fragilità delle proprie pulsioni, la sua voce diventa sempre più morbida e flessuosa, come quella delle dive di Sanremo e delle grandi soubrette delle riviste, che qualcuno gli propone di imitare nelle arene dei circhi o sui palcoscenici dell’avanspettacolo. Il pubblico lo applaude e lo beffeggia, lo esalta e lo umilia, senza riuscire a scalfirne la naturale innocenza.
Quando la strada dello spettacolo gli viene brutalmente preclusa, Luigi decide di partire per Roma, alla ricerca di un proprio posto nel mondo, per ritrovarsi in mezzo a un’umanità sospesa sull’orlo di un invisibile precipizio. Finché una sera incontra Elide, una cameriera quindicenne e sola come lui, che gli farà riassaporare per un istante la dolcezza degli affetti e, subito dopo, lo strazio dell’abbandono, trascinando la sua vita in una discesa feroce dall’esito imprevedibile.