“Che gioia! Che terrore! Sempre aveva avuto questa impressione, quando con un leggero cigolio dei cardini, lo stesso che sentì proprio ora, a Bourton spalancava le persiane e si tuffava nell’aria aperta.” In occasione dell’anniversario di nascita di Virginia Woolf, il 25 gennaio, Nadia Fusini, traduttrice e fondatrice dell’Italian Virginia Woolf Society, legge per Emons Libri uno dei capolavori della scrittrice londinese, “La signora Dalloway”…

“Che gioia! Che terrore! Sempre aveva avuto questa impressione, quando con un leggero cigolio dei cardini, lo stesso che sentì proprio ora, a Bourton spalancava le persiane e si tuffava nell’aria aperta.”
In occasione dell’anniversario di nascita di Virginia Woolf, il 25 gennaio, Nadia Fusini, traduttrice e fondatrice dell’Italian Virginia Woolf Society, legge per Emons Libri uno dei capolavori della scrittrice londinese, La signora Dalloway. Un romanzo che, con la tecnica dello stream of consciousness, sembra nato per essere letto ad alta voce.
1923, dieci del mattino di un qualunque mercoledì di giugno. Clarissa Dalloway esce per comprare dei fiori per la festa che terrà quella sera. Rivedrà l’amante respinto Peter Walsh, appena tornato dall’India, e l’amica tanto amata, Sally Seton. Passeggia per le strade di Londra, così come sta facendo anche Septimus Warren Smith. C’è legame tra i due? Pare di no, se non il fatto che vivono nella stessa città. Eppure, senza mai incontrarsi, i due comunicano. Quel mercoledì inizia uno dei flussi di coscienza più stupefacenti della storia della letteratura mondiale. E Virginia Woolf crea un capolavoro di grande intensità, di cui apprezziamo il valore ancora oggi.

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Nadia Fusini è una delle principali studiose italiane di Virginia Woolf. Oltre ad aver curato i volumi Meridiano Mondadori a lei dedicati, insegna Letterature comparate presso la Scuola Normale Superiore di Pisa ed è traduttrice di autori come Keats, Beckett, oltre alla stessa Woolf, di cui ricordiamo i capolavori Al faro, Orlando e Una stanza tutta per sé.

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