“Babalibri pubblica esclusivamente albi illustrati per una fascia d’età che va fino ai 7-8 anni. Devono essere libri che divertano e commuovano, che facciano sognare e riflettere, che sappiano fare compagnia trasportando il lettore in un mondo fantastico…”. Su ilLibraio.it il racconto del progetto Babalibri, casa editrice per bambini che ha ormai oltre 15 anni di storia alle spalle, e che promuove incontri nelle scuole, nelle biblioteche e negli ospedali. Spazio anche al dibattito sulla promozione della lettura: “Ci si è resi finalmente conto che, per formare nuovi piccoli lettori, è necessario iniziare fin dalla prima infanzia…” – Intervista

Se non conoscete Babalibri, partite esplorando il catalogo: coloratissimo e ben disegnato, ogni volume accompagna alla lettura i lettori più piccoli, compresi quelli in fasce. Accanto a molti autori stranieri e alle loro fantasiose avventure (divertenti ed educative al tempo stesso), hanno un posto particolare progetti e laboratori di grande impatto, che coinvolgono luoghi deputati alla lettura, come biblioteche e scuole, ma anche ambienti inconsueti, come ospedali e altre strutture. La casa editrice, che ha festeggiato già alcuni importanti traguardi, continua a ideare, con fantasia e passione. Abbiamo intervistato Francesca Archinto e la redazione, per immergerci anche noi nel mondo di Babalibri.

babalibri

In occasione dei “primi” 15 anni della casa editrice, avete preparato una sorpresa per i vostri lettori, ma anche per i librai, le scuole e biblioteche e per la stampa. Volete raccontarci cosa avete organizzato e come è andata?
(risponde Francesca Coradeschi) “Abbiamo deciso di festeggiare organizzando una serie di eventi – che hanno coinvolto librerie, biblioteche e scuole – durante i quali i libri della casa editrice, con i loro eroi, sono stati i protagonisti principali. Nelle librerie aderenti, i nostri piccoli lettori hanno avuto la possibilità di creare dei babacapolavori a partire da poster tematici e di collezionare dei babamagneti. Nelle biblioteche e nelle scuole è stato possibile ammirare una babamostra dei nostri personaggi più conosciuti. La mostra ha avuto così tanto successo che continua ancora oggi a essere richiesta e a girare per l’Italia”.

Abbiamo visto sul sito molti disegni realizzati dai vostri piccoli lettori. C’è un aneddoto particolare, che avete vissuto nei vostri laboratori di lettura, e che vi ha tanto colpiti da diventare indimenticabile?
“Una delle esperienze più belle è legata al progetto che l’associazione BIBLI-OS’ ha realizzato all’interno del reparto pediatrico dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna. La nostra babamostra ha fatto da sfondo a splendidi laboratori che hanno coinvolto i piccoli pazienti. In particolare, per festeggiare il nostro compleanno, è stata creata una versione del libro Pezzettino, di Leo Lionni, interamente realizzata con quadratini di stoffa e ritagli di carta colorata. Una meraviglia da guardare e da sfogliare frutto della fantasia dei bambini e della dedizione di un gruppo di operatori e genitori davvero ineguagliabile”.

In quanti lavorano al progetto della casa editrice?
“Babalibri è una casa editrice un po’ particolare. Nata alla fine del 1999 in coedizione con la casa editrice l’école des loisirs, si è concentrata sulla ricerca di titoli stranieri da tradurre e proporre al pubblico italiano. Non facciamo quindi creazione di libri. Questo ci permettere di avere una struttura snella (siamo infatti solo in tre) con alcune collaborazioni esterne come l’ufficio stampa, l’ufficio grafico e i traduttori”.

Qual è la vostra linea editoriale? Spiegatelo per un genitore che sfoglia per la prima volta il vostro catalogo.
“Lo scopo principale del progetto di Babalibri è l’accesso alla cultura da parte dei bambini. E l’accesso alla cultura passa per la lettura. La lettura permette ai bambini di costruire una propria identità, di crescere in serenità, di conoscere il mondo che li circonda, di confrontarsi con esso. I libri che proponiamo hanno l’ambizione di volerli accompagnare in questo percorso, nelle loro riflessioni personali, nelle loro domande, questioni, dubbi. Babalibri pubblica esclusivamente albi illustrati per una fascia d’età che va dagli 0 ai 7-8 anni. I titoli che scegliamo dalla grande offerta internazionale devono rispecchiare alcune caratteristiche: devono essere libri che divertano e commuovano, che facciano sognare e riflettere, che sappiano fare compagnia trasportando il lettore in un mondo fantastico”.

Cosa ne pensate del fatto che negli ultimi anni le storie per bambini siano quasi tutte a lietofine?
“Pensiamo che sia importante offrire ai bambini il lieto fine. Ogni buon libro affronta tematiche diverse, alcune anche emotivamente forti quindi è necessario trasmettere al bambino un punto di vista positivo della storia”.

Una delle vostre caratteristiche è proprio la vostra capacità di recepire direttamente i bisogni dei bambini, lavorando a stretto contatto con loro in scuole, biblioteche, laboratori. Che cosa trovano i bambini in un libro stampato, che non possano trovare in un cartone animato?
“Sono due modalità narrative diverse. Un libro lascia più libertà al bambino nei tempi (poter per esempio soffermarsi quanto più si vuole su una pagina) nei luoghi (un libro in tasca per tirarlo fuori ovunque), nei modi (cominciare un libro dall’inizio o dalla fine, guardare una pagina da destra a sinistra, da sopra a sotto, poter tornare indietro, andare avanti ecc), nell’interpretazione della storia. In sintesi un libro stimola il lettore a partecipare attivamente alla narrazione. Il cartone animato invece fa leva sul fascino del movimento, sollecita l’attenzione attraverso la forza dell’immediatezza ma non richiede partecipazione attiva dello spettatore. Uno però non sostituisce l’altro. È come chiedere a un adulto cosa trova in un libro che non trova in un film. Sono due esperienze molto diverse ma entrambe importanti”.

“Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”. Se lo chiedeva Gianni Rodari. Voi come la pensate?
“Condividiamo e pensiamo che utilizzare l’umorismo e l’ironia possa essere un buon modo per comunicare con i piccoli. Siamo convinte che le storie che, più in generale, coinvolgono le emozioni siano spesso le meglio riuscite. I libri devono emozionare: possono far ridere (e sono i nostri preferiti), possono fare piangere, possono immalinconire, possono far pensare, possono stupire, possono richiamare la nostra vita vissuta ma devono emozionare. Questo perché i bambini quando leggono un libro devono ritrovarsi nella storia, devono potersi immedesimare nel personaggio, devono vivere la storia con tutto se stesso perché per i bambini appassionarsi significa entrare in empatia con ciò che fanno”.

Visti i tanti progetti che avete sviluppato in pochi anni, vi immaginiamo sempre all’opera. Avete in mente qualcosa di nuovo, che potete anticiparci?
“Per giugno 2016 abbiamo organizzato una bella campagna promozionale della nostra collana Bababum, l’albo tascabile da portarsi sempre con sé. Con lo slogan ‘Quando leggere non è mai abbastanza’ proponiamo alle librerie un espositore coloratissimo che può contenere tanti Bababum in modo da soddisfare la voglia di leggere di tutti i bambini. E per il 2017 proporremo un importante progetto editoriale su cui stiamo già lavorando alacremente”.

Cosa pensate dei libri per bambini e ragazzi in ebook? Ha senso, secondo voi, la trasposizione in digitale di un libro illustrato? O ritenete che ci siano altri formati elettronici più adatti alla necessaria interazione dei bambini con i libri?
“Non siamo contrari per principio al libro digitale. Certo, la sua trasposizione su device quali tablet, smartphone, ecc. necessariamente deve sacrificare alcuni aspetti. Penso in primis al formato (un albo illustrato non ha mai un formato uguale a un altro!), al piacere tattile della carta, al suono che fa quando si girano le pagine… L’ebook è più pratico, senza dubbio ma anche più sfuggente, meno incisivo soprattutto quando si leggono le immagini”.

Quello dei libri per bambini e ragazzi è il settore dell’editoria che cresce di più. E non solo in Italia. Perché, secondo voi? Questa tendenza è destinata a proseguire?
“Ci si è resi finalmente conto che, per formare nuovi piccoli lettori,  è necessario iniziare fin dalla prima infanzia. Lo stesso entusiasmo che un bambino mette nella lettura di una storia andrebbe preservato fino all’età adulta. Non dimentichiamo che l’Italia sconta ancora oggi un forte ritardo nella diffusione della letteratura per l’infanzia, e solo in questo ultimo decennio si è iniziato a lavorare per recuperarlo”.

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