Paolo Mottana e Giuseppe Campagnoli sono autori di un saggio assai provocatorio, che intende presentare un’alternativa radicale all’istituzione scolastica attuale…

Paolo Mottana e Giuseppe Campagnoli sono autori di un saggio assai provocatorio, La città educante. Manifesto della educazione diffusa (Asterios), che intende presentare un’alternativa radicale all’istituzione scolastica attuale.

Mottana è professore ordinario di filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca e curatore del blog Controeducazione; Campagnoli è architetto ricercatore e saggista operante nel campo dell’educazione e della formazione in campo artistico e dell’education facilities.

La tesi del libro, ovviamente discutibile, è che si debbano rimettere i ragazzi in circolazione nella società che, a sua volta, deve assumere in maniera diffusa il suo ruolo educativo e formativo. La scuola, per gli autori, dovrebbe ridursi a un portale ove organizzare attività che devono poi realizzarsi nel mondo reale, tramite un progressivo adeguamento reciproco delle esigenze delle attività, degli insegnanti e dei ragazzi.

la città educante

Mottana critica, tra le altre cose, “un forte abuso di stress da competitività, produttività, valutatività, occupabilità e profittabilità sempre più presenti nella oscura corsa all’eccellenza della scuola e dell’università italiana sul mercato”. Sempre secondo l’autore, bambini e ragazzi hanno il diritto “di essere interpellati più spesso”, di essere “messi nelle condizioni di poter scegliere e di ricevere proposte formative più appetibili e adeguate ai loro effettivi bisogni, interessi e capacità”.

Stando a Mottana, che da anni si occupa dei rapporti tra immaginario, filosofia ed educazione, gli studenti devono poter dire la loro, “costruire la propria autonomia, il proprio progetto di formazione ascoltando ed essendo ascoltati sulle loro vocazioni, sui loro talenti e addirittura, ma so che è scandaloso, sui loro desideri”. E ancora: “I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze hanno molto da dire e da fare nel mondo, aiutati da bravi mèntori, da guide indiane, da animatori e esperti curiosi e dediti a premiare a loro volta la loro inesauribile curiosità e la loro creatività. Non priviamoci di loro e non priviamo loro di un pezzo di vita piena, intensa, ricca che altrimenti mai più tornerà”.

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