“Posso dirvi che sono esterrefatta? Scopro solo oggi che una famigliola di Carpi, dopo aver ritirato il figlio da una scuola perché vi si insegnava, a loro dire, la cosiddetta ‘teoria gender’, ha scoperto con orrore che nella nuova scuola si faceva leggere ai bambini ‘Ascolta il mio cuore’, e ha chiesto che il libro fosse ritirato dalla biblioteca…”. La scrittrice Bianca Pitzorno ha raccontato sulla sua pagina Facebook l’incredibile episodio che l’ha vista protagonista (e che si riferisce al 2016)… – Il caso

“Posso dirvi che sono esterrefatta? Scopro solo oggi che una famigliola di Carpi, dopo aver ritirato il figlio da una scuola perché vi si insegnava, a loro dire, la cosiddetta ‘teoria gender‘, ha scoperto con orrore che nella nuova scuola si faceva leggere ai bambini Ascolta il mio cuore, e ha chiesto che il libro fosse ritirato dalla biblioteca e MAI PIÙ LETTO. Troverete tutte le accuse al libro nell’articolo (pubblicato da Osservatoriogender.it). E le accuse a me, ‘questa personaggia’, tanto pericolosa da far sì che i genitori non mandino più i figli alla scuola pubblica ma li tengano in casa e formino, come nell’America più retriva, ‘scuole paterne’, per evitare loro di imbattersi in uno dei miei libri. Ora, poiché so che molti dei visitatori di questa pagina mi hanno letto quando erano piccoli, vi chiederei una testimonianza personale. Vi ho spinto a diventare omosessuali? O vi ho semplicemente ‘spinto’ a rispettare tutti gli altri anche se non la pensano come voi e non hanno fatto le vostre stesse scelte?”.

Bianca Pitzorno

La scrittrice Bianca Pitzorno ha raccontato sulla sua pagina Facebook l’episodio che l’ha vista protagonista, e di cui è venuta a sapere per caso durante una ricerca sul web. L’episodio infatti non è recentissimo (l’articolo citato è datato giugno 2016). Tra l’altro, non è la prima volta che scriviamo di polemiche di questo tipo, basti pensare a quelle generate dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro a giugno 2015, e ad altri casi negli ultimi anni.

Dopo che in tanti hanno commentato, la scrittrice è nuovamente intervenuta: “Grazie dei vostri molti commenti. Vorrei aggiungere due cose: la prima, che ringrazio il Direttore, gli insegnanti e i bibliotecari della scuola primaria di Carpi (sì, perché va aggiunto che il preside ha risposto di no alla richiesta di censurare il libro, ndr); la seconda è che comincio ad avere paura. Non per me, che ormai la mia vita l’ho vissuta, ma per chi è bambino oggi (…)”. Aggiungendo più avanti: “E poi, comunque, tutti i bambini, a prescindere di chi ameranno da adulti, che mondaccio li aspetta? Questo è solo un segnale. Staranno tornando i roghi?“. 

Sul suo blog Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice, commenta così: “(…) Che ci sia una brutta aria è evidente. Siamo qui che ci indigniamo, giustamente, per le censure sui libri in Turchia, e non ci accorgiamo, troppo spesso, che sta avvenendo qualcosa di analogo da parte di coloro che consideriamo a torto solo folcloristici: quelli del Family Day, dei pullman no gender, quelli che scrivono alle scuole, quelli che vogliono per i loro figli un mondo ipercontrollato, a propria misura e soprattutto incurante delle vite degli altri. Se qualcosa sfugge al controllo, va censurato. Sono infinite le motivazioni che hanno portato molte giovani madri (soprattutto, purtroppo) a questa fobia del contrasto, di ciò che non si incasella, di quello che sfugge alla gabbia. Ma la letteratura per ragazzi, quando è buona, fa esattamente questo: apre le gabbie, grazie al cielo..:”.

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