In “Un ossimoro in lambretta” Patrizia Carrano ha raccolto una serie di racconti e aneddoti sugli ultimi anni di vita di Giorgio Manganelli. E Adelphi ha pubblicato “Estrosità rigorose di un consulente editoriale”

Patrizia Carrano, con Un ossimoro in lambretta (Italo Svevo Editore) ci regala una serie di racconti sulla vita “intima” o personale di Giorgio Manganelli, negli ultimi anni della sua vita a Roma.

Dai pomeriggi consumati in autobus in lunghi e inutili viaggi tra un capolinea e l’altro, all’intelligenza applicata alla scelta del vino per la giusta pietanza. Dalla fuga da Milano ai vari traslochi nei diversi e “ostili” appartamenti romani. Dall’amicizia mai vissuta con Federico Fellini al profondo confronto intellettuale con Piero Citati.

 

un ossimoro in lambretta

Nello spirito della collana “Piccola biblioteca inutile”, che recupera testi letterari interessanti, ma non narrativi, uno dei più significativi scrittori e critici letterari italiani del Novecento, viene raccontato attraverso storie di profonda e, apparentemente inutile, quotidianità.

“Persino prendendo un autobus che lo riporti al punto di partenza sul finire del pomeriggio, l’appartamento in cui abita non smette di risultargli un territorio estraneo. Qui, dove i libri sono stati sistemati nell’ordine previsto da una solerte ditta di traslochi specializzata nello scomporre e ricomporre vaste e monumentali librerie, gli è necessario erigere fortilizi non soltanto mentali: in effetti non ha ancora mai alzato la serranda della portafinestra che introduce al piccolo terrazzo coperto dove, incongruamente, è sistemato un tavolino con delle sedie”.

Nel frattempo, Adelphi ha proposto Estrosità rigorose di un consulente editoriale, in cui si scopre che Manganelli è stato un editor (e traduttore) tutt’altro che sedizioso: disciplinatissimo, piuttosto, duttile e minuzioso…

ItaloSvevo

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