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I lettori del Libraio, oltre al libro più venduto del 2016, Harry Potter e la maledizione dell’erede, pubblicato grazie a Salani, hanno avuto la fortuna di conoscere in anteprima quelli che sono stati considerati i migliori libri della stagione letteraria internazionale: Eccomi, di Jonathan Safran Foer, premiato dai critici della Lettura del Corriere della Sera, e La donna che scriveva racconti di Lucia Berlin, che ha conquistato i critici di Repubblica. Succede alle case editrici che perseguono con tenacia la ricerca della qualità. Complimenti alla Guanda e alla Bollati Boringhieri che, tra migliaia di proposte internazionali, hanno saputo scegliere due libri di indiscussa qualità e successo, e alla Salani, che per prima tra gli editori italiani lesse e subito acquistò nel 1997 il manoscritto di Harry Potter e la pietra filosofale. All’aeroporto, sulla via del ritorno a New York dopo aver presentato il suo nuovo romanzo in Italia, Foer ci ha scritto una bella lettera. Era commosso e rasserenato dalla partecipazione del pubblico italiano e persino dell’impiegato del check-in che lo aveva riconosciuto, tanto da scriverci una nota rivolta ai suoi lettori: “Se i miei figli vivranno in un mondo nel quale i libri continueranno ad avere un ruolo vitale, nel quale i romanzi saranno conosciuti e attesi come i film e i videogame, sarà grazie a persone come voi”.

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In effetti, quando l’Istat pubblica le statistiche sulla lettura, l’attenzione della stampa è sempre rivolta a chi non legge, al bicchiere mezzo vuoto. Ma i lettori italiani, anche se sono poco più del 40%, sono attenti, partecipi, popolano i festival lungo tutta la penisola, amano i libri e chi li scrive. Lucia Berlin è stata pubblicata postuma: ci vuole coraggio in questo mondo a puntare su un’autrice di racconti che non potrà partecipare alla promozione e rispondere alle domande della stampa. Ma in questo Paese generoso e affettuoso verso gli scrittori, ci hanno pensato tante scrittrici italiane: Caterina Bonvicini, Concita De Gregorio, Simona Vinci, Elena Stancanelli, Teresa Ciabatti e Valeria Parrella, che qui ringrazio, hanno dato voce a questa straordinaria scrittrice.

La cultura senza partecipazione, senza il desiderio di includere, è sterile. Nell’ultimo anno sono scomparsi quattro grandi Maestri che ho avuto il privilegio di frequentare: Umberto Eco, Umberto Veronesi, Dario Fo, Tullio de Mauro. Persone molto diverse, ma che avevano in comune il desiderio di condividere la propria passione e di contagiare i giovani.

In questo numero ci sono tante voci nuove da scoprire: tra loro ci sono le Rowling, le Berlin, i Foer di domani. Storie di ogni genere e tutte interessanti: altrimenti non le pubblicheremmo, perché alla fine il nostro mestiere si fonda sul rispetto del lettore. E, naturalmente, presentiamo le novità di autori già ben conosciuti.

Tra loro ritorna con noi Chiara Gamberale, che aveva conquistato centinaia di migliaia di lettori insieme a Massimo Gramellini con Avrò cura di te. Questa volta si cimenta in un racconto senza tempo, che stupisce per la capacità di strappare il lettore alla sua normalità portandolo in un mondo fiabesco, ma più vero e sincero di tanti romanzi.

Abbiamo dedicato la copertina ad Andrea Vitali che ama i suoi lettori o, meglio, da medico condotto qual è stato, ama la gente. Si capisce dallo sguardo che rivolge ai suoi personaggi, sempre imperfetti e proprio per questo amabili e umani. Uno scrittore la cui semplicità non deve ingannare, così delicato e attento che scrive con la matita le sue meraviglie. Forse tra quelli che conosco – nonostante il suo understatement – il più consapevole e attento osservatore che il panorama letterario nazionale ci offre.

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