Un testo teatrale piacevole e brillante, con una trama un po' scontata, che oscilla tra la commedia e il dramma. Naturalmente il nocciolo della storia non sono i salti nel tempo (tutto ampiamente già visto), ma il rapporto fra i padri e i figli. Anche questo non nuovo certo, ma trattato con una certa grazia. Le mie scene preferite restano il dono della coperta e il confronto fra Harry e il ritratto di Silente. Finale un po' pasticciato forse, e delle incongruenze che faranno storcere il naso ai puristi, ma questo Harry padre mi ha convinto. Gli altri personaggi invece sono poco incisivi, si perdono un po' sullo sfondo, specialmente Ron. In conclusione una lettura veloce, gradevole, che gioca molto sulla nostalgia.
Bel libro che si lascia leggere con estrema semplicità. Le sue peculiarità sono: primo, pur venendo considerato l'ottavo volume della serie di Harry Potter se ne discosta moltissimo (anche perché le vicende narrate in questo volume si svolgono a parecchi anni distanza dai fatti avvenuti nel settimo ed ultimo libro); secondo, non è un romanzo vero e proprio ma è solo un testo teatrale che ovviamente, come si usa fare in questi casi, contiene soltanto i dialoghi degli attori e i "cambi scena". Tuttavia, pur partendo con parecchi pregiudizi (soprattutto dopo aver letto dei commenti di altri lettori in giro per il web), a me è quasi piaciuto... se non fosse che la trama, non proprio originale, puzza (permettetemi di usare questa parola) di un certo "già visto": mi riferisco ai viaggi nel tempo e al fatto che ad ogni salto nel passato le azioni dei protagonisti si ripercuoto nel nostro presente. Tanti altri libri e vari film hollywoodiani, hanno già sfruttato questa tematica... e, così su due piedi, mi viene in mente il film del 1994 "Timecop - Indagine dal futuro" con Jean-Claude Van Damme. Altra anomalia di questo volume rispetto ai suoi sette predecessori è che Harry Potter non è più il protagonista principale ma si limita solo ad un ruolo di semplice comparsa. Ora il centro della scena (come detto prima, si tratta di uno spettacolo teatrale) è tutto per Albus Potter (secondogenito di Harry e Ginny) e per Scorpius Malfoy (figlio unico di un Draco ormai redento). Entrambi i ragazzi, sentendo il peso dei loro cognomi famosi, cercano di tornare indietro nel passato e di salvare la vita a Cedric Diggory (lo studente morto durante il "Torneo Tremaghi"). Con questo gesto, che nelle loro intenzioni dovrebbe essere eroico, i due fanciulli vorrebbero sia ribellarsi all'autorità dei loro padri e sia cambiare il corso degli eventi delle rispettive famiglie... ma finiranno solo per combinare pasticci e guai (anche seri) a ripetizione. Per quanto mi riguarda, confesso che non ho minimamente capito il personaggio di Delphi: chi è realmente? E soprattutto, visto che lei stessa dice di non essere mai stata alla scuola di magia di Hogwarts, dove è stata nascosta in tutti questi anni? Altra cosa strana: TUTTI i bambini (sia figli di maghi che non) dotati di un qualche potere magico vengono mandati ad Hogwarts... perché lei no? Il finale scontatissimo (con il classico "e vissero felici e contenti") è pero azzeccatissimo ma, allo stesso tempo, lascia spazio ad un altro mio grosso dubbio: subito dopo che Voldemort uccide i genitori di Harry Potter (e con lo stesso Signore oscuro che ne viene distrutto), entra in scena (anzi, è già lì sul posto) Hagrid... Come è possibile? Come faceva a sapere cosa stava per succedere nella casa di James Potter? Boh…?
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