Jane Austen è una delle autrici inglesi più amate: ha scritto romanzi indimenticabili come “Orgoglio e pregiudizio” e “Ragione e sentimento”, ma la sua vita è stata segnata dalla solitudine e dalla povertà – L’approfondimento sulla sua vita e i suoi libri

La schiera di grandi scrittori che non hanno potuto godere in vita del successo meritato è folta e ricca di grandi penne: Jane Austen è una di queste. Il successo per lei arriva, con un’ironia tutta inglese, a un paio d’anni dalla sua morte, avvenuta il 18 luglio del 1817 forse per un’infiammazione alle ghiandole surrenali (anche se recenti studi ipotizzano un avvelenamento involontario da arsenico, l’amianto del Settecento). Jane, infatti, non ha mai firmato le proprie opere, e sarà il fratello Henry a dichiarare il nome dell’autrice al momento della pubblicazione postuma, nel 1818, di Persuasione e Northanger Abbey.

L'abbazia di Northanger di Jane Austen

Siamo in un secolo in cui le garanzie economiche, per una donna, dipendono dalla nascita o dal matrimonio, e per Jane Austen, nata nel 1775 nella modesta famiglia di un pastore di campagna, il denaro sarà un pensiero costante e la vita un’altalena tra la dignità e una povertà quasi estrema. Jane passa i suoi primi venticinque anni nella tranquilla casa di provincia in cui è nata, nello Hampshire: quando suo padre la informa che lei, la sorella Cassandra e la madre lo dovranno seguire nella caotica e modaiola Bath, è sconvolta al punto da svenire. Bath è una città che vive sui bagni termali ed è una frenetica “passerella sociale”: i prezzi degli affitti sono alle stelle e in pochi ci arrivano per restare. Per qualche tempo gli Austen vivono in una casa che affaccia su una bella piazza alberata (il retro ha un panorama meno gradevole, ma a Bath contano solo le prime impressioni), ma presto sono costretti a trasferirsi in un’abitazione più umile e insalubre, che porta il padre di Jane alla malattia e alla morte.

Il romanzo Ragione e sentimento

Da Orgoglio e pregiudizio a Emma: la vita non è un romanzo

Rimaste sole, una vedova e due nubili non più giovanissime, le Austen sono costrette ad affidarsi alla benevolenza dei famigliari. Si spostano così prima a Southampton, una città portuale sporca e malfamata, dove vive uno dei fratelli di Jane, Frank, e in seguito accettano l’aiuto di un altro fratello. Si tratta di Edward, figlio biologico degli Austen che da bambino è stato dato in adozione a due ricchi coniugi e che decide di lasciare in usufrutto alla famiglia d’origine un piccolo cottage. Jane può così tornare nello Hampshire. Sono anni duri: lei, con i suoi romanzi, è l’unica fonte di reddito per la piccola famiglia tutta al femminile. I suoi guadagni, però, non sono alti: i primi due libri pubblicati, Ragione e sentimento, del 1811, e Orgoglio e pregiudizio, del 1813, le danno da vivere per appena qualche anno, nonostante il secondo diventi subito un best-seller. Il diritto d’autore, infatti, non esiste ancora, e i proventi delle vendite andranno tutti all’editore che ha comprato l’opera per poche sterline. Anche Mansfield Park, pubblicato nel 1814, ed Emma, del 1815, non fruttano grandi guadagni: più cupi dei precedenti romanzi non raggiungono il successo sperato.

Nonostante fosse ben consapevole della libertà economica che un matrimonio poteva garantire, Jane Austen non si è mai sposata. Sappiamo con certezza che ha avuto un unico amore, durato appena un mese: Thomas Lefroy, giovane di belle speranze subito allontanato dalla famiglia per non rischiare un matrimonio infruttuoso con lei. Sua sorella Cassandra menziona anche un misterioso giovane conosciuto in vacanza a Lyme Regis, stazione balneare del Dorset, ma di lui non è restato neppure un nome. Jane, comunque sia, non ebbe molte proposte di matrimonio: oltre a essere piuttosto povera, non era particolarmente bella, ma la cosa peggiore era il suo senso dell’umorismo, la sua ironia affilata, inaccettabile in una giovane donna in cerca di marito.

Orgoglio e pregiudizio di Austen

Il dibattito sul femminismo

Le trame dei romanzi di Jane Austen, è risaputo, sono incentrate sulla questione matrimoniale. Presa ora seriamente, ora con ironia dissacrante, la ricerca di un marito è la principale fonte di preoccupazione delle eroine di Jane Austen e le storie si concludono sempre con dei matrimoni felici. Per questo motivo la scrittrice è stata tacciata spesso di antifemminismo, un giudizio scorretto e ingiusto, che non tiene conto di alcuni tratti fondamentali dei suoi testi. Non c’è infatti quieta sottomissione a una norma sociale vigente, né in Jane Austen persona e neppure in Jane Austen narratrice. Nonostante sia consapevole dell’importanza delle questioni economiche legate al matrimonio – e infatti nei suoi romanzi parla spesso e liberamente di soldi – Jane Austen nella propria vita non ha mai accettato la prospettiva matrimoniale come mezzo in vista di un fine. Come dirà una volta adulta a una delle nipoti, non bisogna accettare di sposarsi con qualcuno per cui non si provano sentimenti. Le sue protagoniste, d’altronde, riflettono questa visione: sono donne determinate e sincere, per nulla arrendevoli, alla ricerca di un lieto fine.

Sempre in merito alla questione femminile, non è da sottovalutare un altro aspetto: Jane Austen scrive i suoi romanzi a cavallo tra Settecento e Ottocento e contribuisce alla creazione di una nuova letteratura femminile realista. Nessuno dei sei romanzi completi di Jane Austen (o delle opere giovanili e dei testi incompleti) è un melodramma romantico: tutti i personaggi sono sottoposti a una profonda analisi psicologica, sia le sue donne sia i suoi uomini sono figure sempre complesse. Jane Austen abbonda nei dialoghi e lesina le descrizioni, riuscendo tuttavia a riportare al lettore una fotografia precisissima dell’ambiente in cui i protagonisti si muovono. Cinica e ironica, è capace di sondare senza pietà gli animi umani e le incongruenze del suo tempo.

Il romanzo Mansfield Park

Jane Austen: una scrittrice attuale

Potremmo dire che Jane Austen era più moderna degli anni in cui scriveva, certo, ma ciò non significa che non sia stata capita: il successo di Orgoglio e pregiudizio – la sua opera più felice e amata, quella che lei stessa definiva il “figlio prediletto” –, è immediato e anche gli altri romanzi cominciano ad avere una diffusione massiccia negli anni Venti dell’Ottocento.

Generazioni di giovani donne hanno tratto conforto dai suoi romanzi, si sono immedesimate in Elizabeth Bennet e in Katherine Morland e si sono innamorate di Mr Darcy, e anche tanti giovani uomini li hanno letti con piacere (Michele Mari, in Filologia dell’anfibio, menziona Jane Austen tra le letture fatte in caserma). Non credo, d’altronde, che Jane Austen abbia mai pensato ai suoi libri come a “letteratura per donne”, si limitava a scrivere quello che conosceva e che vedeva, e per questo sono a distanza di due secoli ancora completamente apprezzabili, divertenti e attuali, e superano qualsiasi divisione di genere.

E mentre i suoi romanzi adornano così tanti scaffali, di Jane, cosa ne è stato? Riposa nella Cattedrale di Winchester: dopo tante dimore infelici, finalmente ne ha trovata una al suo livello.

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