Il libro “Ti amo così come sei” raccoglie storie commoventi che vedono protagonisti animali che hanno adottato cuccioli di altre specie e se ne prendono cura con amore e dedizione…

“Ti amo così come sei” (Tre60) di Lisa Rogak raccoglie storie dolcissime e commoventi che vedono protagonisti animali che hanno adottato cuccioli di altre specie e se ne prendono cura con amore e dedizione: il dalmata e il suo agnellino, il pavone e la sua paperotta, l’orango e i suoi leoncini, il bulldog e i suoi scoiattolini… e molte altre “famiglie” tanto improbabili quanto irresistibili. Sembrano storie incredibili, ma sono tutte vere. Come quella che state per leggere…
Ed ecco un estratto da “Ti amo così come sei” di Lisa Rogak, pubblicato per gentile concessione di Tre60

Copyright © 2013 by Lisa Rogak
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Nimra la gatta e i suoi pulcini
Anche se non è provato che il genitore surrogato è più portato ad accettare un giovane animale di un’altra specie se tra i due esiste qualche rassomiglianza – come nel caso del dalmata Zoe e dell’agnellino dal manto maculato come il suo – è facile intuire che una affinità comunque non guasta. E’ precisamente ciò che si verificò con Nimra, una gatta di un anno che si prendeva cura dei suoi cuccioli a Madaba, in Giordania, quando adottò una nidiata di sette pulcini rimasti improvvisamente orfani nel 2007, dopo la morte della chioccia. Molti di loro erano dello stesso colore di Nimra, un arancione-rosso scuro, e quindi la possibilità che li prendesse, per cosı` dire, sotto la propria ala, era maggiore semplicemente perché condividevano il colore del manto. Qualunque fosse la spiegazione, la gatta che aveva adottato i pulcini, accogliendoli accanto ai neonati micini, fece scalpore tra i passanti di questa città appena a sud di Amman. Benché il latte fosse riservato solo ai suoi cuccioli, trattava gli orfani come fossero suoi: ogni volta che un pulcino dava segno di allontanarsi, Nimra lasciava perdere qualsiasi cosa stesse facendo per intercettarlo; quindi lo prendeva delicatamente tra i denti per ridepositarlo nella scatola di cartone dove si prendeva cura della sua nidiata allargata, di pennuti e felini.

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