Dopo il sangue di Parigi, il dolore, lo sconcerto, la rabbia, il disorientamento, l’ondata di tweet e commenti, è il momento di fermarsi a riflettere. E di leggere…

Dopo il sangue di Parigi, il dolore, lo sconcerto, la rabbia, il disorientamento, l’ondata di tweet e commenti, è il momento di fermarsi a riflettere. Per ragionare sulle cause dello scontro in atto, per provare a immaginare i possibili scenari, e per evitare di rispondere all’odio con altrettanto odio. In questo senso, i libri che vi consigliamo (molto diversi tra loro, con punti di vista a volte opposti, oltre che pubblicati in momenti storici differenti), possono essere d’aiuto. Si tratta di romanzi, saggi e autobiografie, e vengono proposti qui di seguito non in ordine di importanza.

Io sono Malala (Garzanti) di Malala Yousafzai (premio Nobel per la Pace 2014) e Christina Lamb, l’autobiografia della ragazzina diventata simbolo della lotta delle donne per il diritto alla cultura e vittima di un attentato in Pakistan nell’ottobre 2012. Attraverso la storia di Malala, il libro mostra la presa di potere dei fondamentalisti islamici e il progressivo arrendersi del popolo alla supremazia, dovuto anche alle leve morali e religiose usate;

Sottomissione

Sottomissione (Bompiani) di Michel Houellebecq, il romanzo fantapolitico dello scrittore più discusso d’Oltralpe, uscito a inizio 2015, immagina un partito a forte matrice islamica che vince le elezioni politiche nella Francia del 2022; 

La paura dei barbari (Garzanti) di Tzvetan Todorov: secondo l’autore, in un mondo dagli equilibri stravolti e diviso non più tra Oriente e Occidente o tra Nord e Sud, ma tra paesi dominati dal risentimento e paesi dominati dalla paura, è necessario riprendere in mano la riflessione sulla possibile convivenza con il diverso. In particolare, per lo scrittore bulgaro (che vive proprio in Francia), l’Europa, oggi preda della paura nei confronti dell’Islam, rischia di reagire in modo violento, provocando un duplice paradosso: da una parte “la paura dei barbari rischia di trasformare noi stessi in barbari”; dall’altra “rende il nostro avversario più forte e noi più deboli”;

Lettere contro la guerra (Longanesi) di Tiziano Terzani, reportage del grande giornalista, in un momento cruciale della storia recente (siamo all’indomani dell’11 settembre): da Kabul, Peshawar, Quetta, ma anche da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo rifugio sull’Himalaya, quello di Terzani è un pellegrinaggio di pace tra Oriente e Occidente. Il risultato è un libro ancora attualissimo;

È un timore giustificato quello nei confronti della religione inslamica? L’Islam è davvero, per sua natura, violento e antidemocratico come molti lo dipingono? Tahar Ben Jelloun, nel libro È questo l’Islam che fa paura (Bompiani), dialoga con sua figlia – francese di origini musulmane;

L’identità infelice di Alain Finkielkraut, pubblicato in Italia da Guanda: l’autore è tra i più apprezzati intellettuali e polemisti francesi;

Adonis_Violenza e Islam

-È in uscita sempre per Guanda Violenza e Islam di Adonis, tra i maggiori intellettuali  arabi d’oggi, in cui il poeta e saggista siriano spiega origini e cause profonde del terrorismo islamico, con una tesi provocatoria. Adonis affronta il tema della violenza come aspetto costitutivo dell’Islam e, passando al tempo presente, mette a fuoco i temi più drammaticamente attuali: il fallimento della Primavera araba, gli attentati terroristici, la nascita dell’Isis;

Nella testa di un jihadista

Nella testa di una Jihadista (Tre60) di Anna Erelle: una giovane reporter francese, Anna Erelle, ha indagato a fondo la «propaganda digitale» dello Stato Islamico e i metodi di reclutamento utilizzati dai jihadisti su Internet. Per comprendere meglio il fenomeno e realizzare un reportage, ha creato l’identità fittizia di «Mélodie» ed è entrata in contatto con Abu Bilel, un francese trasferitosi in Siria, braccio destro di Abu Bakr al-Baghdadi, califfo dello Stato Islamico, che dopo poche settimane le chiede di sposarlo. La giornalista parte per la Siria per raccogliere altre informazioni, ma non tutto va come deve andare. Dalla pubblicazione del suo testo Anna Erelle ha ricevuto diverse minacce ed è oggetto di una fatwa lanciata proprio dallo spasimante. Adesso vive sotto scorta e sotto falsa identità;

Lo stato del terrore

ISIS. Lo Stato del terrore (Feltrinelli) di Loretta Napoleoni, economista e studiosa dei terrorismi, in questo saggio spiega chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo. Scrive Napoleoni: “Quel che distingue questa organizzazione da ogni altro gruppo armato che l’ha preceduta e quel che ne spiega l’enorme successo sono la sua modernità e il suo pragmatismo”;

Il jihadista della porta accanto

-Anche il saggio Il jihadista della porta accanto. Isis, Occidente (Piemme) di Fouad Allam Khaled prova a spiegare dove ci porterà la jihad lanciata contro l’Occidente che in pochi mesi ha conquistato le terre di Libia, Iraq e Siria;

La rabbia e l'orgoglio Oriana Fallaci

La rabbia e l’orgoglio (Bur-Rizzoli) di Oriana Fallaci, il pamphlet della giornalista che ha diviso il mondo all’indomani dell’11/9, è molto citato in queste ore. Dopo un lungo silenzio la Fallaci tornò a pubblicare (rispondendo a Terzani sul Corriere della Sera), affrontando alle radici la questione del terrorismo islamico e parlando di sé, del suo isolamento, delle sue scelte rigorose e spietate. La risposta fu esplosiva, le polemiche feroci;

 

Lo spirito del terrorismo

Lo spirito del terrorismo (Raffaello Cortina) di Jean Baudrillard: pubblicato dopo l’11 settembre, questo saggio fa i conti con un evento assoluto; l’evento puro che concentra in sé tutti quelli che non hanno mai avuto luogo. Si potrebbe dire che la realtà è gelosa della finzione, che il reale è geloso dell’immagine. È una specie di duello, a chi sarà il più imprevedibile;

Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale (Garzanti) di Samuel Huntington, un saggio fondamentale, che ha avuto un enorme impatto sul pubblico americano e sul dibattito politico negli USA e nel mondo intero;

L’islam e la modernità (Ponte alle Grazie) di Slavoj Zizek,  pamphlet scritto dopo la strage di Charlie Hebdo: il filosofo di Lubiana ci costringe, nonostante tutto, a pensare, combinando la critica dell’ideologia alla dissertazione teologica, la prospettiva rivoluzionaria alla difesa degli ideali della Rivoluzione francese, la lettura psicoanalitica all’inchiesta giornalistica: e soprattutto mostrandoci un Islam sconfessato, radicale, perfino libertario, rispetto a quello propugnato da chi pretende, con una brutalità ostentata e senza freni, di affermare una fantomatica “fede” delle origini;

– L’Islam non è soltanto una religione, ma una concezione globale e integrata della storia, della cultura, dell’etica, del diritto. D’altro canto, proprio perché è vicino alle altre religioni monoteiste, spesso si crede di conoscerlo incorrendo in pregiudizi e luoghi comuni. Alessandro Bausani entra nei dettagli nel saggio L’Islam – Una religione, un’etica, una prassi politica (Garzanti).

Guerra santa e santa alleanza. Religioni e conflitto globale nel XXI secolo (Il Mulino) di Manlio Graziano, saggio che spiega come negli anni seguiti all’11 settembre e alle guerre in Afganistan e in Irak, il rapporto tra religione e politica è stato visto attraverso una lente deformante che ha portato a leggere ogni evento in termini di relazione tra islam e politica. Tale distorsione ha impedito di accorgersi che, in realtà, si trovano paladini della “guerra santa” tra i seguaci di tutte le religioni;

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Con gli occhi dell'Islam

Con gli occhi dell’Islam. Mezzo secolo di storia in una prospettiva mediorientale (Longanesi 2007, TEA, 2009) di Sergio Romano: dal Libano all’Iran, dalla Siria alla Palestina, dall’Afghanistan all’Iraq, senza dimenticare i conflitti etnico-religiosi nella ex Jugoslavia e in Cecenia, gli ultimi decenni hanno visto una serie di eventi legati l’uno all’altro come gli anelli di una catena ineluttabile, che ha determinato l’attuale situazione. Il Medio Oriente, afferma Romano, “non è ancora riuscito a creare la propria versione dello Stato moderno”. Tutto ciò non vuol dire che le società musulmane siano naturalmente allergiche alla democrazia, ma la libertà nasce quando è necessaria agli obiettivi di un ceto emergente. Di fronte a un così lungo processo di trasformazione, il miglior contributo che l’Occidente può dare è “stare alla finestra”, vale a dire evitare interventi intempestivi e non desiderati. Certamente l’Islam non può essere la soluzione di tutti i problemi, ma le “lezioni” occidentali avranno solo l’effetto di regalare nuovi adepti al nazionalismo più radicale;

Il califfato del terrore

Da Aleppo a Baghdad lo Stato Islamico guidato dal Califfo Abu Bakr al-Baghdadi ridisegna la geografia del Medio Oriente e incombe minacciosamente su di noi. Ma da dove vengono i jihadisti che vogliono purificare il mondo dagli infedeli? Ne Il Califfato del terrore. Perché lo Stato islamico minaccia l’Occidente (Rizzoli) le risposte del giornalista Maurizio Molinari;

La tirannia della penitenza

La tirannia della penitenza (Guanda) di Pascal Brückner, un libro in cui l’autore francese che negli anni ’70 si  accostò al movimento dei nouveaux philosophes, torna a trattare il tema della vergogna di sé, che egli crede di riconoscere come il male della civiltà occidentale contemporanea. Nel saggio parla della pressione che viene dal mondo musulmano, le cui autorità richiamano regolarmente gli occidentali all’autocritica, ma restano mute davanti alle violenze perpetrate in nome dell’Islam;

Il singhiozzo dell'uomo biancocon

Il singhiozzo dell’uomo bianco (Guanda), ancora di di Brückner: in questo saggio il filosofo, romanziere e polemista  si confronta invece con “un mito duro a morire”, il terzomondismo;

Palazzo Yacoubian

Palazzo Yacoubian e Chicago, due romanzi dell’egiziano Ala Al-Aswani pubblicati in Italia da Feltrinelli. Nei suoi libri lo scrittore si sofferma spesso sul racconto dell’estremismo;

Intrigo internazionale (Chiarelettere) di Giovanni Fasanella e Rosario Priore, che parte da una domanda di fondo: perché l’Italia dal 1969 è stata funestata dal terrorismo e dalla violenza politica? E che inseriamo in questa lista perché allarga il discorso, e racconta anche l’attuale “stato di guerra”, l’egemonia del Mediterraneo e spiega il controllo delle fonti energetiche che ci ha messo in rotta di collisione con l’asse franco-inglese che non ha mai sopportato il rapporto privilegiato dell’Italia con la Libia;

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Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio (E/o) dell’algerino Amara Lakhous, che racconta la piccola folla multiculturale che anima le vicende di uno stabile a piazza Vittorio a Roma e che sorprende per la verità e la precisione dell’analisi antropologica;

Nathan il Saggio (Garzanti) di Gotthold Ephraim Lessing è un capolavoro della letteratura tedesca dell’illuminismo: il poema della tolleranza religiosa, anzi, della tolleranza tout court; una delle lezioni più alte che un letterato abbia lasciato e quella di cui oggi l’umanità ha maggiormente bisogno;

 

Il grande califfato

Il Grande Califfato (Neri Pozza) di Domenico Quirico: il giorno in cui, per la prima volta, parlarono a Domenico Quirico del califfato fu un pomeriggio di battaglia ad al-Quesser, in Siria, dove Quirico era prigioniero. Abu Omar, il capo del drappello jihadista, fu categorico: «Costruiremo, sia grazia a Dio Grande Misericordioso, il califfato di Siria… Ma il nostro compito è solo all’inizio… Alla fine il Grande Califfato rinascerà, da al-Andalus fino all’Asia». Tornato in Italia, Quirico rivelò ciò che anche altri comandanti delle formazioni islamiste gli avevano ribadito: il Grande Califfato non era affatto un velleitario sogno jihadista, ma un preciso progetto strategico cui attenersi e collegare i piani di battaglia. Questo libro non è un trattato sull’Islam, e si tiene opportunamente lontano da dispute ed esegesi religiose. È un viaggio vero, con città, villaggi, strade e deserti, nei luoghi del Grande Califfato;

Il libro nero del califfato

Il libro nero del Califfato (Rizzoli) di Carlo Panella: proprio dall’allarmante “banalità del male” prende avvio l’indagine di Carlo Panella, tra i massimi esperti italiani di islam, che in questo libro va al cuore dello scisma che divide il mondo islamico, per spiegare la dinamica infernale da cui nasce e trae forza il fondamentalismo. La sua analisi smonta i luoghi comuni che colpiscono la maggior parte delle interpretazioni occidentali e delinea le molteplici realtà di un fenomeno che potrà essere sconfitto solo se compreso nella sua drammatica complessità;

Islam (Einaudi) di Malise Ruthven: sebbene le comunità musulmane da anni vadano radicandosi nei paesi non islamici (Italia compresa), in Occidente c’è ancora notevole confusione su quella che non è solo una religione, ma una cultura che interessa nel mondo oltre un miliardo di persone. Il saggio di Malise Ruthven analizza gli aspetti piú importanti dell’Islam, da quelli storici a quelli legati all’attualità: Maometto, il Corano, la guerra santa, e ancora la situazione politica irachena e algerina, la condizione femminile, la convivenza fra tradizione e modernità;

Adua

Adua (Giunti) di Igiaba Scego, la storia di Adua una donna matura che vive a Roma da quando ha diciassette anni. È una Vecchia Lira, così i nuovi immigrati chiamano le donne giunte in Italia durante la diaspora somala degli anni Settanta, ha da poco sposato un giovane richiedente asilo sbarcato a Lampedusa e ha con lui un rapporto ambiguo, complicato. Ma la voglia di tornare è forte. Un romanzo che racconta l’intrecciarsi delle vite di due immigrati e approfondisce la condizione umana di chi fugge dal proprio paese;

L'età dell'estremismo Belpoliti

Ne L’età dell’estremismo (Guanda), Marco Belpoliti rilegge la storia in un percorso che inizia negli anni Ottanta e procede a balzi avanti e indietro nel tempo per condurci dall’Iran di Khomeini al bunker di Bin Laden, dal cinema di Hitchcock alla fotografia di Basilico, dal Memoriale di Berlino alla guerra dei droni, da Babele a Hiroshima…

Parigi

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