Io so
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Sinossi
Il 14 novembre 1974 Pier Paolo Pasolini pubblica sul «Corriere della Sera» un articolo in cui, denunciando un’intera classe politica, afferma di conoscere i nomi dei responsabili delle stragi di Milano e di Brescia che hanno da poco insanguinato il paese. La sua voce è quella di «un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace». Il volume, che insieme a questo articolo raccoglie altri sette testi scritti tra il dicembre 1969 e il settembre 1975 (poco più di un mese prima dell’assassinio dell’autore), è un inno alla libertà di stampa e al ruolo civile degli intellettuali e un invito, ancora attuale e necessario, a pretendere chiarezza e a battersi sempre, con coraggio, contro l’omertà e la connivenza.
- ISBN: 8811605822
- Casa Editrice: Garzanti
- Pagine: 96
- Data di uscita: 31-10-2019
Recensioni
Piccolo volume pubblicato per ricordaci alcuni eventi che non vanno dimenticati mai. Ci fa porre alcune domande le cui risposte forse Pasolini intuiva e scandiva senza risultato. Intellettuale indimenticabile e menta rara. Vale la pena di essere letto.
Pasolini è stato talmente immenso che ha usufruito tutti i linguaggi artistici: probabilmente il fotone più lucente è stato il coraggio.
Io so! Due parole che, da sole, denunciano. Mettono paura. Quattro lettere che hanno un significato profetico, denso, echeggiante una verità celata ma non così bene. Paole che ancora oggi fanno riflettere su quanto il mondo non sia cambiato in 50 anni in cui si è proclamato a gran voce il progresso Leggi tutto
È un inno alla libertà, e al ruolo dell'intellettuale alla luce delle stragi in italia
Mi piacerebbe definirlo un provocatorio, nonché veritiero, saggio su un'Italia bigotta, menefreghista e spaventosamente attuale. Pasolini fotografa una società marcia piena di gente disgustosa. Lo scritto è vivamente indignato, rabbioso e cruento, per cui vale assolutamente la pena leggerlo.
Il primo libro che leggo di Pasolini, e ne sono rimasto folgorato fin dai primi brani. Un linguaggio crudo, onesto, drasticamente coraggioso, senza paura, da vero intellettuale, da uomo che ama, cerca e svolge un ruolo attivo nei confronti della Verità.
Il coraggio di Pasolini è ciò che più spicca in queste poche e dense pagine. Le sue osservazioni sono taglienti e fanno luce sulle oscurità dell'Italia di quegli anni.
Sconsigliato se non si conosce abbastanza la situazione politica degli anni 70, ma comunque uno spunto per guardare l’italia con occhi diversi, di un Intellettuale.
— tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti. Perché?
Dall'alto della sua preveggenza intellettuale, vedeva la passata civiltà rurale, variegata, povera ma ricca di lucciole, forse mitizzata, distrutta da una realtà capitalistica che grazie alla televisione tritava man mano le differenze culturali e imponeva un totalitarismo di stampo intestinale.
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