Gustave Flaubert (Rouen, 12 dicembre 1821 – Croisset, 8 maggio 1880) è uno dei più importanti scrittori francesi. Amante della tranquillità della campagna della Normandia, tanto quanto dei salotti parigini, tra le sue opere più celebri, a cavallo tra romanticismo e realismo, figurano “Madame Bovary” e “L’educazione sentimentale” – L’approfondimento

“Madame Bovary c’est moi!”: la frase pronunciata da Gustave Flaubert  (forse, perché ci sono pareri discordi sul fatto che sia effettivamente sua…) è probabilmente la confessione più sincera e il metro di paragone più adeguato per raccontare lo scrittore e la sua vita. Teso costantemente tra la ricerca della solitudine e la mondanità dei salotti parigini, tra il romanticismo e il realismo, tra le velleità sentimentali e la realtà delle relazioni umane, Flaubert è, con la sua eroina, il primo indiziato per bovarismo.

Madame Bovary

Gustave Flaubert, un romantico realista

Nato nel dicembre 1821, Gustave Flaubert è il figlio benestante, annoiato e apatico, di un chirurgo di Rouen. Fin da ragazzino si mostra evidente la duplice natura del suo carattere: per un verso sempre perso nei suoi pensieri, con una malattia nervosa che lo porterà ad avere, qualche anno più tardi, vere e proprie crisi epilettiche, il giovane Flaubert si diverte a immaginare storie, personaggi, vicende fantastiche. Per l’altro, invece, mostra dei tratti di grande ribellione nei confronti dell’autorità, è molto legato a pochi cari amici, e viene persino espulso dal collegio nei suoi anni liceali, ritrovandosi costretto a preparare il baccalaureato autonomamente.

Questo carattere doppio, ambiguo, sarà la costante caratteristica di Flaubert, e si rifletterà nella sua scrittura, pervasa sia da grande lirismo, sia da una precisione descrittiva meticolosa. Ugualmente divisa in due sembra la sua stessa vita: Flaubert, dai suoi anni universitari in avanti, passerà metà del tempo a Parigi, dove frequenta letterati, uomini di cultura, e salotti nobiliari, e l’altra metà a Rouen (e più tardi Croisset, sempre in Normandia), impegnato a scrivere in solitudine, con solo pochi legami famigliari a rallegrare le sue giornate.

Un amore impossibile

Appena quindicenne, Flaubert si innamora perdutamente di Élisa Schlesingér, donna sposata, più vecchia di lui di una decina d’anni. La relazione, destinata all’insuccesso, gli sarà d’ispirazione per uno dei suoi romanzi più celebri, L’educazione sentimentale, scritto in una prima versione nel 1845, e poi profondamente rimaneggiato per essere pubblicato nel 1869. Non limitandosi all’autobiografismo, L’educazione sentimentale utilizza la vicenda umana e romantica del protagonista, Frédéric Moreau, per tratteggiare l’affresco, ampio e dettagliato, di un’epoca e di una generazione.

L'educazione sentimentale, Flaubert

La relazione più lunga e rilevante di Flaubert, invece, è sicuramente quella con la poetessa, anche lei sposata, Louise Colet, una donna libera e assidua frequentatrice della vita mondana parigina. Una relazione che si protrae per un decennio, tra continue liti e abbandoni, per poi concludersi bruscamente con un netto allontanamento da parte dell’autore. Alla continua ricerca di un sentimento che non gli sembra possibile riprodurre in una dimensione domestica, Flaubert non si sposerà mai, cercando sempre quell’ideale sentimentale sognato dalla sua più famosa protagonista, Emma Bovary, che, tra le pagine del romanzo, Flaubert stesso guarda con indulgenza, attribuendo il suo sentimentalismo a troppo sdolcinate letture.

Da Gerusalemme a Cartagine

Tra i periodi passati in Normandia e quelli parigini, Flaubert ha anche l’occasione di viaggiare: nel sud della Francia, tra Marsiglia e la Corsica, con degli amici del padre tra il baccalaureato e l’università, e dunque in Italia, seguendo la sorella in viaggio di nozze. Qui, a Genova, ha l’occasione di vedere un dipinto di Bruegel che lo ispirerà per la stesura di La tentazione di Sant’Antonio. Anche questo romanzo vede due versioni: una del 1849, giudicata dai suoi amici letteralmente “da buttare”, e una del 1874 che, in ogni caso, avrà poco successo.

Salambò

Oltre alla Francia e all’Italia, Flaubert viaggia anche in Grecia e in Medio Oriente, tra l’Egitto, Gerusalemme, Beirut, e Tripoli, dal 1849 al 1851, e, più tardi, a Tunisi, per documentarsi per un altro grande romanzo, Salambò, ambientato nell’antica Cartagine.

Salambò, del 1862, è l’espressione delle istanze forse più romantiche di Flaubert, di quella tensione verso l’esotismo che esprime nelle costruzioni letterarie più liriche, pittoresche e passionali. Purtroppo, letterariamente parlando, il contraltare è una ricerca di erudizione troppo marcata, che provoca molte reticenze da parte di critici e lettori.

“Madame Bovary”: il successo e il declino

D’altronde Flaubert, dal periodo universitario ben inserito nel bel mondo della capitale, frequenta scrittori come Ivan Turgenev, Teophile Gautier, i fratelli Goncourt, George Sand, sua cara amica, e Guy de Maupassant, suo fedele discepolo. E, soprattutto, dal 1857 ha un successo e una notorietà inaspettate grazie alla pubblicazione di Madame Bovary. Il romanzo, che racconta una vicenda di insoddisfazione personale e adulterio, viene apprezzato sia dal pubblico sia dalla critica ma, come abbiamo detto, costa a Flaubert un processo per offesa al buon costume. Flaubert – che in ogni caso non viene condannato – è difeso da scrittori autorevolissimi, del calibro di Victor Hugo, e, complice l’attenzione mediatica, ha accesso al circolo di Mathilde Bonaparte.

Racconti di Flaubert

Quello che Parigi si aspetta da lui è un nuovo successo editoriale, ma tutti i romanzi successivi hanno un’accoglienza a dir poco tiepida. Solo qualche decennio più tardi, nel 1857, sembra accendersi nuova attenzione con l’uscita dei Tre racconti, l’affetto del pubblico, però, è ormai sbiadito e le vendite restano basse. Un declino che se, non va di pari passo con la stima del suo cenacolo, rimasta inalterata, sembra riflettere tutta la seconda fase della vita di Flaubert, gravata da lutti, problemi economici, e una crescente ricerca di solitudine nella campagna vicino a Rouen. Quando Flaubert muore, per un’ischemia, nel 1880, la notizia fa poco scalpore: il diciannovesimo secolo sta per finire e il mondo dorato della capitale, lassù in Normandia, sembra un lontano ricordo.

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