“Se la Chiesa cattolica, anziché essere ossessionata dalla sessualità, dilapidando preziose energie per una battaglia che si è poi rivelata fallimentare, avesse impiegato le sue forze per annunciare il messaggio di Gesù, forse la società oggi sarebbe un poco più civile e meno barbara, più generosa e meno egoista…”. Dopo la tragica morte di Emmanuel Chidi Namdi, a Fermo, e le polemiche sul razzismo, su ilLibraio.it il biblista Alberto Maggi riflette su quanto Gesù sia “inflessibile, e consideri l’insulto grave quanto l’omicidio…”

L’INSULTO CHE UCCIDE

È vero, “la storia non si fa con i se…”, però è legittimo meditare sugli avvenimenti della storia dell’umanità che potrebbero essere stati diversi “se…”, e la riflessione può aiutare a correggere un comportamento erroneo. Se la Chiesa cattolica anziché essere ossessionata dalla sessualità, dilapidando preziose energie per una battaglia che si è poi rivelata fallimentare, avesse impiegato le sue forze per annunciare il messaggio di Gesù, forse la società oggi sarebbe un poco più civile e meno barbara, più generosa e meno egoista. Secondo gli evangelisti, Gesù ha ignorato le tematiche sessuali e non le ha colpevolizzate, individuando l’impurità in quel che deteriora i rapporti umani (Mc 7,20-23). Non ci sono nelle sue parole rimproveri per i comportamenti sessuali, ma rivolge espressioni severissime e drammatiche, che purtroppo sono state pressoché ignorate o comunque passate per esagerazioni, per chi ingiuria l’altro.

Gesù proibisce severamente ogni forma di offesa tra i suoi seguaci, e lo fa con parole di fuoco. Nel Discorso della Montagna (Mt 5-7) l’evangelista Matteo presenta le condizioni poste dal Cristo a quanti vogliono seguirlo e collaborare con lui alla costruzione di una società alternativa, il “regno di Dio” per appartenere al quale si richiede una conversione, il cambiamento radicale dell’orientamento della propria vita. Per questo Gesù colloca al primo posto, tra i valori del regno, i rapporti tra gli individui, invitati a vivere come fratelli, e inizia con il divieto di uccidere (Es 20,13; Dt 5,17): “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna” (Mt 5,21-22).

Gesù esige che tra i suoi seguaci si disinneschi immediatamente ogni forma di rancore che può sfociare nell’insulto con il quale si getta in faccia al fratello tutto il proprio disprezzo. Se non si blocca sul nascere questo sentimento distruttivo, si giunge poi all’esclusione dell’altro dalla propria vita. Gesù è inflessibile, e considera l’insulto grave quanto l’omicidio. Chi elimina gli altri dalla propria vita, si esclude da quella di Dio. Con un linguaggio figurato e al contempo drastico, Gesù indica le conseguenze per chi insulta. Costui deve essere sottoposto al tribunale, proprio come gli omicidi, e chi estromette gli altri dalla propria vita, è meritevole della pena definitiva: finire nella Geènna, cioè nell’inceneritore dei rifiuti della città di Gerusalemme, figura dell’annientamento totale.

Perché queste parole di Gesù non sono state, e non lo sono tuttora, prese seriamente? Esse non sono consigli spirituali per gli eletti, ma norma di comportamento per tutti quelli che si dichiarano suoi seguitori. Chi insulta l’altro, chi mostra il suo disprezzo, chi esclude l’altro dalla propria vita non ha nulla da spartire con Gesù Cristo e non può in alcun modo definirsi cristiano.

L’AUTORE – Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana di Roma e all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Fondatore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» (www.studibiblici.it) a Montefano (Macerata), cura la divulgazione delle sacre scritture interpretandole sempre al servizio della giustizia, mai del potere. Ha pubblicato, tra gli altri: Roba da preti; Nostra Signora degli eretici; Come leggere il Vangelo (e non perdere la fede); Parabole come pietre; La follia di Dio e Versetti pericolosi. E’ in libreria con Garzanti Chi non muore si rivede – Il mio viaggio di fede e allegria tra il dolore e la vita.


Fare il male nel nome di Dio, travisando la sua Parola – di Alberto Maggi 

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