Poeta, regista, autore per il cinema e il teatro. Ma, soprattutto, intellettuale libero e coraggioso: Rossano Astremo ha dedicato un libro a Pier Paolo Pasolini

“(…) Sono cresciuto in una famiglia di umili origini, dove i libri non erano considerati una priorità assoluta. A casa, durante la mia infanzia e i primi anni della mia adolescenza non c’erano libri. Era piena di fumetti dei miei fratelli maggiori, ma di poesie, romanzi, testi teatrali non c’era traccia. Fu una insegnante di Italiano delle Scuole Medie che mi fece scoprire la bellezza e il potere della lettura. Ricordo che, per un progetto sul Neorealismo in Italia ci “costrinse” a leggere alcuni libri di autori italiani appartenenti a quel periodo storico-letterario. A me venne assegnato Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani, quello stesso Bassani che, agli inizi degli anni ’50, quando Pasolini giunse a Roma con pochi soldi e senza un lavoro, fu assai generoso nell’introdurlo nel mondo del cinema, consentendogli di scrivere le prime sceneggiature. Ricordo ancora l’incanto dei pomeriggi trascorsi nella lettura del tormentato sentimento provato dall’io narrante nei confronti di Micòl. Quella che, in un primo momento, mi apparve una perfida costrizione di un’insegnante masochista fu invece la mia salvezza. Finita la scuola, con tre lunghi mesi davanti a me prima dell’inizio del Liceo e senza neanche una libreria degna di tale nome nel mio paese d’origine, l’unica idea che mi venne fu quella di andare a bussare timidamente alla porta dei miei vicini. In quella casa ci abitava una signora sola, rimasta vedova e senza figli in giovane età, e la sua governante. Con la governante avevo un buon rapporto, era dolce e premurosa con me e fin da piccolo mi viziava donandomi caramelle e leccornie di ogni genere. Fu così che io e lei stabilimmo una sorta di patto. Io potevo leggere e sbirciare tra i libri che erano presenti nell’enorme libreria della signora, nelle ore in cui lei era a lavoro, ma al suo ritorno sarei dovuto fuggire lasciando ogni cosa al suo posto. E così avvenne. Ricordo quell’estate come una delle più belle della mia vita. La signora aveva un’intera sezione dedicata ai classici della letteratura mondiale e un’altra interamente occupata da libri di autori italiani del Novecento. E fu in quell’anno che lessi per la prima volta opere, tra gli altri, di Italo Calvino, Alberto Moravia, Cesare Pavese, Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini…”. Lo racconta Rossano Astremo nell’introduzione a Il poeta corsaro (La Nuova Frontiera Junior), libro che dedicato proprio a Pasolini. Un volume pensato per i lettori più giovani.

pier paolo pasolini

Nella stessa introduzione (disponibile integralmente su Minimaetmoralia) Astremo racconta dunque la scoperta, da lettore, dell’opera dell’autore di Ragazzi di vita. Come spiega lo scrittore salentino, Pasolini è stato tante cose: scrittore, poeta, regista e autore per il cinema e il teatro, un intellettuale libero e coraggioso, una figura spesso controversa da cui non si può prescindere in una piccola biblioteca di autori italiani del ‘900. L’autore ripercorre le tappe fondamentali della sua vita fino al drammatico omicidio e ai misteri che circondano la sua morte. E trova in quel “costante oscillare tra un profondo amore per la vita e una sua perentoria condanna” una delle chiavi di tutta l’opera di Pasolini e del fascino che ha esercitato su più generazioni.

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