Grazie al battito delle palpebre, Daniela Gazzano, autrice di “Le storie magiche della radura incantata”, ha potuto sfondare il muro di silenzio che la teneva separata da tutti e ritrovare i suoi affetti, come la fata bianca delle sue fiabe

“116.098 è solo un numero, un numero dietro cui si nasconde tanta fatica, ma soprattutto tanta voglia di comunicare, di esprimere i propri sentimenti nell’unico modo che conosco. 116.098 sono i battiti di ciglia che mi sono serviti per dettare le favole raccolte in questo libro. Quando mia figlia Camilla mi chiese perché non ero come le altre mamme, perché non avevo le stesse possibilità di chiunque altra, mi sono sentita molto disorientata e ho pensato di iniziare a scrivere per spiegarle ciò che mi era successo e i motivi di tutto ciò. L’esigenza di far comprendere ad una bambina ancora troppo piccola tutto quello che avevo passato, mi ha spinto a trovare le parole necessarie utilizzando il linguaggio simbolico delle fiabe, e attraverso personaggi e mondi fantastici, a trasmettere nel modo corretto i miei sentimenti, i miei ricordi e i miei valori. In questo modo lascio al mondo qualcosa di me, trasmetto ai miei figli, a tutti i figlie del mondo, ma anche agli altri che leggeranno questo libro, parte del mio spirito, un’immagine di ciò che un genitore dovrebbe tramandare ai propri figli: solide radici per affrontare le vicissitudini della vita, ottimismo e positività per viverla al meglio e un paio d’ali per realizzare i propri sogni”.

Così Daniela Gazzano racconta la nascita di un libro speciale, Le storie magiche della radura incantata (Salani, illustrazioni di Daniela Tieni). Un volume che raccoglie cinque fiabe nate dall’amore di una madre per i suoi figli.

Daniela, sposata e ha due figli, a seguito di una emorragia cerebrale è entrata in coma il 27 agosto 2005. Per un errore diagnostico è stata considerata per cinque mesi in stato vegetativo, mentre in realtà era cosciente. Daniela è affetta dalla Locked-In Syndrome (sindrome dell’uomo chiuso dentro o sindrome del chiavistello): il suo corpo è completamente immobile, ma riesce a comunicare con il battito delle ciglia. Proprio grazie al battito delle palpebre Daniela ha potuto sfondare il muro di silenzio che la teneva separata da tutti e ritrovare i suoi affetti, come la fata bianca di queste fiabe. Da allora la sua famiglia, amici e volontari hanno dato vita all’associazione no profit Gli amici di Daniela Onlus, impegnandosi ad aiutare e tutelare le persone con esiti da coma e le loro famiglie, creando progetti come ‘Casa D Mare’ nel comune di Laigueglia e ‘Brainfood’.

Non a caso, parte del ricavato del libro verrà devoluto alla realizzazione del futuro progetto ‘Casa D’, una struttura in grado di accogliere persone con esiti da coma e un loro familiare che non possono far rientro a casa.

Su Instagram e in generale sui social sono tanti i personaggi del mondo dello spettacolo che stanno sostenendo il progetto.

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