Il sole della California illumina tutto come fosse un set cinematografico. A North Shore Michael non ci è nato, ma ci è arrivato in affidamento alla zia quando la madre è finita in carcere per aver accoltellato il marito violento. Nello spazio di un cortiletto, Michael diventa amico della vicina, Bunny Lampert, la figlia del re del mercato immobiliare. È sul binomio continuo tra l’aspetto e la sostanza che si muove “La nostra furiosa amicizia”, romanzo di Rufi Thorpe, che il 15 febbraio alle 18 dialoga con la scrittrice e traduttrice nella Claudia Durastanti sulla pagina Facebook de ilLibraio.it

Il sole della California illumina tutto come fosse un set cinematografico. La cittadina di North Shore non è da meno, con le sue strade ordinate e le ville che nemmeno troppo piano si stanno mangiando le case più modeste.

L’aria che arriva dal mare è talmente profumata che neanche la spazzatura puzza, nota Michael, lui che a North Shore non ci è nato ma ci è arrivato in affidamento alla zia quando la madre è finita in carcere per aver accoltellato il marito violento.

La scuola locale è ottima, è un privilegio essere lì, e lo sa bene sua zia che fa due lavori pur di potersi permettere non lo stile di vita degli abitanti della città, bensì il diritto stesso di abitarla. Nello spazio di un cortiletto, Michael diventa amico della vicina, Bunny Lampert, la figlia del re del mercato immobiliare che tanto bene ha fatto per la città. Leggi: che ha speculato sullo speculabile, facendo schizzare alle stelle i prezzi delle case.

È su questo binomio continuo, tra l’aspetto e la sostanza, che si muove La nostra furiosa amicizia, romanzo di Rufi Thorpe, uscito in Italia per Bollati Boringhieri nella traduzione di Claudia Durastanti.

L’APPUNTAMENTO CON “LIBIVE” SULLA PAGINA FACEBOOK DE ILLIBRAIO.IT Il 15 febbraio alle 18 Rufi Thorpe dialoga Claudia Durastanti, scrittrice e traduttrice

Michael è il perenne nuovo arrivato: non si inserisce mai completamente nella scuola e, pur abituandosi alla vita a North Shore, pur considerandola casa sua, mantiene lo sguardo di chi osserva, cercando di scalfire la superficie dei luoghi e delle persone.

Il legame con Bunny è la parte più sincera della sua vita, perché i due possono essere veri l’uno con l’altra – il che non significa essere nudi, ma avere la libertà di indossare qualsiasi maschera rappresenti davvero chi si è. Non è un caso che una delle loro attività preferite sia guardare RuPaul Drag’s Race, nel cui artificio dichiarato Michael riconosce la possibilità di affermarsi pienamente.

Sono due le realtà di Michael: quella quotidiana, in compagnia di Bunny, l’unica persona con cui ha fatto coming out, e quella passata davanti al pc della zia, mentre tutti dormono, a studiare profili su Craigslist e prendere appuntamenti con sconosciuti.

Bunny è una persona che non ha segreti, eppure niente è davvero lineare nemmeno per lei: orfana di madre e priva di una figura parentale che sia un vero riferimento, non riesce più a smettere di crescere. Braccia lunghe, mani enormi, un metro e novantadue di altezza che la rendono un portento sul campo di pallavolo, ma poco attraente per i suoi coetanei.

Nei loro giochi, nella solitudine condivisa che annulla ogni abbandono, Bunny e Michael si amano profondamente, con il trasporto dell’amicizia dei sedici anni, che è assoluta.

Nonostante questo, la violenza che già aveva abitato la loro vita famigliare è solo appiattita lungo i marciapiedi ordinati di North Shore: prima riemerge attraverso un brutale fatto di cronaca, poi si infila nello spogliatoio della scuola, arrivando a ridisegnare il rapporto tra i due amici, nonché i loro destini.

La scrittura di Rufi Thorpe continua così a rimescolare i piani, a inabissarsi sotto la membrana di apparenza che gli adulti intorno cercano di mantenere intatta, dal re del mercato immobiliare, con i suoi mezzucci e il botulino, a zia Deedee, che dice a Michael di amare chi vuole ma di non portare uomini in casa.

Nessuno di loro è crudele: meschino a tratti, deludente spesso, però non malvagio, proprio come non è cattiva Bunny, nonostante quello che compirà nel corso della storia. Tutti loro sono ingarbugliati in una struttura che è ingiusta nelle sue premesse, e per ognuno di loro Thorpe ricava una spazio di umanità. In tal senso la forza di Michael non è solo un’intelligenza straordinaria, che gli permette di avere accesso al college, bensì un’intima connessione con le altre persone, di cui riesce a cogliere le sfumature senza tuttavia perdercisi dentro.

E, man mano che cresce, Michael si innamora di un uomo molto più anziano di lui, fa i conti con le azioni di Bunny e con le loro conseguenze, sempre cercando qualcosa, che sia una risposta a una domanda universale o un conforto che non può arrivare dalle sue origini, mentre le persone accanto a lui continuano a girare su sé stesse, nel tentativo di ribaltare tutto in loro favore e di ottimizzare quello che hanno, perché è questo il messaggio martellante della società: ogni persona è un investimento, e anche ciò che è più aberrante può essere monetizzato.

Le debolezze diventano punti di forza, non tanto in seguito a un percorso di autoconsapevolezza, quanto piuttosto per pura sopravvivenza; perché è chi rimane debole che viene sopraffatto.

North Shore potrebbe quasi essere un diorama da cui Michael tira fuori, osserva e rimette a posto ogni campione di stortura. Il suo non è un cammino di scoperta, dal momento che di molte cose è già consapevole: dal marciume imbonificabile del sistema carcerario, che conosce fin da bambino, al riconoscimento del privilegio che in diversa misura le persone del suo ambiente portano con sé. Il suo, quindi, è soprattutto un vero e proprio studio evolutivo – non a caso sarà la biologia evolutiva la sua materia di dottorato.

Per quanto sia portato per l’approfondimento, però, da solo non può conoscere completamente ogni cosa. È nel rapporto con Bunny, nello specchiarsi e rovesciarsi in lei, e nel constatarne le differenze, che Michael può davvero avvicinarsi a una sua verità: cosa porta A a diventare B e quali sono le condizioni che invece potrebbero deviare il percorso? Quali meccanismi sviluppiamo per andare avanti?

È con affetto profondo che accompagniamo Michael e Bunny nel loro divenire, con la nostalgia dei legami imprescindibili che sfidano l’età adulta e le sue regole.

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