I contagi aumentano, e in tutti noi cresce la preoccupazione. “Siamo angosciati, stanchi, confusi, spaventati”. Come reagire? Forse è il momento di approfondire (le cose belle, ma anche le cose brutte), come suggerisce la scrittrice Elisabetta Gnone in questa riflessione scritta per ilLibraio.it. In cui l’autrice della saga di “Fairy Oak” parla anche di scuola: “Studiate, informatevi, immergetevi in tutte le cose. Perché sapere fa bene all’anima, rilassa i muscoli e cura l’ansia…”

“In questi giorni mi torna in mente la battuta di quel film di un po’ di anni fa, Armageddon. Te lo ricordi?” mi dice P. J. al telefono da Milano. Sì, le rispondo. Un asteroide grande come il Texas si dirige verso la Terra con conseguenze catastrofiche. In fretta viene composta una squadra di improbabili salvatori che atterra sul bolide, lo mina dall’interno, rientra nell’astronave e sarebbe pronta a fuggire quando qualcosa s’inceppa. Non ricordo cosa, ma insomma tipo che la miccia si spegne. L’equipaggio deve decidere se sacrificarsi per salvare l’umanità oppure decollare e levare le tolle prima dell’esplosione. Segue un’animata discussione tra Bruce Willis, Ben Affleck e Steve Buscemi, che a quel punto spara la migliore battuta del film, che la mia amica vedrebbe bene in bocca agli studenti di oggi: “We go, we stay, we go, we stay… Make up you mind!”.

La realtà ha superato la fantasia. In tv si moltiplicano pubblicità di ansiolitici naturali, creme e cinture miorilassanti, “sistemi completi di riposo” che assicurano “zero pensieri”. Siamo angosciati, stanchi, confusi, spaventati.

Non ne posso più, confesso sconsolata. “Approfondisci cose belle!”, mi suggerisce P. J., positiva come al solito. “Individua una cosa che ti dia felicità e concentrati su quella”. Nel 2020? Non mi viene in mente niente.

Però, se ci penso bene, ricordo due momenti in cui ho percepito le pareti del mio stomaco accennare una lieve distensione: il primo quando il foliage è esploso nelle vigne intorno a casa, il secondo l’altro giorno, quando, ascoltando la radio mentre guidavo verso il market più isolato della regione, ho sentito Matteo Caccia parlare dei giovani imprenditori nigeriani che si ribellano alla corruzione del loro governo. Sentendo che la notizia mi faceva stare bene, arrivata davanti al negozio ho parcheggiato e ho finito di ascoltare la trasmissione prima di entrare a fare la spesa.

J. ha ragione, a ripensarci la mia tensione muscolare risente di nuovo di un lieve miglioramento. Perciò seguirò il suo consiglio e approfondirò queste due “cose belle”. Cercherò di sapere di più sui giovani imprenditori e le giovani imprenditrici che stanno cambiando il volto del loro paese, e indagherò le ragioni per cui certi anni, come adesso, i toni rossi del dolcetto e i gialli del moscato infiammano i vigneti, con languide sfumature di viola e di rosa, e in altri sbiadiscono quasi subito in un marrone marcescente. È il sole? La pioggia? Il caldo? L’alternarsi dei tre? Approfondire.

Mentre mi crogiolo in questo piccolo progetto “terapeutico” mangiando uno yogurt, becco in tivù una lezione del professor Massimiliano Biscuso sulle narrazioni filosofiche della peste. Cerco in fretta il telecomando per cambiare canale, ma il professore mi ferma. Ha un’esposizione efficace, che contrasta, o forse no, con una compostezza quasi marmorea. Sta elencando le conseguenze della peste sugli ateniesi descritte dallo storico Tucidide nel cinquecento avanti Cristo, in “Guerra de Peloponneso”: medici che muoiono più di altri perché più a contatto con il morbo, la sovversione di tutte le consuetudini sociali e la conseguente depressione che dilaga tra i cittadini già provati… Resto fino alla fine della lezione e mi sorprendo a scoprire che anche approfondire “cose brutte”, in qualche modo, mi fa stare meglio.

Informo P. J..

“Allora è approfondire la parola magica!” deduce lei. “Pensa se creassero un’App fatta come i videogiochi, con milioni di argomenti a disposizione. Ne scegli uno e accedi al primo livello. Quando l’hai completato, e hai accumulato abbastanza punti, accedi al livello superiore e approfondisci un po’ di più. E vai avanti così finché sai tutto e ti senti felice. Non sarebbe bello?”

Esiste già, P. J., si chiama scuola.

Lei si batte una mano sulla fronte e io mi riprometto di andare a vedere se esiste l’applicazione “App-profondisco” per scaricarla. E penso che se un asteroide puntasse diritto verso Terra, le scuole sarebbero l’ultima cosa che chiuderei. Stay, stay, dico d’istinto dentro di me, rispondendo all’esclamazione di Buscemi che la mia amica fa dire ai nostri studenti. Stay lì e studiate, informatevi, immergetevi in tutte le cose. Perché sapere fa bene all’anima, rilassa i muscoli e cura l’ansia. La scuola serve anche a questo.

“Vero” concorda P. J. “la conoscenza è un bagno caldo che profuma di speranza”.

IL LIBRO E L’AUTRICE – Nel 2020 cade il 15esimo anniversario della saga fantasy per bambini e ragazzi Fairy Oak, ideata da Elisabetta Gnone. La saga-bestseller, che ha avuto inizio nel 2005 con Il segreto delle gemelle e che conta 4 milioni di copie vendute, ha conquistato la fantasia di tre generazioni di lettori ed è stata tradotta in 23 Paesi. In occasione dell’anniversario Gnone ha pubblicato una nuova avventura del mondo fatato, La storia perduta.

Il tempo è passato e molte cose sono cambiate a Fairy Oak, e così capita di immelanconirsi riguardando vecchie fotografie davanti a un tè, ricordando vecchi amici e grandi avventure.Ma quando i ricordi approdano all’anno della balena, i cuori tornano a battere e i visi a sorridere. Che anno fu! Cominciò tutto con una lezione di storia, proseguì con una leggenda e si complicò quando ciascun alunno della onorata scuola Horace McCrips dovette compilare il proprio albero genealogico. Indagando tra gli archivi, le gemelle Vaniglia e Pervinca, con gli amici di sempre, si mettono sulle tracce di una storia perduta e dei suoi misteriosi protagonisti. E mentre il loro sguardo ci riporta nella meravigliosa valle di Verdepiano, si consolidano vecchie amicizie, ne nascono di nuove, si dichiarano nuovi amori e si svelano sogni che diventano realtà.

Elisabetta Gnone è anche la penna dietro alla saga Olga di carta. In passato è stata direttore responsabile delle riviste femminili e prescolari della Walt Disney, per la quale ha ideato la serie a fumetti W.I.T.C.H. Oggi vive con la sua famiglia sulle colline del Monferrato dove continua a scrivere libri.

 

Fotografia header: Yuma Martellanz