“C’è un Paese dove, quando gli studenti protestano accampati nelle tende fuori da tutte le Università, non ci si chiede perché stiano protestando, ma perché non vadano a vivere un po’ più fuorimano, se proprio non trovano casa a prezzi ragionevoli…”. Su ilLibraio.it la riflessione di Luisella Mazza, all’esordio con il romanzo “Bum bum bum”, in cui descrive l’esistenza di tanti “fuorisede della vita”. L’autrice, nata a Genova, vive a Londra, dopo un periodo passato a Barcellona e successivamente a Dublino…

FdP e FdL

C’è un Paese dove, quando gli studenti protestano accampati nelle tende fuori da tutte le Università, non ci si chiede perché stiano protestando, ma perché non vadano a vivere un po’ più fuorimano, se proprio non trovano casa a prezzi ragionevoli. Per esempio potrebbero andare a vivere a qualche centinaio di chilometri dalle Università che vorrebbero frequentare, o dal posto di lavoro che vorrebbero tenersi stretto, invece di fare tanto casino, che problema c’è? Evidentemente gli abitanti di questo Paese vivono tutti in centro, con il garage sotto casa e il giardino sul retro, e non sanno più cosa sia un fuorisede. Non si spiega altrimenti come in questo Paese le difficoltà dei fuorisede siano tanto difficili da capire, e ancor più da risolvere. Proviamo ad aiutarli ricordando chi sia, oggi, un fuorisede.

Il classico esemplare di fuorisede è stato fino ai nostri giorni il cosiddetto FdP, o fuorisede dei poveri, per lo Stato un domiciliato fuori dal suo comune di origine, che resiste con grandi difficoltà al carovita, tanto che al WWF già si parla di inserirlo nelle specie a rischio tra panda tibetani e yak peruviani. Prima di capire il perché dei recenti accampamenti di FdP, ed evitare che li scambiate per raduni di camperisti in panne, vale la pena ricordare che il fuorisede storico non è a rischio solo a causa delle ristrettezze economiche. Recentemente infatti un’altra specie di fuorisede si sta riproducendo a velocità straordinaria, e gli scienziati temono che a breve prenderà addirittura il sopravvento sull’FdP. Si tratta dell’expat, o FdL, fuorisede di lusso. Andiamo quindi a conoscere meglio questi due esemplari in un classico habitat: la domenica mattina, momento prediletto di riposo dalla dura vita da fuorisede.

FdL. Sveglia in una località esotica quale Dubai, oppure Hong Kong, o Cape Town, eccetera. Si dirige in cucina, dove lo attende un’elegante macchina del caffè a cialde ultrasottili, che gli dà il benvenuto facendo lampeggiare un Good Morning color caffelatte sullo schermo del suo smartwatch.

FdP. Sveglia in una località esotica quali Rozzano, o Susegana, o Borgoratti. L’esotismo è determinato dalla distanza da qualsiasi centro città: più è lontano, più è come prendere un volo per Parigi, ci vuole lo stesso tempo per arrivarci. Si dirige in cucina, dove lo attende una moka da sei col manico bruciato, che gli dà il benvenuto versandogli addosso il rimasuglio di caffè che nessuno dei coinquilini ha fatto lo sforzo di buttare da giorni.

FdL. Sceglie la cialda da una selezione di settantadue aromi caffeinici diversi, dal Long cold brew di Malibu al Tammurriata Nira Nira di Aversa. Sorseggia lentamente il contenuto in tazza Thun, sospirando con nostalgia nella luce dei faretti alogeni che si accendono al suo passaggio, e conclude che quello non è caffè, è acqua sporca.

FdP. Racimola il caffè da tre barattoli mezzi vuoti, cercando di ricordare dove hanno comprato il caffè con la cassa comune l’ultima volta, creando un’originale miscela di Arabica discount e supermercato d’ordinanza. Sorseggia lentamente il contenuto in tazza Mondo Convenienza, sospirando con nostalgia nella luce del neon che si accende a metà, e conclude che quello non è caffè, è acqua sporca.

FdL. Riflessione sul programma della giornata: andare a mangiare al Café Aubain a Parigi, o al Capital Club a Dubai, o al Black Flamingo a New York. Concludere lamentandosi con il cameriere, sventolando la sua American Express Black Platinum, che sarà anche tutto buono, buonissimo per carità, ma le lasagne con le polpette come le fa sua nonna ancora non le ha mangiate da nessuna parte.

FdP. Riflessione sul programma della giornata: andare a mangiare a casa di Mario, che deve finire il pacco di salame e grappa che gli mandano da casa. Lo mandano perché sennò chissà che porcherie finisce per mangiare. Concludere lamentandosi con la fidanzata di Mario, sventolando la scheda vincente del Fantacalcio, che sarà anche tutto buono, buonissimo per carità, ma le lasagne con le polpette come le fa sua nonna ancora non le ha mangiate da nessuna parte.

E così via. Come potete immaginare, nonostante le sottili affinità elettive, l’FdP e l’FdL non si incontrano quasi mai. Ma se si incontrano, accadono fenomeni misteriosi. Nel caso migliore, si ricordano di cosa li ha portati lì. A volte, torna loro in mente che scegliere di vivere lontano da casa, dagli affetti e dagli amici è stato l’unico modo possibile per inseguire i loro sogni, nonostante la solitudine  e le mille difficoltà che affrontano ogni giorno.

Nel caso peggiore, un sentimento condiviso di vendetta contro l’assenza del bidet li unisce, e li troverete alle feste in un angolo a sibilare sottovoce malignità sui presenti. Vi auguro che abbiate pagato la vostra quota di bollette, se non volete beccarvi un’occhiataccia.

Luisella Mazza bum bum bum

L’AUTRICE – Con una voce ironica e divertita, nel suo romanzo d’esordio, Bum bum bum (Fazi Editore), Luisella Mazza descrive l’esistenza di tanti “fuorisede della vita” che, uniti fra loro, spesso trovano la forza per andare avanti. Un libro che fa riflettere sulla necessità di cogliere l’attimo e ascoltare quello che ci consiglia il cuore, specie quando ci manca il coraggio e ci sentiamo persi. Un racconto commovente sul caos dell’esistenza e le difficoltà del vivere quotidiano.

Luisella Mazza foto di Benedict Davies

Luisella Mazza (foto di Benedict Davies)

L’autrice, nata a Genova nel 1982, vive a Londra, dopo un periodo passato a Barcellona e successivamente a Dublino. Laureata in Lingue straniere all’Università di Bologna e in Computing (Technological University Dublin), dal 2005 lavora in Google, specializzata nell’utilizzo della tecnologia al servizio della cultura, nella qualità dell’informazione e, più di recente, nei programmi Open Source. Coltiva la passione per l’arte e la diversità culturale, sviluppata in anni di lavoro e viaggi internazionali, in particolare negli Stati Uniti, in Africa, in Medio Oriente e in America Latina.

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