L’uscita dei Diari e taccuini (1941-1995) di Patricia Highsmith è l’occasione per approfondire la vita e le opere di un’autrice che è entrata a stretto contatto con il male, gli omicidi e gli intrighi. Una figura tormentata ed eccellente, sempre in fuga da se stessa. Tra Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Italia e Svizzera. La regina del mistery e anche tanto altro.

Incappare nei libri di Patricia Highsmith, a un certo punto della vita di un lettore o lettrice, è un’autentica fortuna e un pozzo infinito di storie, intrighi, sangue e divertimento.
Oltre a essere stata un’autrice molto prolifica, è considerata la regina del mistery, ma non solo. Highsmith ha riflettuto e scritto di convenzioni sociali, sul ruolo della donna, su omosessualità e religione.
Un vero e proprio punto di riferimento per la letteratura americana del ‘900, con il suo sguardo tagliente e le sue storie mozzafiato.

Chiunque sia anche solo entrato vagamente in contatto la serie di cinque romanzi intriganti basati sul personaggio manipolativo e seducente di Tom Ripley (La nave di Teseo, traduzione di Maria Grazia Prestini), può immaginare la ricchezza delle pagine scritte da questa grande autrice. Corteggiatissima dai registi, tabagista accanita, grafomane, amante appassionata e tante altre infinite cose. Qualche anno fa era tornata alla ribalta con l’uscita del film Carol, con Cate Blanchett, che racconta l’amore tra due donne negli Stati Uniti del 1950.

La pubblicazione dei suoi Diari e taccuini (La Nave di Teseo, traduzione di Viola Di Grado) curata da Anna von Planta è l’occasione perfetta per riscoprire o approfondire la figura Patricia Highsmith, scomparsa nel 1995 a settantaquattro anni.

I diari che sono stati selezionati per il pubblico, ottomila pagine di annotazioni e pensieri ridotte a oltre novecento, iniziano quando Highsmith ha vent’anni. Pat è una giovane donna indipendente, conduce una vita movimentata e politicamente impegnata nel Village, a New York. È curiosa, dell’intelligenza sferzante e dagli appetiti insaziabili. Ha fame di arte, amore, fama, sesso. I primi anni sono il suo tentativo di trovare un personale spazio creativo, nella creativa e caotica New York. Anche grazie alle sue numerose conoscenze e alla sua invidiabile vita sociale. Molti amori, molti racconti e commedie abbozzati, riflessioni sulla difficoltà di scrivere e folli cocktail party.

I cinquant’anni pubblicati sono stati divisi in cinque sezioni che provano a seguire i suoi spostamenti turbolenti. Da New York all’Europa, l’Inghilterra, la Francia e infine il paese che la ospiterà fino alla morte, la Svizzera.

Nei suoi taccuini si trovano i germogli delle opere che l’hanno resa famosa: la sua passione per i dettagli, per le morti violente e per l’anatomia e la psicologia che le permetteranno di scrivere dei capolavori del giallo come Sconosciuti in treno (La nave di Teseo, traduzione di Ester Danesi Traversari), o I due volti di gennaio (La nave di Teseo, traduzione di Francesco Vega), o Senza pietà (Bompiani, traduzione di Marisa Caramella) e la stessa fortunata serie di Ripley.

Nei diari, la Pat che si intravede è mutaforme, come i suoi personaggi, ed è spesso in aperto contrasto con il suo genere. È queer, potremmo dire oggi, e non si riconosce nelle convenzioni sociali, nelle etichette. Si sente un uomo, attratto dalle donne.

Highsmith non ha mai desiderato la pubblicazione di una sua biografia, alla quale si è fermamente opposta, e aveva posizioni contrastanti anche rispetto al pubblicare i suoi diari. Se da un lato sembra abbia pianificato a lungo la loro uscita, almeno in un’occasione tentò di bruciarli tutti. Lasciò poi la decisione al suo esecutore testamentario e letterario, Daniel Keel, che ha optato per la pubblicazione.

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La lettura di diari è sempre un tuffo a candela nella vita di un altro essere umano, l’immersione profonda nei pensieri più intimi. Il fascino che prova il lettore è quello di risolvere un grattacapo, svelare il mistero che sta dietro la vita di un altra persona, in questo caso nella mente di un’autrice capace di confondere le acque e stravolgere la realtà.
Può sembrare voyeuristico, ma per lo studioso, per l’appassionato, per chi davvero vuole comprendere a fondo l’opera e lo scrittore, sono un bene preziosissimo. E, in questo caso, davvero una miniera inesauribile di parole.

“Stasera ho avuto la forte sensazione di essere sfaccettata come una palla di vetro, o come l’occhio di una mosca. (…) è ciò che la gente vede quando mi parla, quando mi prende da parte per qualche motivo, e dice: “Hai una vita davanti. Sarai qualcosa. Farai qualcosa.” Ne sono tutti abbastanza certi. Più certi, a volte, di me, ma in verità no. Un giorno troverò la sfaccettatura”.
Patricia Highsmith nel 1942

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