“I principi di normalità e di specialità hanno contribuito e contribuiscono entrambi a costruire il pensiero e le pratiche dell’educazione inclusiva, ma…”. Su ilLibraio.it la riflessione di Dario Ianes, professore ordinario di Pedagogia dell’inclusione, co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento e, insieme a Heidrun Demo, autore di “Specialità e normalità? – Affrontare il dilemma per una scuola equa e inclusiva per tuttə”

I principi di normalità e di specialità hanno contribuito e contribuiscono entrambi a costruire il pensiero e le pratiche dell’educazione inclusiva.

Il primo mette l’accento sull’uguaglianza di valore fra tuttə ə bambinə e ə ragazzə e il loro pari diritto a un’educazione di qualità. Sottolinea inoltre il valore di luoghi formativi normali che accolgano tuttə in un contesto democratico e garantiscano la partecipazione a un curricolo comune, quello di tutti/tutte. È questo il grande valore identitario e di accoglienza del principio di normalità.

Il principio di specialità porta invece a guardare l’unicità di ognunə e a dare un’attenzione particolare  (e tecnicamente evoluta, sulla base delle più recenti ricerche scientifiche) a bambinə e ragazzə che per qualche ragione (marginalizzazione o vulnerabilità) faticano a godere pienamente dell’offerta formativa e rischiano dei fallimenti. Questo principio evidenzia l’importanza di costruire un’offerta formativa plurale che permetta di intervenire in modo mirato per limitare l’impatto di marginalizzazione e vulnerabilità ed evitare degli insuccessi in ambito formativo, particolarmente pericolosi nelle situazioni di disabilità, disturbi specifici dell’ apprendimento, Bisogni Educativi Speciali. È questo il grande valore tecnico degli interventi specifici che portano a risultati importanti in termini di abilitazione e apprendimenti anche in situazioni complesse.

Entrambi i principi sono forze che contribuiscono a migliorare l’educazione inclusiva. Allo stesso tempo, nessuno dei due è sufficiente da solo. Entrambi sono parziali ed entrambi implicano dei rischi: solo normalità rischia di ignorare le specificità e la necessità di interventi speciali, solo specialità rischia di separare, tecnicizzare gli interventi in contesti specifici, perdendo il valore della normalità che accoglie tutti e dà identità sociale.  Attraverso il dispositivo della dialogica della “Speciale Normalità”, proponiamo di pensarli insieme per uscire da questa situazione dilemmatica.

Mettere in dialogo normalità e specialità ci permette in primo luogo di individuare un terreno comune, di intersezione che supera una loro contrapposizione dicotomica. Riconoscere l’unicità di ogni soggetto che apprende porta la specialità nel campo della normalità e spinge allo sviluppo di un’offerta formativa normale che si faccia plurale nel rispetto di quelle molteplici singolarità. Questa non è però una soluzione statica: richiede di essere costantemente monitorata e sviluppata, ponendosi alcune domande che richiamano i rischi che uno sbilanciamento verso la normalità o verso la specialità comporta. Come riconoscere l’unicità di ognunə evitando l’appiattimento ingiusto di tutti gli alunni come se fossero uguali, ma anche forme di etichettamento e stigmatizzazione per situazioni di marginalità e vulnerabilità? Come dare vita a un’offerta formativa plurale che unisca senza omologare o standardizzare, ma al contempo garantisca interventi specifici di supporto a marginalità e vulnerabilità senza isolare e delegare? In questo senso, la speciale normalità contribuisce a costruire uno spazio dialogico in cui i due principi di normalità e specialità possono continuamente correggersi e contaminarsi, potenziando il loro valore per lo sviluppo di un’educazione inclusiva e limitando i rispettivi rischi.

Specialità e normalità

IL LIBRO E L’AUTORE – Dario Ianes è professore ordinario di Pedagogia dell’inclusione alla Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano-Bozen, e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento.

Insieme a Heidrun Demo è autore di Specialità e normalità? – Affrontare il dilemma per una scuola equa e inclusiva per tuttə (Erickson), che parte dalla domanda: come si possono conciliare “speciale” e “normale” nella didattica? A livello nazionale, cresce la preoccupazione per come la scuola fatichi a contribuire alla formazione di una società giusta e democratica, in cui ciascunə possa realizzarsi personalmente. Una società capace di affrontare le grandi sfide del futuro, dalla crisi ambientale alla povertà.

Il cambiamento richiede un investimento economico ma anche, e soprattutto, una direzione chiara verso cui muoversi, perché pensare a quale educazione vogliamo significa chiedersi quale società vogliamo. Con Specialità e normalità Dario Ianes e Heidrun Demo intendono contribuire a immaginare questa direzione per una scuola – e una società in senso più ampio – che coinvolga in un percorso unico ma non uniformante, che riconosca e nomini le marginalità senza etichettare e stigmatizzare, che assicuri sostegni senza con questo isolare e delegare.

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Fotografia header: GettyEditorial 01-07-2021

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