Famiglie disfunzionali, padri abrasivi e feriti che decidono – di punto in bianco – di ritirarsi e lasciare ai figli la conduzione del loro impero, economico o reale, con tutte le difficoltà che la loro presenza – e la loro assenza – comportano. Da “Re Lear” a “Erediterai” la terra di Jane Smiley, libro vincitore del Premio Pulitzer nel 1991, che ora torna nelle librerie italiane…
Se l’autrice statunitense Jane Smiley, pluripremiata e amatissima in patria, avesse pubblicato oggi Erediterai la terra (La Nuova Frontiera, traduzione di Raffaella Vitangeli) si sarebbe potuta tracciare una linea chiara tra lo show HBO Succession e questo libro delicatissimo e feroce.
Re Lear di William Shakespeare
Entrambe le opere prendono i natali dalla prima, grande, indimenticabile storia di famiglia disfunzionale studiata tra i banchi di scuola: Re Lear di William Shakespeare, dove Re Lear letteralmente affetta il suo regno per assegnarlo alle sue figlie, le quali però, in cambio, dovranno dimostrare il loro affetto incondizionato verso di lui.
Il racconto di questo inevitabile bagno di sangue avviene dal punto di vista del padre, forse senile, forse solo un uomo abituato a stare al centro dell’attenzione. Questo suo ritirarsi dalle scene diventa dunque un modo per esserne sempre più il protagonista, distante e venerato. Il sogno di qualsiasi vanesio.
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Che è ciò che fa anche Logan Roy, il Re Lear della serie tv Succession, un personaggio liberamente ispirato al realissimo Rupert Murdoch, lusingando i suoi figli – in questo caso due maschi e una femmina – con l’eventualità di ereditare l’intero patrimonio e l’impero mediatico della Waystar Royco. Ma, soprattutto, torturandoli con la possibilità che ognuno di loro possa essere il preferito del papà, che sia per una particolare qualità innata, per un guizzo di genio durante una call conference, per un motivo profondo o superficiale. Li manipola fino a deumanizzarli, risucchiando la loro personalità, in un disperato tentativo di percepire il loro amore, senza mai manifestarne in cambio.
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Erediterai la terra di Jane Smiley
In Erediterai la terra di Jane Smiley Re Lear è Larry Cook, già a prima vista meno diabolico e orrendo di Logan Roy, ma ugualmente egocentrico. È un agricoltore che, con il suo duro lavoro e grazie alla sua intelligenza (e forse ogni tanto astuzia), ha incrementato i suoi possedimenti, rendendo quello che era terreno paludoso e inospitale, una delle fattorie più grandi e redditizie di Zebulon, Iowa. Vive da solo, la moglie è morta da molti anni, ma nelle case che circondano la sua abitano le sue due figlie maggiori con i loro mariti.
Il punto di vista
E qui c’è l’eccezionale cambio di prospettiva che Smiley opera in Erediterai la terra: l’intera narrazione è dal punto di vista della sorella maggiore, Ginny, quella che si è sposata per prima, ma che non ha ancora avuto il privilegio di avere dei figli – cinque sono stati gli aborti negli ultimi anni, ma non si è ancora arresa.
Ginny è sposata con Ty, ed è una donna apparentemente tranquilla, placida come una delle vacche allevate nella fattoria.
Accoglie con sorpresa la decisione del padre di lasciare tutta la terra a loro figlie e ai loro mariti e di andare in pensione. Larry non vuole più mettere becco in nessuna delle decisioni successive, né dare fisicamente una mano. Anche Rose, la sorella mediana, e Pete, il marito di questa, sono stupiti, ma è uno stupore passeggero, che cede il posto all’organizzazione, alla visualizzazione di un nuovo futuro.
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Solo Caroline, la più piccola e la più amata – che non è sposata e fa l’avvocato a Los Angeles – esprime una leggerissima titubanza, e per questo viene tagliata fuori da Larry.
Ginny è un occhio vigile, che non vuole domandarsi se vuole bene o meno a suo padre. Che cerca di giustificare tutti, dalle sorelle, ai mariti. Che prova a tenere tutto insieme, anche quando non funziona, anche quando sua sorella Rose, più fumantina di lei, la mette davanti a tutto ciò che non va. È lo spirito profondo delle pioniere americane che hanno conquistato la terra, sopportato inverni gelidi, rivoltato zolle ghiacciate, partorito figli che avrebbero reso quel posto migliore.
Ma Ginny è solo apparentemente cheta, nasconde (anche a se stessa) le braci del suo passato, del suo dolore, ma anche il tizzone ardente di un possibile futuro.
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Le rivalità – poco a poco, con delicatezza – verranno a galla, i desideri verranno al pettine, e la rabbia, così attentamente pressata e nascosta sotto al tappeto, non potrà che fuoriuscirne in un magistrale dramma famigliare, così intenso e universale che appofondisce ed esplora le conseguenze delle proprie scelte e di quelle di chi amiamo, ma che non sempre si comporta come è meglio per noi.
Jane Smiley è un’esperta tessitrice di storie e di trame che si intrecciano, ha pubblicato 17 libri, tra romanzi e saggi. Con Erediterai la terra, oltre ad aver vinto il Pulitzer, si è anche aggiudicata National Book Critics Circle Award. In Italia era stato pubblicato nel 1992 con il titolo La casa delle tre sorelle, mentre nel 1997 ne fu fatto un film, Segreti con Jessica Lange, Michelle Pfeiffer e Jennifer Jason Leigh nei panni delle tre protagoniste. Una nota di colore, che poco rappresenta il libro, ma che bene racconta il paese in cui è ambientato: nel 2023 questo libro è stato inserito tra i libri proibiti, banditi da una scuola dell’Iowa.
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Nata a Los Angeles nel 1949, Jane Smiley è nota anche per il suo lavoro come critica letteraria e insegnante di scrittura, e perché è una di quelle autrici molto amate dai suoi colleghi scrittori e scrittrici.
Erediterai la terra è un romanzo sul potere delle radici, sulla difficoltà dei rapporti familiari e sui legami, di sangue o meno. Un adattamento di un grande classico, in una chiave moderna che dà finalmente voce alle figlie, alle vere protagoniste di quella eredità.
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