“La coscienza di Zeno” di Italo Svevo è considerato uno dei capisaldi della letteratura italiana del primo ‘900, con la sua moderna impostazione psicologica, il suo narratore inaffidabile e la sua struttura frammentaria. Se non l’avete ancora letto, se volete (ri)scoprirne la trama e le caratteristiche, o anche solo l’impatto che ha avuto nel panorama culturale nei decenni successivi alla sua pubblicazione (risalente al 1923), ecco un viaggio nel capolavoro del grande autore triestino…

Dato alle stampe nel 1923, La coscienza di Zeno è il romanzo più celebre di Italo Svevo (1861-1928), figura chiave della letteratura italiana della prima metà del XX secolo.

Ambientata nella Trieste di fine Ottocento-inizio Novecento, l’opera ci viene presentata come il diario psicanalitico di Zeno Cosini, che lo redige su consiglio del suo medico.

Si tratta di un romanzo originale e fortemente innovativo per l’epoca, strutturato in otto capitoli episodici e caratterizzato da una narrazione soggettiva e discontinua, che mette al centro della scena un antieroe borghese (o meglio, un inetto) in costante oscillazione tra desideri, nevrosi e autoinganni, e portato a interrogarsi costantemente sul senso dell’esistenza.

Se non l’avete ancora letto, se volete (ri)scoprirne la trama e le caratteristiche, o anche solo l’impatto che ha avuto nel panorama culturale nei decenni successivi alla sua pubblicazione, in questo articolo ripercorriamo gli elementi chiave di uno dei primi romanzi psicologici moderni a essere stati concepiti nel nostro Paese…

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

La coscienza di Zeno: di cosa parla, in breve

Copertina del libro La coscienza di Zeno di Italo Svevo

Cominciamo con il ribadire che La coscienza di Zeno non è un testo basato su una trama lineare, ma piuttosto un insieme di memorie e riflessioni personali scritte dal protagonista come parte di una terapia psicanalitica.

L’opera si apre con una premessa del suo medico, il dottor S., che decide di pubblicare questi scritti per vendicarsi dell’abbandono improvviso del paziente, e segue poi un ordine tematico, anziché cronologico, dedicando ogni sezione a un aspetto centrale della vita di Zeno: il vizio del fumo, il rapporto con il padre, la scelta della moglie, le relazioni extraconiugali, il lavoro

Ogni argomento, peraltro, è affrontato con uno stile ironico e spesso incoerente, segno di quanto Zeno sia un narratore inaffidabile, sempre pronto a giustificare le proprie debolezze.

Al di là dei capitoli più famosi de La coscienza di Zeno, e cioè quelli sul fumo e sulla figura paterna, la narrazione si sofferma poi sul matrimonio con Augusta, donna semplice e fedele che inizialmente Zeno aveva scartato in favore delle sorelle più affascinanti, ma che si rivelerà invece la presenza più solida della sua vita, nonostante il senso di inadeguatezza che continuerà ad accompagnarlo.

Tra gli aspetti più significativi del romanzo va menzionata anche la sua relazione con Carla, l’amante a cui Zeno si lega “per sentirsi normale”, ma con cui finirà per creare una situazione ancora più complicata, da cui oltretutto non sarà lui a decidere di allontanarsi.

Per non parlare della sua attività lavorativa, in cui raggiungerà il successo senza essersi impegnato poi granché, a riprova del fatto che nella sua vita sembra contare più il caso che la volontà.

Dopodiché, l’opera si chiude con un capitolo filosofico-scientifico, nel quale Zeno parla del progresso e delle storture del mondo moderno, arrivando a ipotizzare – in un crescendo di inquietudine – che la vera malattia dell’uomo contemporaneo sia la sua incoscienza.

Alcune curiosità su La coscienza di Zeno

Pur essendo ambientato in una Trieste coeva all’autore, La coscienza di Zeno non insiste mai su una descrizione dettagliata dei luoghi geografici: la città rimane sullo sfondo, sfumata e quasi astratta, mentre l’interesse di Italo Svevo si rivolge più all'”ambiente mentale” nel quale si muove il protagonista.

Anche se a rendere davvero originale la storia, lo anticipavamo, è la sua struttura disordinata, ricca di digressioni, flussi di coscienza e contraddizioni: se si presta attenzione, si noterà infatti che l’intento di Zeno non è quello di confessarsi a cuore aperto, bensì di raccontare gli eventi piegandoli alla propria visione, o cercando addirittura di manipolare chi legge.

Una peculiarità che, al pari del frequente ricorso dell’autore a termini quotidiani e dialettali, fa del testo un esperimento di rottura rispetto alla tradizione precedente, ancora affezionata a uno schema più realistico e a uno sviluppo uniforme e più forbito dell’intreccio.

Un altro aspetto significativo de La coscienza di Zeno riguarda l’influenza indiretta (e però sempre tangibile) della filosofia mitteleuropea sul romanzo, che si riflette non tanto nei suoi contenuti, quanto nella sua impostazione.

Ci troviamo infatti davanti a una autobiografia “obbligata” da uno psicanalista (la cui lettera iniziale richiamerebbe in maniera velata il nome di Sigmund Freud), ma che finisce per trasformarsi in una sottile accusa al metodo terapeutico.

Senza dimenticare il rapporto ambivalente tra salute e malattia che emerge fra le pagine: Zeno intende curarsi perché pensa che i sani siano i borghesi ben integrati nella società, se non fosse che poi la dolce moglie Ada scopre di avere il morbo di Basedow e l’intraprendente cognato Guido fallisce negli affari, rendendo sempre più ambigua la distinzione tra questi due concetti.

Scopri il nostro canale Telegram

Seguici su Telegram
Le news del libro sul tuo smartphone

Ogni giorno dalla redazione de ilLibraio.it notizie, interviste, storie, approfondimenti e interventi d’autore per rimanere sempre aggiornati

Inizia a seguirci ora su Telegram Inizia a seguirci ora

Per di più, nel finale, è la guerra a portare all’azienda in cui lavora il protagonista i profitti che gli fanno ritrovare la salute economica, portandolo a stare meglio e a maturare una considerazione paradossale: forse la vita è malata in sé, e solo una catastrofe totale potrebbe riportare ordine nel caos.

“Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie”: non per niente si chiude così, La coscienza di Zeno, profetizzando il disastro bellico e nucleare che di lì a qualche decennio si sarebbe verificato durante i due conflitti mondiali.

La citazione più memorabile

Come abbiamo visto, La coscienza di Zeno è tutto fuorché il resoconto di una vita risolta: il protagonista si lascia andare a pensieri tortuosi e talvolta spietati, cercando a qualunque costo di attribuire cause e colpe ai propri fallimenti interiori ed esteriori.

Una tendenza che emerge in maniera netta già nel primo capitolo, quando Zeno ci racconta ossessivamente del suo desiderio di smettere di fumare e della sua continua e vana promessa di una “ultima sigaretta”, simbolo della sua incapacità di prendere delle scelte definitive.

Scrive quindi Italo Svevo, in uno dei passaggi più memorabili dell’opera:

Una famosa citazione tratta da La coscienza di Zeno di Italo Svevo

La riflessione di Zeno, a metà tra l’autoaccusa e l’autoillusione, ci porta qui a interpretare il suo vizio non solo come una scusa, ma anche come una fragile barriera tra sé stesso e le aspettative irrealistiche che nutre sul proprio conto.

E c’è di più, dal momento che il fumo si fa al tempo stesso metafora della sua esitazione esistenziale, condensando in poche righe la tensione di un personaggio estremamente moderno, scisso tra l’anelito al cambiamento e il timore paralizzante di doverlo affrontare sul serio.

Scopri la nostra pagina Linkedin

Seguici su Telegram
Scopri la nostra pagina LinkedIn

Notizie, approfondimenti, retroscena e anteprime sul mondo dell’editoria e della lettura: ogni giorno con ilLibraio.it

Seguici su LinkedIn Seguici su LinkedIn

L’autore

Lo scrittore Italo Svevo

Lo scrittore Italo Svevo (WikiCommons)

Quinto di otto figli sopravvissuti su quindici, Italo Svevo – pseudonimo di Aron Hector Schmitz – nacque a Trieste (all’epoca parte dell’impero austro-ungarico) nella notte tra il 19 e il 20 dicembre 1861, in una famiglia della borghesia ebraica.

Cresciuto in un ambiente multiculturale, che lo spinse ad appassionarsi presto alla letteratura, studiò prima nella sua città natale e poi in Germania, venendo attratto fin da giovane dalla lingua e dalla cultura tedesca – e specialmente da pensatori come Arthur Schopenhauer (1788-1860), Friedrich Nietzsche (1844-1900) e Sigmund Freud (1856-1939).

Dopo aver lavorato per anni come impiegato in banca, passò a dirigere l’azienda del suocero nel settore delle vernici sottomarine. E fu proprio durante quegli anni che, nonostante i molti impegni e le diverse aspettative del padre, scrisse i suoi primi romanzi: Una vita nel 1892 e Senilità nel 1898, entrambi accolti con una certa indifferenza da parte di pubblico e critica.

Fu solo grazie all’amicizia con James Joyce (1882-1941) – conosciuto a Trieste, dove il grande scrittore irlandese insegnava l’inglese – che venne incoraggiato a riprendere a scrivere e a dare vita a quello che sarebbe diventato il suo capolavoro: La coscienza di Zeno.

Pubblicato nel 1923 a spese dell’autore, il romanzo venne inizialmente letto da un pubblico esiguo, ma fu poi lodato da diversi intellettuali del calibro di Eugenio Montale (1896-1981), diventando con il tempo un punto di riferimento della narrativa del primo ‘900.

I temi della psicanalisi, dell’identità frammentata e delle deformazioni della modernità attraversarono tutta la sua produzione, facendo di Svevo un precursore della letteratura dell’inconscio al pari di autori come Marcel Proust (1871-1922) o Franz Kafka (1883-1924), benché il suo fosse uno stile più pungente e composito.

Lo scrittore scomparve poi improvvisamente nel 1928, a causa delle complicazioni di un incidente stradale; la sua opera venne riscoperta e apprezzata pienamente solo dopo la sua morte, portandolo a essere considerato tra gli autori più importanti della letteratura italiana del secolo scorso.

Iscrizione a Il Libraio Scuola
Una nuova newsletter sul mondo della scuola

Letture originali da proporre in classe, approfondimenti, news e percorsi ragionati rivolti ad adolescenti.

Iscriviti ora a Il Libraio Scuola Iscriviti ora a Il Libraio Scuola!

Abbiamo parlato di...