Su Netflix è arrivato un nuovo adattamento di “L’amante di Lady Chatterley”, romanzo “scandaloso” di D.H. Lawrence: parecchio amore, parecchio tormento, parecchia passione… E a differenza del libro, che lascia il lettore in sospeso, la pellicola si chiude con una consolazione, una speranza per il futuro…

Ci voleva Netflix per far ribollire gli spiriti poco prima di Natale. Il 3 dicembre è uscito sulla piattaforma un nuovo adattamento di L’amante di Lady Chatterley, romanzo “scandaloso” di D.H. Lawrence: ambientato sul finire della prima guerra mondiale, la storia di una giovane della buona società che intreccia una relazione passionale con il guardiacaccia della tenuta alle spalle del marito baronetto non era stata accolta con favore alla pubblicazione. Solo nel 1960 è uscita in Gran Bretagna la versione non censurata.

D.H. Lawrence partì dalla storia della propria moglie, che, vuole la leggenda, si innamorò perdutamente di tale Angelo Ravagli, bersagliere italiano.

Il romanzo parlava in maniera franca del desiderio sessuale femminile, della possibilità di abbandonarsi al piacere al di fuori dei vincoli sociali imposti e della necessità, in generale, di riconoscere l’importanza del sesso all’interno della vita di una persona.

Connie Reid, sposata Chatterley, è innamorata del marito Clifford: ma questi, rimasto ferito in guerra, è immobilizzato dalla vita in giù, e i rapporti tra i due cessano immediatamente. Connie accetta questa situazione, ma mano a mano l’assenza dell’affetto fisico la fa deperire; e lei e il marito si allontanano sempre di più. L’arrivo sulla scena di Mellors, il guardiacaccia, la scuote dal torpore in cui è scivolata.

Non c’è solo questo, nell’Amante di Lady Chatterley. C’è anche il declino di una classe sociale che non sa più dove collocarsi per rimanere rilevante – Clifford si lancia nella letteratura, con risultati buoni ma non entusiasmanti; si reinventa industriale. C’è l’inconsistenza dei rapporti umani che cercano di aderire a un ruolo assegnato, e finiscono per diventare un riflesso vuoto di quella che può essere la realtà.

All’inizio del film di Laure de Clermont-Tonnerre questa spaccatura è evidente: Connie e Clifford posano per un ritratto del giorno delle loro nozze, davanti a una veduta veneziana che si rivela essere un fondale dipinto. Da lì in avanti, l’innamoramento di Connie scema, mentre si rende conto che la villa che abita è solo un edificio fatiscente, privo di vera intimità. La proposta di Clifford di avere un bambino da un altro uomo, purché dignitoso, per assicurarsi un erede del nome Chatterley rompe ogni altro possibile incanto.

Contrapposta a un palazzo di echi, la natura intorno: fangosa, umida, ma sensuale nel suo verdeggiare. Ricca di sorprese, come le fioriture della primavera, o la nascita dei pulcini che fa infine scattare la scintilla tra Connie e l’affascinante Mellors. Il paesaggio delle Midlands, minacciato dall’ombra industriale della famiglia Chatterley, che pure dice di volerlo preservare perché è «il cuore dell’Inghilterra», fa per Connie e Mellors quello che la brughiera fa per Heathcliff e Catherine, nella migliore tradizione del romanzo inglese. Il rispecchiamento e il rimescolamento con l’ambiente arriva al suo culmine quando i due amanti si lasciano andare a una danza sfrenata sotto la pioggia.

Emma Corrin, che interpreta Connie, ha già mostrato il suo talento nella quarta stagione di The Crown, dove veste i panni alquanto scomodi di Diana. La sua infelicità qui si dipinge su tutto il suo corpo, fotografato con luci fredde che ne evidenziano ogni asperità – già il testo di Lawrence insisteva parecchio sulla trasformazione fisica che comporta la solitudine. Il desiderio per Mellors nasce da un momento di vulnerabilità per lui: è un sentimento misto di compassione e eccitazione a turbare Connie. Nel film, questo viene lasciato alla chimica palpabile tra Corrin e Jack O’ Connell, che ben coniuga la ruvidezza e la tenerezza del guardiacaccia: le loro scene insieme si mantengono all’altezza delle aspettative – sono, cioè, davvero appassionate.

Dovendo veicolare in modi diversi la rivoluzione che il romanzo aveva rappresentato, de Clermont-Tonnerre si rivolge anche a un altro aspetto introdotto da Lawrence: il conflitto di classe. Non solo Mellors rappresenta per Clifford Chatterley una minaccia al suo ceto, ma su tutte le pagine aleggia il fumo delle miniere che il baronetto vuole utilizzare per rilanciare la propria immagine, incurante delle persone che ci lavorano. Tuttavia, se pure il film tenta di indagare questa tematica, rimane in superficie, lascia che sia vicaria alla trama principale.

A differenza del romanzo, che lascia il lettore in sospeso, la pellicola si chiude con una consolazione, una speranza per il futuro.

Pienamente dramma romantico, è una trasposizione abbastanza fedele, senza particolari guizzi, ma ben interpretato e visivamente curatissimo – in particolare, bellissimi i costumi.

Mantiene la promessa di ogni film del genere su Netflix: parecchio amore, parecchio tormento, parecchia passione. Piccolo cenno affettuoso alle versioni precedenti: Mrs Bolton, l’infermiera che si occupa di Clifford lasciando a Connie finalmente il tempo di dedicarsi a se stessa, è Joely Richardson, a sua volta Lady Chatterley nel film del 1993.

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

Fotografia header: Una scena del film (c) Netflix

Libri consigliati