Un approfondimento sulla nascita del romanzo, un genere rivoluzionario che ha scardinato la retorica degli stili aristotelici, esprimendo a gran voce nuovi valori e modelli. Da “Don Chisciotte della Mancia” a “Robinson Crusoe”, passando per “I viaggi di Gulliver”, “Tom Jones” e “I promessi sposi”, ecco quali sono i titoli e le caratteristiche dei primi romanzi che hanno segnato la storia della letteratura…

Il romanzo è stato frutto di una società in evoluzione che a gran voce ha cercato di esprimere nuovi valori e modelli.

Un genere rivoluzionario per l’epoca, che ha scardinato la retorica degli stili aristotelici.

Non si può, infatti, parlare della nascita del romanzo senza fare riferimento alla modernità, periodo caratterizzato da ondate migratorie dalle campagne alle città e, soprattutto, dal bisogno di esprimere la propria esperienza di realtà. 

Le premesse sono riconducibili a tre momenti molto importanti della storia: la Rivoluzione industriale, la cultura illuminista e, in particolare, la Rivoluzione francese. La decapitazione di Luigi XIV fu simbolo della caduta dell’aristocrazia contro l’ascesa della borghesia. L’avvicendamento dell’antico regime alla nuova società generò discontinuità, dunque un nuovo inizio. 

La neo-classe dirigente fu in grado di elaborare un proprio sistema di valori al passo coi tempi e proiettato verso l’utile: è il presente che si pone al centro delle riflessioni, perché è attraverso questo che si può intervenire concretamente sul futuro. 

Il lavoro in città, e non più nelle campagne, portò alla nascita della dimensione del tempo libero durante il quale poter coltivare propri interessi, e approfondire le nuove discipline introdotte dall’Illuminismo, come la geografia, l’antropologia e la pedagogia, materia fondamentale per lo sviluppo del soggetto di una dimensione individuale. 

Queste discipline, e una sempre crescente alfabetizzazione, permisero alla lettura di diventare attività sempre più diffusa nelle abitazioni borghesi, ma non solo. Nell’Ottocento, ai lettori colti si affiancò un pubblico borghese e uno popolare. Davvero numerosa fu la compagine femminile e dell’infanzia.

Alessandro Manzoni Getty novembre 2020

Su uno sfondo carico di euforia e dinamicità, il romanzo fu protagonista di una rivoluzione letteraria: scardinò l’assetto dei generi per inglobarli tutti. 

Potremmo brevemente evidenziare così le sue principali caratteristiche:

  • la sua lettura non richiede la conoscenza di un linguaggio codificato e poco accessibile, ma anzi, la prosa conferisce maggior leggibilità al testo;
  • è svincolato da tradizioni letterarie e questo permette alla trama di muoversi a proprio piacimento, senza limiti;
  • il lettore non sa mai dove la narrazione lo condurrà e questo lo porta a continuare a leggere, a differenza dei poemi il cui sviluppo e conclusione sono noti a tutti;
  • si descrive la contemporaneità, la realtà, qualcosa di molto familiare al lettore, attraverso un linguaggio vicino al parlato;
  • la lettura è muta e silenziosa.

Questo genere mosse i primi passi in Europa, e successivamente in Italia, sotto forma di feuilletton, ovvero romanzo d’appendice pubblicato a puntate su giornali e riviste. I quotidiani si rivolgevano a un pubblico sempre più ampio, permettevano di leggere romanzi a prezzi accessibili, perché in qualche modo rateizzati, e inoltre davano la possibilità di modulare la narrazione.

Con il tempo, si decise di dare nuova vita a questi romanzi a puntate riunendo in un unico volume tutti i capitoli precedentemente pubblicati e vendendoli comunque nelle edicole. 

In Italia, un genere primordiale anticipò il romanzo. Parliamo, infatti di protoromanzi popolari, testi a sfondo avventuroso e amoroso, rivolti a un pubblico femminile di bassa estrazione sociale. Questa paraletteratura fu considerata per diverso tempo una produzione di secondo livello, perché d’intrattenimento e quindi priva di dignità.

In particolare, si trattava di componimenti di finzione in prosa, nei quali, però, i personaggi non erano sufficientemente tipicizzati; questo portava il lettore a non immedesimarsi con i protagonisti. Inoltre, la lingua utilizzata risultava eccessivamente dotta e ancora non del tutto accessibile. 

I primi romanzi in Italia furono Le ultime lettere di Jacopo Ortis, di Ugo Foscolo, 1802 e I promessi sposi, di Alessandro Manzoni. 

Per concludere, abbiamo deciso di selezionare sette romanzi europei che hanno condizionato tutti quelli a seguire:

  1. 1532, Gargantua e Pantagruel, di François Rabelais. 

Un romanzo carnevalesco-espressionista per la sovversione delle regole del decoro dei personaggi, per la centralità dei bisogni dell’uomo e per l’utilizzo di una lingua inventata dall’autore.

  1. 1605, Don Chisciotte della Mancia, di Miguel de Cervantes. 

Un romanzo cavalleresco-picaresco perché la narrazione poggia le basi sulla tradizione cavalleresca, ma il personaggio è reale ed è, inoltre, senza vincoli socio-familiari.

  1. 1719, Robinson Crusoe, di Daniel Defoe. 

È un considerato un romanzo d’avventura perché avvincente e presenta la componente esotica. 

  1. 1726, I viaggi di Gulliver, di Jonathan Swift. 

Un romanzo filosofico per via del confronto tra la dottrina aristotelica e quella inglese.

  1. 1740, Pamela, di Samuel Richardson. 

Un romanzo sentimentale-epistolare perché contiene lettere della protagonista e sezioni del suo diario.

  1. 1749, Tom Jones, di Henry Fielding. 

Un romanzo comico-realistico per via delle continue peripezie che il protagonista è costretto ad affrontare nel corso della narrazione.

  1. 1760, Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, di Laurence Sterne. 

È considerato un romanzo intellettualistico per il particolare gioco stilistico e linguistico che l’autore mette in campo.

Libri consigliati