“Rinunciare al mistero vuol dire rinunciare a una componente fondamentale del nostro essere umani. Forse la letteratura può aiutarci a recuperarla…”. Su ilLibraio.it la riflessione di Francesco Dimitri, in libreria con il romanzo “Il libro delle cose nascoste”

Il Cane

Da ragazzo trovai un cane bianco impiccato a un albero. Ero in campeggio con gli Scout per il weekend, in un punto particolarmente suggestivo della campagna del mio paese, ed ero stato mandato in perlustrazione.

Per gioco, ovviamente, considerato che pensavamo tutti di conoscerla bene, la campagna del nostro paese. Ma il cane era lì, a penzolare dal ramo di un albero sul limitare di un piccolo bosco, tra le rovine di una masseria fortificata sulla quale si raccontavano strane storie. Puzzava: era morto da un po’. Dovetti tirarlo giù, tra mosche fittissime che mi venivano addosso, e chiuderlo in un sacco nero, per poi sciacquarmi, per quanto possibile, e tornare indietro sorridente, così da non spaventare i più piccoli.

A tutt’oggi non ho idea di cosa fosse successo in quel bosco. Un avvertimento, ma a chi? Un’esplosione casuale di sadismo? O cosa? Davvero non saprei. L’episodio vive come un sogno nella mia memoria. So che è reale, accaduto nello stesso mondo di carne in cui esistono la parmigiana di mia madre e questo laptop, ma ha i colori di un film di Peter Weir, e una sua sommessa maestà di cui non potevo essere consapevole ai tempi. La memoria fa questo, riscrive il reale. Possiamo vivere ciascuna delle nostre esperienze una volta e una volta soltanto; tutto quello che viene dopo è interpretazione.

Alcuni ricordi – primi baci, esami di maturità, lutti, matrimoni, pandemie – segnano il nostro passato come fossero punteggiatura. Fanno da virgole, punti fermi, due punti, marcano un ‘prima’ e un ‘dopo’, creano un ordine laddove, mentre accade, c’è solo vita, confusissima. Ti sposi, e quella sera sei esattamente la stessa persona che eri prima; muore tuo padre, e il giorno dopo hai ancora bisogno di caffè. Ma noi umani non siamo a nostro agio nella confusione: vogliamo un ordine di sorta.

Dove non c’è, lo inventiamo, e quindi ecco che, nella nostra memoria, appena sposati tutto è cambiato, e quando papà se n’è andato, siamo cresciuti un po’. Tanti artisti di mezza tacca hanno fatto carriere del dirci che ogni cosa accade per una ragione, che c’è sempre un motivo. È consolatorio, sì, ma è falso.

La vita è fatta di cani impiccati. E vincite alla lotteria, e di incontri che ci mettono su una strada migliore, di dodicenni investiti da motociclisti sobri, di tragedie e trionfi che accadono perché sì. La vita è piena di episodi che non possiamo interpretare; di misteri nel senso più profondo della parola.

Il prestigiatore Eugene Burger, un vero intellettuale underground del ventesimo secolo, riprendeva una distinzione fatta originariamente dell’esistenzialista Gabriel Marcel, la distinzione tra un enigma e un mistero. L’enigma richiede di essere risolto, laddove il mistero è un’esperienza. Un mistero non ha soluzione non perché sia ‘impossibile’ da risolvere, ma perché il punto non è risolverlo. Un colpevole da scovare, un meccanismo da rivelare: questi sono enigmi (e possono essere, sia chiaro, splendidi enigmi). L’amore è un mistero. Il sorriso della Gioconda è un mistero. Chi lo vuole decodificare non ha ben capito il punto.

Viviamo nell’illusione che ogni mistero sia un enigma sotto falso nome. Quando ci dicono che un amico è morto, chiediamo subito, ‘di cosa?’, per risolvere questo antipatico problema del morire. Il nostro amico fumava, noi no, e saperlo ci consola, perché a gente come noi il cancro ai polmoni non viene, vero? Vero?

Ma il mistero rimane: a volte si muore e una di quelle volte toccherà a noi. Rinunciare al mistero vuol dire rinunciare a una componente fondamentale del nostro essere umani.

Forse la letteratura può aiutarci a recuperarla. Mentre continua a fornirci deliziosi enigmi, forse può anche raccontarci anche di misteri, e ricordarci cosa si prova quando si è soli, di notte, ed è come se qualcuno stesse tirando le nostre coperte. Cosa si prova quando si guarda il cielo stellato da una spiaggia, sapendo che sì, le stelle sono globi infuocati, ma sono anche qualcos’altro.

Scrivo queste parole in una piccola casa di campagna, a un tiro di schioppo dalle rovine tra cui tanti anni fa trovai il cane. Mi basta uscire in giardino, e vedo all’orizzonte il limitare del bosco da cui penzolava, ucciso da chissà chi, chissà perché. Mi chiedo cosa si muova in quel bosco, stanotte. Mi chiedo se sia il verso di una civetta che sento, oppure cosa.

Copertina del libro Il libro delle cose nascoste di Francesco Dimitri

L’AUTORE E IL LIBRO – Francesco Dimitri è nato a Taranto e vive a Londra. Scritto dall’autore stesso in inglese, già pubblicato in UK e Stati Uniti e ora arrivato anche in Italia, Il libro delle cose nascoste è un romanzo di formazione che ha conquistato autori del calibro di Joe R. Lansdale e Licia Troisi.

Il libro racconta la storia di Mauro, Fabio, Tony e Arturo. Un quartetto che si è formato ai tempi della scuola e che, per non sciogliersi, ha stretto un patto: incontrarsi ogni anno nella piccola cittadina pugliese in cui sono cresciuti insieme. Ormai trentenni, i ragazzi si ritrovano per la loro riunione annuale. Ma il tempo passa, e se tre di loro sono arrivati uno continua a mancare all’appello: Art, l’unico che vive ancora a Casalfranco, e che non manca mai l’appuntamento. Art è quello più brillante e intuitivo, geniale e generoso, ma anche enigmatico e misterioso.

Dopo averlo atteso invano, i tre non hanno che una scelta: andare a casa di Art a cercarlo. Art sembra svanito nel nulla ma ci sono tracce di una sua presenza recente e soprattutto ci sono libri sparsi ovunque. Tantissimi libri, di scienza ed esoterismo, libri che parlano di terre lontane o di realtà fin troppo vicine. Ma il mistero della scomparsa di Art è destinato a infittirsi ancora di più, perché nel caos della sua casa i tre amici trovano uno strano diario, Il libro delle cose nascoste, che promette di rivelare segreti oscuri e meraviglie che forse non appartengono a questo mondo. O forse nascono da una mente, quella di Art, sempre più alla deriva.

Tra segreti da svelare, rapimenti, rivelazioni e ricordi, i ragazzi cominciano un viaggio pericoloso nel seducente paesaggio del profondo Sud italiano, che li porterà a contrapporre la lealtà nei confronti dell’amico a ogni buonsenso.