Lorenza Sabatino, all’esordio con il romanzo “Il miracolo” (ambientato nella Napoli degli anni Ottanta), su ilLibraio.it riflette sul ritorno alla vita del suo protagonista, Tommaso, avvicinandolo alla tragica morte (senza resurrezione) di Pier Paolo Pasolini, mentre chi rimane non gioisce perché “tutto è cambiato e qualcosa deve andarsene…”
Nell’ottobre del 1975 Pier Paolo Pasolini posa nudo nella sua casa di Chia. Viene ritratto inconsapevole, alle prese con attività quotidiane. In una di queste foto si alza dal letto, un bel comodino alla sua destra, la testiera del matrimoniale che poggia su mura antiche, come abitasse in una torre – anzi, come si nascondesse. A novembre Pier Paolo Pasolini viene investito (una, due, tre volte) dalla sua stessa Alfa Romeo, e viene ritrovato massacrato il giorno dei morti. È più facile reperire le foto del cadavere che quelle del poeta nudo, ma vivo.
Anche Tommaso, sette anni, viene investito da un’auto mentre nessuno guarda. Nessuno lo vede morire, anche se l’incidente avviene in un luogo affollato. Vicino alla città. Ma qualcuno vede il sangue (che poi viene lavato via dalla pioggia), e di certo tutti vedono la macchina che l’ha colpito. La macchina di Pasolini, invece, scompare. E il suo corpo e il sangue lo vedono tutti, anche se è stato investito nei pressi dell’Idroscalo.
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L’ex-vita è una sua poesia inserita in una raccolta del 1958. Comincia così:
In un debole lezzo di macello / vedo l’immagine del mio corpo: / seminudo, ignorato, quasi morto. / È così che mi volevo crocifisso, / con una vampa di tenero orrore, / da bambino, già automa del mio amore. / […] o Individuo, o Sosia, tu ti trovi / fatto di me, del mio calore, e ostile / di una morte anteriore al mio morire.
Me ne accorsi l’estate di tre anni fa. Pensavo solo a una cosa: chi gliel’aveva detto, a Pasolini? Come faceva a saperlo?
La sorella Domenica, quindici anni, sa che Tommaso è scappato dopo averla vista fare qualcosa che non si può dire. Eppure, nonostante il miracolo, non è sollevata dal ritorno del fratello – nessuno della famiglia lo è, a parte il nonno, perché sentono che ormai tutto è cambiato. E che c’è qualcosa che ognuno di loro dovrà restituire. Anche in questo caso: chi gliel’aveva detto?
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In un articolo del 1974 comparso su Tempo, Pasolini parla di “regole intransgredibili”. Qui si riferisce a quelle della Chiesa, ma è soprattutto la realtà ad avere regole. La finzione no. Sulla pagina è tutto possibile. Allora perché questi personaggi sentono il terrore di una cosa tanto bella e tanto grande, invece di avvertirne la gioia soltanto?
Quando Pasolini si fa fotografare nella casa di Chia sta scrivendo Petrolio. Le foto in cui compare tanto esposto avrebbero dovuto fare da contrappunto narrativo al romanzo, che rimane incompiuto. Le foto che circoleranno sono quelle del suo corpo, persino sul tavolo autoptico, e siccome non c’è resurrezione il poeta non ha nulla da restituire. Solo la trasgressione delle regole della realtà, la trasgressione delle regole del tempo. Si poteva immaginare morto in un letto d’ospedale, o in casa? Una morte pacifica, tutta terrena, nulla di strano, nessun mistero? Non poteva immaginare per sé una fine così. Quindi ha indovinato che sarebbe finito “seminudo” e “ignorato”, in un “debole lezzo di macello”, perché l’odore se lo portava via il mare.
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Quando Tommaso torna vivo (ma davvero risorge?) è chiaro a tutti che qualcosa debba andarsene.
Quindi i personaggi iniziano a guardarsi intorno, a muoversi con circospezione. Mettono in dubbio il loro posto nel mondo. Ma c’è anche qualche cosa che resta. Restano le domande (Cos’è successo all’Idroscalo? Chi? Come? Per quale ragione?).
Nel caso di Tommaso, resta Tommaso. L’eccezione alla più importante delle regole intransgredibili, quella di morire. E come può la sua famiglia vivere sapendo che, per loro, la regola è stata trasgredita? Nel caso di Tommaso, resta il racconto. Restano i testimoni. Resta la parola che, come i misteri, è l’unica cosa al mondo che rischia di non smettere di risuonare mai.
L’AUTRICE – Lorenza Sabatino, autrice nata nel 1997, vive tra Napoli e Castellammare di Stabia. Nel 2022 si è laureata in Filologia moderna, con una tesi in Linguistica Generale, all’Università degli Studi di Napoli Federico II, mentre l’anno seguente si è diplomata alla Scuola Holden. Oggi lavora nel campo della formazione e come lettrice editoriale di narrativa straniera.
Il miracolo, pubblicato da Guanda, segna il suo esordio da scrittrice. Parlando del romanzo, Il miracolo porta lettrici e lettori nella Napoli degli anni Ottanta. Durante un giorno di festa, in un albergo del quartiere Chiaia, mentre si celebra un battesimo, la gioia è così grande che neanche i segni di sfortuna (come una bottiglia di spuntante che cade senza rompersi) sembrano colpire le persone. Ma alla sera Annibale, il vecchio proprietario dell’albergo, trova il corpo senza vita del nipote Tommaso e, disperato, lo porta al convento dei Lateranensi.

L’autrice, Lorenza Sabatino
Al mattino dopo, il bambino di sette anni è vivo: e l’unica spiegazione che sembra avere senso è quella di un miracolo. Tommaso era morto e ora è resuscitato. Mentre le voci si diffondono, e sempre più fedeli arrivano all’albergo in cerca del “bambino miracolato“, la famiglia viene sconvolta da un’altra morte, che prende il posto di quella di tommaso… Ma più il tempo passa e più si torna alla nuova quotidianità, tra fiori posati davanti al cortile e persone in cerca di una reliquia.
Anni dopo i dubbi non sono ancora stati risolti: cos’è successo? Chi ha visto Tommaso vivo per l’ultima volta? A rispondere, ma soprattutto a ricostruire le vicende, è Domenica, sua sorella, che da quella sera nasconde un segreto…
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