Tutto comincia da una chiacchierata madre-figlia sul divano di casa, davanti a un programma che ha a che fare con i cimiteri. La madre domanda alla figlia se faccia bene a non aver mai pensato di prenotare un loculo per sé, né per il resto della famiglia. Da questo dubbio esistenziale parte “Perché comincio dalla fine” di Ginevra Lamberti, romanzo-non romanzo, fiction-non fiction, diario-reportage che prende in giro la precarietà della morte, oltre che della vita – L’approfondimento

Tutto comincia da una chiacchierata madre-figlia sul divano di casa, davanti alla tv. Putacaso, la tv manda in onda un programma che ha a che fare con lutticimiteri. La madre domanda alla figlia (Ginevra) se faccia bene a non aver mai pensato di prenotare un loculo per sé, né tantomeno per il resto della famiglia.

Da questo dubbio esistenziale parte Perché comincio dalla fine (Marsilio), il secondo scanzonato e irriverente romanzo di Ginevra Lamberti (nella foto di Aurelio Toscano, ndr), che prende in giro – e si fa prendere in giro – (del)la precarietà della morte, oltre che della vita.

perché comincio dalla fine ginevra lamberti marsilio copertina

Lamberti, veneziana classe ‘85, autrice di racconti per Nuovi Argomenti, Colla, Linus, si è laureata in Lingue e Culture Euroasiatiche, è copywriter, ha lavorato come baby-sitter e come operatrice in un call-center, nel pieno stile della Generazione Y o Millennial che dir si voglia al posto di “vittime del precariato” che pareva brutto.

Aveva già dato prova della sua abilità nella scrittura nel suo primo romanzo, La questione più che altro (nottetempo 2015), in cui la protagonista Gaia, studentessa universitaria con tutte le magagne della studentessa universitaria, vive uno stato di noia esistenziale che il lavoro e una nuova indipendenza non possono curare.

La sensazione di precarietà, la malattia, la morte torneranno alla ribalta in Perché comincio dalla fine, che alterna due filoni narrativi differenti: il primo ripercorre una serie di interviste a chi, a differenza di sua madre, ha già bene in chiaro come raggiungerà – e soprattutto, con quale mezzo di trasporto – il proprio ineludibile destino; a fare da contraltare la quotidianità di Ginevra, i suoi lavori vari ed eventuali, il rapporto fatidico e famelico con la scrittura e una serie di vicende personali legate, indovinate un po’, alla morte.

Così, scorrendo le pagine di questo romanzo-non romanzo, fiction-non fiction, diario-reportage ambientato a Venezia ma neanche così tanto, scopriamo che la nera signora è veramente dappertutto: nelle foto di questa o quella zia – che magari cambia sempre posto, spuntando ora sul comò, ora nel cassetto della biancheria –, nella testimonianza di zia Teresa che ricorda della morte di zia Lina o di mamma che ricorda la morte di zia Teresa; nelle parole del signor Alessandro Taffo, e della sua squadra di social media manager da Premio Nobel per la letteratura. È nel giardino insieme ai cagnini e alle piccole bare su misura dei cagnini, nei cimiteri più belli d’Italia e nei cimiteri che ancora qui non esistono, fino alle parole di autori lontani, che parlano della morte a modo loro, come la poetessa colombiana Tallulah Flores Prieto, la peruviana Katya Adaui, il greco Christos Chrissopoulos e poi il nostro Gabriele Di Fronzo. Non manca l’intervista a Laura Liberare, autrice di Tanatoparty e, già che c’eravamo, a Simona Pedicini di mestiere tanatoesteta (sì, trucco e parrucco del caro defunto).

Con la morte non si scherza, diceva qualcuno: non cambia mai, fa male dalla notte dei tempi e continuerà a farlo ancora. Ci rende impotenti, disperati, indipendentemente dalla nostra buona o cattiva condotta, dall’età o dal genere. La troviamo tra le pagine di questo e altri mille libri, eppure basterebbe guardarci intorno per vederla in tutta la sua ineluttabile realtà. Ginevra Lamberti non fa altro che mostrarci alcune delle sue numerosissime facce, con una scrittura degna di nota che un po’ fa piangere, un po’ fa ridere, un po’ fa guardare dentro e un po’ fa guardare fuori.

La morte forse non ci farà belli, ma almeno ci farà veri (a meno che non contattiate preventivamente Simona Pedicini di mestiere tanatoesteta).

 

GLI APPUNTAMENTI IN LIBRERIA CON GINEVRA LAMBERTI:

-Pordenonelegge, Ridotto del Teatro Verdi, venerdì 20 settembre alle ore 19. Presenta Federica Manzon;
-Abano Terme, Biblioteca Civica, martedì 24 settembre alle ore 21;
-Susegana, Libri in cantina, sabato 5 ottobre alle ore 18.30;
-Padova, Fiera delle Parole, libreria Feltrinelli, domenica 6 ottobre alle ore 11.

Fotografia header: Ginevra Lamberti (nella foto di Aurelio Toscano, ndr)

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