Luca Ricci, apprezzato autore di racconti, torna in libreria con una nuova edizione della raccolta “I difetti fondamentali”: per l’occasione gli abbiamo chiesto di consigliare ai lettori de ilLibraio.it alcuni dei racconti che ha amato, da lettore e da autore. Ecco le sue scelte, in cui trovano spazio, tra gli altri, Ennio Flaiano, John Cheever, Julio Cortázar, Luigi Pirandello e Charles Bukowski

Vera (1883, incluso in Racconti crudeli) di Villiers de l’Isle Adam è la storia di un conte che trionfa sulla morte oggettiva della propria sposa semplicemente perché si convince che lei sia ancora viva. E poi c’è lo stile, lezioso e tipicamente ottocentesco: “Barcollando salì la bianca scalinata che conduceva a quella stanza in cui, quella stessa mattina, aveva deposto in una bara di velluto e avvolto di violette, in un mare di battista, la sua dama di voluttà, la sua pallida sposa, Vera, la sua disperazione”.

Una sirena scopareccia (1967, incluso in Storie di ordinaria follia) di Charles Bukowski narra di un paio di ubriaconi che, forse per noia, rubano il cadavere di una donna bellissima da un furgone mortuario, ne abusano a turno e poi se disfano buttandolo in mare (in una scena che è anche una presa in giro del grande romanzo americano, cioè quel “Moby Dick” tutto incentrato sulla caccia alla balena, mentre qui in un vistoso rovesciamento abbiamo due inetti che incappano in uno strano pesce bello che pronto, già pescato).

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La carriola (1917, incluso in Novelle per un anno) fa parte di quel non esiguo corpus di racconti di Luigi Pirandello ritenuti “strani”, cioè non fantastici in senso stretto, che corrono sul crinale esiguo tra menzogna e verità: qui un avvocato di successo capisce che la sua professione è solo una maschera grazie alla sua adorata cagnetta.

Il cappotto (1842, incluso in Racconti di Pietroburgo) di Nikolaj Vasil’evič Gogol’ anticipa per certi versi l’assurdo che troverà in Kafka il suo esecutore più geniale (altra istanza in grado di disinnescare la short story realista) e narra della spietatezza della vita d’ufficio, dove un cappotto nuovo può fare la differenza tra l’anonimato e il successo tra colleghi…

Una tavolata di cultura (1962, incluso in Uomini) di Leda Muccini, descrive il milieu degli artisti romani, quelli svezzati tra via Margutta e piazza del Popolo. E’ un mondo spesso sordido, che non ha nulla a che spartire con l’emancipazione avanguardista di centri come Montmartre. E’ un modo sospeso tra miserie e innovazioni, fatto di trattorie con le tovaglie a quadretti e bettole che vorrebbero essere atelier ma si trasformano spesso in ambigui boudoir. E’ un mondo governato da artisti uomini, però raccontato con ferocia assoluta dalle donne, con ardore femminista senza il piglio ottuso dell’ideologia.

Casa occupata (1951, incluso in Bestiario) di Julio Cortázar si presenta contemporaneamente come affermazione e superamento del topos della “casa stregata” e racconta la storia di due fratelli costretti a cedere porzioni della propria antica dimora famigliare a imprecisate entità sovrannaturali: tuttavia la comparsa dei fantasmi non provoca in loro nessun tipo di spavento o stupore, oltre che a nessun moto di ribellione.

Il pallone (1968, incluso in Atti innaturali, pratiche innominabili) di Donald Barthelme è il raro campione americano di una narrativa surrealista: a New York improvvisamente compare un pallone gigantesco che cambia le abitudini dei cittadini e li obbliga a interrogarsi sulla natura dell’apparizione. Lo scioglimento non è razionale, bensì emotivo-esistenziale.

Il nuotatore (1964, incluso in I racconti) di John Cheever narra di un uomo che in torrido pomeriggio d’estate vuol tornare a casa nuotando in tutte le piscine del vicinato. Cheever- a differenza di molti suoi connazionali novecenteschi, orientati verso il realismo e il minimalismo- qui meglio che in qualunque altro suo testo dimostra che essere uno scrittore sensuale- cioè perfettamente a proprio agio con la resa delle cose terrene- non esclude ma anzi amplifica la dimensione metafisica e sovrasensibile della narrazione.

Una serata d’amore (2006, incluso in Appunti da un bordello turco) di Philip Ó Ceallaigh, dove un disperato dopo un’infruttuosa giornata al mercato a vendere pesche marce sogna una piccola rivalsa sulla sua vita meschina trascorrendo qualche ora di piacere con la sua ragazza. Ma un terribile gioco di luce sulla pelle di lei, prima di fare l’amore, gli svela un’abbronzatura integrale (e una gita al mare) di cui sapeva poco o niente. Manco a dirlo, la serata trascorrerà nient’affatto piacevolmente, con la presa di coscienza che gli atri sono enigmi sfuggenti.

Melampus (1970, pubblicato come «racconto lungo» autonomo) di Ennio Flaiano narra di un rapporto newyorkese del tutto anonimo, quello tra lo sceneggiatore italiano Giorgio Fabro e l’americana Liza Baldwin, almeno fino a quando la ragazza non scopre che la passione amorosa “non prevede rapporti paritari”. Liza, nella sua dedizione totalizzante verso Giorgio, a poco a poco sembra trasformarsi in un cane al cospetto del padrone. Un perfetto racconto fantastico che prende alla lettera una metafora, o un affresco perfettamente realistico dell’asimmetria dei sentimenti, a scelta. Comunque, un rompicapo esemplare.

Luca Ricci

Luca Ricci

L’AUTORE E LA RACCOLTA DI RACCONTI – Torna in libreria in edizione tascabile per Bur la raccolta I difetti fondamentali di Luca Ricci, apprezzato autore di racconti. In un ritratto composto da quattordici istantanee fulminanti l’autore spinge l’arte del racconto al di là delle forme note e dei generi consolidati. Indaga dietro le quinte della vita degli scrittori per rispondere a domande intramontabili: è davvero possibile raccontare una figura sfaccettata, mutevole e imprevedibile come quella di chi per mestiere inventa mondi? In che modo rintracciare la sua natura autentica negli abissi dell’immaginazione in cui lavora?

i diritti fondamentali

Ricci, nato a nato a Pisa nel 1974, ha pubblicato tra gli altri Il piede nel letto (Alacrán, 2005), L’amore e altre forme d’odio (Einaudi, 2006), La persecuzione del rigorista (Einaudi, 2008), Come scrivere un best seller in 57 giorni (Laterza, 2009) e Mabel dice sì (Einaudi, 2012).

Il suo ultimo romanzo è Gli invernali (La Nave di Teseo): si tratta del terzo tassello della Quadrilogia delle stagioni (dopo Gli autunnali e Gli estivi).

 

 

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