C’è un suono che per un’intera generazione significa casa: l’arpeggio di Carole King che apre ogni episodio di “Una mamma per amica”. A 25 anni dal debutto, la serie resta un rifugio senza tempo: Stars Hollow con i suoi eccentrici abitanti, i dialoghi vertiginosi di Amy Sherman-Palladino, le serate passate a guardare film con cibo da asporto. E Rory, lettrice instancabile e icona di un’intera generazione, che oggi ritroviamo anche nelle pagine del romanzo “Una mamma per amica – Un nuovo inizio”, un tuffo nella prima stagione raccontata dalla sua voce. In mezzo, i dibattiti eterni ancora vivi sui social (team Dean, Jess o Logan?) e una certezza che non cambia: questa storia ci fa sentire a casa, ogni volta come la prima…
C’è un suono che, per un’intera generazione, significa casa. È l’arpeggio di pianoforte di Carole King che apre con Where You Lead, I Will Follow. Basta ascoltarlo e la mente corre subito a un piccolo e bizzarro angolo di mondo che sembra esistere davvero: Stars Hollow.
Questo ritornello, che ha trasformato Una mamma per amica in un vero e proprio rifugio audiovisivo, ha avuto la sua consacrazione in occasione degli Emmy Awards di quest’anno: per celebrare i 25 anni dal debutto della serie, Lauren Graham e Alexis Bledel (rispettivamente Lorelai e Rory Gilmore), si sono riunite su una scenografia che ricreava il portico della loro casa. Un’immagine che ha scatenato un’ondata di nostalgia e ha confermato una già nota verità: a più di due decenni di distanza, non ne abbiamo ancora abbastanza.
“Venticinque anni fa, debuttava una serie che, a quanto pare, ha finito per prendere in ostaggio la stagione autunnale“, ha scherzato Lauren Graham sul palco, riferendosi al rito collettivo del rewatch che parte ogni settembre. E in effetti, in un’epoca in cui le serie tv nascono e muoiono alla velocità di un reel, il successo duraturo di Gilmore Girls ci ricorda quanto un buon prodotto sappia lasciare un segno indelebile.
Ma cosa la rende così unica e così ostinatamente amata?
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Stars Hollow? Un’utopia, un microcosmo di eccentrici adorabili
Prima ancora dei personaggi, a catturarci è l’arena in cui si svolge l’azione. Stars Hollow non è una semplice cittadina, è un’utopia.
Un microcosmo di eccentrici adorabili (dal burbero Luke alla geniale Sookie, dal tuttologo Kirk al receptionist francese Michel, passando per la caustica Patty e l’inflessibile signora Kim) e tradizioni assurde (la maratona di danza, il festival dei quadri viventi, la parata del fieno, solo per citarne alcune).
È un posto dove la comunità esiste davvero, dove i pettegolezzi sono una forma d’arte e dove ogni problema, alla fine, si può risolvere davanti a un caffè da Luke’s, il cuore pulsante della città, un luogo che è insieme tavola calda e confessionale. Le serate passate a guardare film mangiando cibo d’asporto, i pigiama party, le assemblee cittadine che si trasformano in teatri dell’assurdo: ogni dettaglio contribuisce a creare un “comfort place” a tutti gli effetti, il motivo per cui rivedere la serie sembra, ogni volta, un ritorno a casa.
Rory Gilmore, da modello assoluto a personaggio imperfetto
In questo universo, per anni, Rory Gilmore è stata un modello assoluto per un’intera generazione di lettrici. Non l’eroina spavalda, ma quella in cui era più facile riconoscersi: timida ma determinata, con un’ambizione divorante mascherata da modi gentili.
Il suo sogno è fare della scrittura la sua vita, e i libri non sono un hobby, ma un’estensione del suo corpo. Sui social ancora oggi spopolano caroselli e video che elencano meticolosamente tutti i libri letti da Rory nel corso delle sette stagioni, una vera e propria bibliografia che ha ispirato chiunque seguisse la serie. Il suo stile, un misto di acqua e sapone e light academia, l’ha resa un’icona discreta e intellettuale.
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Eppure, con il revival del 2016 – Una mamma per amica – Di nuovo insieme – e la “rilettura critica” operata da TikTok, la sua figura è diventata molto più complessa, quasi controversa. Quella che un tempo era un’aspirazione è diventata, per molti, la parabola di un fallimento. La Rory adulta, che fatica a trovare il suo posto nel mondo del giornalismo e prende decisioni moralmente discutibili, ha deluso parte del suo pubblico. Oggi, sui social, non è raro imbattersi in contenuti che ne criticano l’eccessivo privilegio, e l’incapacità di affrontare le difficoltà della vita reale. Da idolo intoccabile, Rory è diventata un personaggio imperfetto e, proprio per questo, forse ancora più interessante da analizzare.
La serie cult Una mamma per amica diventa un romanzo
Per chi vuole tornare alle origini di questo mito, c’è un modo per farlo con un ritmo diverso, più intimo. Il romanzo Una mamma per amica. Un nuovo inizio, curato da Catherine Clark e Cathy East Dubowski, è una trasposizione letteraria degli episodi chiave della prima stagione, un invito a rivivere la storia attraverso la voce che più amiamo: quella di Rory.
Il libro si apre proprio con i suoi pensieri, che sono il manifesto della serie stessa: “Mi chiamo Lorelai Gilmore. Però, dato che anche mia madre si chiama così ed esiste, ovviamente, da prima di me, si è presa l’esclusiva del nome per intero e a me è toccato il diminutivo, Rory”. In poche righe, c’è tutto: l’ironia, il legame simbiotico, l’amore incondizionato. “Ci piace la stessa musica… ci scambiamo i vestiti… è la mia migliore amica”.
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Il libro fa entrare direttamente nella testa di Rory
Leggere il romanzo offre a chi ha amato la serie un’esperienza unica: quella di entrare direttamente nella testa di Rory, di vivere i suoi dubbi e le sue emozioni non solo attraverso i dialoghi, ma attraverso i suoi pensieri più profondi.
Riviviamo con lei lo shock e la gioia dell’ammissione alla prestigiosa Chilton, il primo, goffo e tenero incontro con Dean nel corridoio della scuola, e la trepidazione del loro primo bacio. La scrittura è fresca, una coccola che si divora con piacere. La sua forza è quella di restituire il sapore dei dialoghi che abbiamo tanto amato, anche se replicare sulla pagina stampata quel ritmo è un’impresa impossibile.
I dialoghi firmati da Amy Sherman-Palladino, creatrice della serie insieme al marito Daniel Palladino, non sono semplici conversazioni, sono una sinfonia pop, un fiume in piena che mescola con disinvoltura riferimenti letterari, cinema di serie B, battute fulminanti e nonsense.
Non è un caso che i copioni di ogni episodio fossero notoriamente più lunghi della norma (circa 80 pagine contro le 50-60 standard di un’ora di TV), costringendo gli attori a una velocità di dizione quasi innaturale. Non era un vezzo stilistico, quel ritmo forsennato era il battito della serie: un modo per rendere tangibile la complicità tra Lorelai e Rory, la loro connessione intellettuale, il mondo a due costruito su un codice segreto fatto di film e canzoni.
Il romanzo, pur con un passo per forza di cose diverso, riesce a catturare l’essenza di quel mondo, aggiungendo uno strato di introspezione che sullo schermo era solo suggerito. Per i nuovi fan, è una porta d’accesso perfetta per questo universo; per i veterani, è un tuffo nostalgico nel momento esatto in cui tutto è cominciato.
In libreria anche un albo per bambine e bambini
E a proposito di libri e di nuovi (piccolissimi) fan: la mappa di Stars Hollow si arricchisce anche di un altro tassello con Una mamma per amica – Ritorno a Stars Hollow – La storia illustrata ufficiale, dove il mito delle origini diventa un albo per bambine e bambini dai sette anni un su, che racchiude un atlante visivo dei momenti fondativi della serie: dall’arrivo di madre e figlia all’Independence Inn, al primo incontro tra Rory e Lane. Un modo per esplorare le radici della leggenda e condividerla anche con le nuove generazioni.
Team Dean, Jess o Logan?
Infine, parlando dei motivi per cui Una mamma per amica è ancora oggi così amata e discussa, non possiamo ignorare la dimensione amorosa. Le vicende ruotano spesso attorno alle “fiamme” delle protagoniste, eppure il centro della storia rimane sempre e solo il legame tra le tre generazioni di donne Gilmore.
Gli uomini sono catalizzatori di eventi, fonti di gioia e di dolore, ma, in un certo senso, sono inessenziali alla vera trama, che è quella della crescita e dell’indipendenza femminile.
Questo non ha impedito la nascita di uno dei dibattiti più feroci e longevi della cultura pop, una battaglia che ancora oggi infiamma i social: Team Dean, Jess o Logan?
Scegliere un ragazzo di Rory non è una semplice preferenza romantica, è una dichiarazione d’intenti. Dean (Jared Padalecki) è il primo amore, la sicurezza, la dolcezza della provincia.
Jess (Milo Ventimiglia) è l’anima gemella intellettuale, il “bad boy” tormentato che legge Ginsberg e scrive note a margine. Logan (Matt Czuchry) è il principe azzurro del mondo d’élite, l’avventura e il privilegio.
Lo stesso vale per gli uomini di Lorelai: Luke, Christopher, Max. Ognuno riflette una parte di lei, ma nessuno supera mai il suo legame con Rory.
E mentre aspettiamo il docufilm sulla serie, Searching for Stars Hollow, possiamo continuare a discutere, a rivedere, a leggere. Perché, alla fine, Una mamma per amica continua a emozionarci per una ragione semplice, ma anche molto rara: ci fa sentire a casa.
È la prova che le storie popolate di personaggi a cui vogliamo bene come fossero amici, non invecchiano. Hanno solo bisogno di un’altra tazza di caffè.
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