Lo scrittore Davide Morosinotto, protagonista al Festivaletteratura, su ilLibraio.it parla degli affascinanti viaggi immaginari possibili grazie a libri e videogiochi. E cita numerosi esempi…

“Viaggiare è uno dei modi più indolenti di passare il tempo”, o almeno così sostiene Paul Theroux, grande scrittore e viaggiatore americano.

Ma oltre che essere indolente, viaggiare è pure incredibilmente affascinante, altrimenti non si spiega perché tante persone vi si dedichino così spesso: nel 2015 gli italiani hanno viaggiato cinquantasette milioni di volte, e hanno dormito fuori casa per trecentoquaranta milioni di notti (fonte Istat).

Esistono molte ragioni per mettersi in viaggio. C’è chi lo fa per guarire le ferite di un amore non corrisposto, chi per cercare un lavoro, per inseguire un’opportunità o accompagnare un amico. Si viaggia per scoprire cose nuove. O per farsi venire un’idea, cioè la scusa con cui molti scrittori approfittano di ogni momento libero per partire.

Il viaggio si accompagna sempre all’avventura e alla “quest”, la ricerca di qualcosa che non c’è e che siamo disposti a tutto pur di trovare.

Sarà per questo che i videogiochi, spesso basati su una lunga sfilza di “quest”, sempre più permettono ai giocatori di viaggiare ed esplorare a piacimento i propri mondi virtuali. Non a caso molti dei titoli più interessanti degli ultimi anni si basano sull’idea di “open world”: universi potenzialmente infiniti dove il giocatore può scegliere come muoversi e cosa fare, se conquistare il mondo o andare a zonzo e fermarsi ad ammirare un tramonto, indolentemente.

Dicendo che questi “open world” sono quasi infiniti, intendo in senso letterale.

Ogni universo di Minecraft, il celebre gioco con grafica “a blocchi” da più di ventiquattro milioni di copie vendute, è cinquantasette volte più grande del pianeta Terra.

E il nuovo titolo No Man’s Sky offre ai giocatori la possibilità di viaggiare in libertà fra 18 trilioni di pianeti tutti diversi: una cifra che supera di gran lunga il numero di corpi celesti della nostra, vera, galassia.

Altri giochi ancora stanno provando a fare un passo ulteriore, fondendo il mondo virtuale e quello vero grazie alle tecnologie di realtà aumentata: è il caso del famosissimo Pokémon GO (è in libreria la guida italiana non ufficiale, ndr), il successo dell’estate appena trascorsa, che basa le sue meccaniche di gioco sulle mappe del servizio di Google (il quale, così, accumula altri dati sulla posizione dei suoi utenti).

Devo ammettere che, tra tutti i viaggi dell’immaginazione, i miei preferiti però restano quelli legati ai libri. Forse perché i giochi ci permettono di agire nei panni di qualcun altro, mentre i libri, e solo loro, possono farci diventare un altro. Ci fanno vedere con i suoi occhi e provare le sue emozioni.

Così non c’è niente di più bello che seguire sulla pagina, e su una mappa, lo straordinario percorso di Patrick Leigh Fermor, che nel 1933 si mise in viaggio a piedi e dall’Olanda raggiunse Istanbul, dove si innamorò di una principessa (descrisse le sue avventure in tre libri pubblicati da Adelphi: Tempo di Regali; Fra i boschi e l’acqua; e La strada interrotta).

A volte, specie nel caso dei libri per ragazzi, i viaggi travalicano i limiti dello spazio e del tempo: un po’ come succede nella collana del Grand Tour, pubblicata con l’appoggio di un ristretto numero di librerie indipendenti e scritta dal mio amico Conte Ettore Gazza Mezzanotte.

Quest’estate poi mi sono entusiasmato a viaggiare con i pinguini di La terra vista da qui (Kite Edizioni), ho corso fra i monti Sibillini insieme ai lupi di Giuseppe Festa (La luna è dei lupi, Salani) e ho attraversato città industriali, montagne e pianure insieme a Hama e Bo, i protagonisti di Finché siamo vivi di Anne-Laure Bondoux (Mondadori).

E se il ritorno dalle ferie vi sembra più difficile del solito, sognate ancora un po’ con le vacanze straordinarie di Davide Calì (La verità sulle mie incredibili vacanze, Rizzoli). Oppure cercate un ultimo momento di pace sulle sponde del lago Bajkal (Nelle foreste siberiane, Sellerio). L’autore, Sylvain Tesson, è un altro celebre viaggiatore che decise di ritirarsi davvero in una capanna siberiana per sei mesi di completa solitudine.

Finché, come accade per ogni buon viaggio, a un certo punto decise di tornarsene a casa.
L’AUTORE – Davide Morosinotto è nato a Camposampiero, in provincia di Padova, nel 1980. Avido lettore di storie d’avventura e di letteratura fantastica, si è laureato in Scienze della Comunicazione con una tesi su Philip K. Dick. Da molti anni vive e lavora a Bologna come pubblicista e traduttore di videogiochi, primi amori che insieme alla fantascienza è riuscito a trasformare in una professione, diventando uno dei più prolifici autori italiani per ragazzi degli ultimi decenni. Nel 1997 è stato finalista al Premio Campiello giovani e nel 2004 al Premio Urania. Nel 2007 ha vinto il Premio Mondadori Junior Awards. Oltre ad aver firmato romanzi come La corsa della bilancia, Il libero regno dei ragazzi e l’avvincente ucronia La notte dei Biplani, per Piemme, Rizzoli, EL e Mondadori è autore e co-autore di diverse serie, pubblicate talvolta sotto pseudonimi individuali (Jeremy Belpois, David Carlyle) e collettivi (Jonathan Spock e Amelia Drake).

Morosinotto

Al Festivaletteratura sarà protagonista venerdì 9 settembre, alle 15, presso Palazzo Ducale (Cantine di Vincenzo Gonzaga) in un incontro dal titolo “Scrittori alla console – storie di videogiochi” con Tullio Avoledo e Riccardo Fassone; e sempre il 9, alle 18.30, sarà all’Istituto Carlo D’Arco e Isabella D’Este (Aula Magna) per parlare, con Fabio Geda e Marco Magnone, de “Il catalogo delle più grandi avventure”.


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