Covid-19 ha colpito pesantemente non solo l’intero settore culturale e la stessa filiera del libro, ma anche il mondo degli eventi. Ecco come dall’Italia all’estero si stanno riorganizzando (online, con modalità differenti), festival, fiere e premi letterari. Un viaggio che ci porta (virtualmente) in Galles, Irlanda, Usa, Sudamerica, India, Australia e…

Il mondo culturale, e dunque anche quello letterario, vivono da un lato in una dimensione solitaria, dall’altro in un ambito collettivo. Non a caso, in particolare negli ultimi anni, in Italia, da Nord a Sud, in città e in provincia, è di gran lunga aumentato il numero di festival e manifestazioni culturali piccole e grandi, contribuendo, tra le altre cose, anche all’economia del territorio ospitante.

Ineluttabilmente, l’epidemia di covid-19 ha colpito pesantemente non solo l’intero settore culturale e la stessa filiera del libro, ma anche il mondo degli eventi. E non soltanto nel nostro Paese, naturalmente.

Seppur diverse tra loro, tutte le rassegne culturali e le fiere di settore che normalmente si svolgono in questo periodo dell’anno, con l’esplosione della pandemia si sono trovate con le stesse possibilità di fronte: annullare il festival di turno e rimandarlo al 2021, posticiparlo all’autunno, nella speranza che ci sia la possibilità di organizzarlo in sicurezza e, infine, riorganizzare la programmazione online; o, ancora, una combinazione di queste opzioni, quando possibile.

Partiamo dall’Italia, dove il bisogno di tutti coloro che lavorano nel mondo del libro o che ne sono appassionati, a partire dalle lettrici e dai lettori, di trovare uno spazio di espressione e di scambio di informazioni ha spinto alla ricerca di alternative al momento più sicure a quelle fisiche (vietate per decreto), come quelle offerte dagli spazi online; ed è così che, per fare un esempio non a caso, il Salone Internazionale del Libro di Torino, nei giorni in cui si sarebbe dovuta tenere l’edizione 2020, ha dato vita a un’edizione digitale definita “EXTRA”: una rassegna di eventi, dialoghi e incontri in live streaming che ha coinvolto 140 ospiti da tutto il mondo per un pubblico stimato complessivo, tra Facebook, Instagram e YouTube di quasi 5 milioni di utenti, nell’attesa (e nella speranza) di poter riproporre presto uno dei momenti più attesi.

Il Salone del Libro non è stato sicuramente l’unico, perché questo bisogno si è espresso in una costellazione così ricca di eventi e momenti online organizzati da festival, associazioni librerie, siti letterari e centri culturali che sarebbe impossibile citarli tutti, senza dimenticare gli spazi digitali nati per l’occasione.

La stessa voglia di creare spazi di incontro virtuali si è sviluppata anche all’estero, dove alcuni festival che non hanno potuto svolgere la consueta edizione hanno utilizzato (e stanno utilizzando) i social network per ricreare uno spazio di incontro.

Uno di questi è l’Hay Festival, uno dei festival più celebri a livello internazionale, che si svolge ogni anno sotto il patrocinio del Guardian, in un piccolo caratteristico paese del Galles che ha la particolarità di ospitare ben quaranta librerie. Il festival, che annualmente è capace di attirare più di cinquecentomila persone, quest’anno ha deciso di riorganizzare la sua programmazione online. Iniziato il 18 continuerà fino al 31 maggio, con 80 eventi e ospiti internazionali, e presenterà lezioni, dialoghi, e panel che oltre ai libri indagheranno anche alcune tra le più grandi sfide dei nostri tempi. Sul sito, inoltre, sarà disponibile un podcast e un film gratuito in streaming a settimana.

Dal Galles all’Irlanda, dove il Borris House Festival of writing and ideas, nonostante sia stato rimandato a settembre, ha attivo un podcast ascoltabile su Spotify in cui poter ascoltare ciò che hanno da dire scrittori del calibro di Donna Tartt, per fare solo un esempio.

Una situazione simile si è manifestata anche fuori dall’Europa: in Sudamerica la Fiera Internazionale del libro di Buenos Aires non ha rinunciato a incontri, interviste e letture (focalizzate principalmente su letteratura in lingua spagnola, ma non solo), a cui si può gratuitamente partecipare online; negli Stati Uniti il Pen America, World voices festival, festival letterario che si sarebbe dovuto svolgere i primi di maggio con incontri incentrati sul tema della “verità”, ha attivato una serie di iniziative digitali, che spaziano tra articoli, podcast, video e playlist.

Anche in Australia il Sidney writers’ festival ha deciso di puntare sul formato dei podcast, decidendo di reinventare cinquanta delle sessioni previste sotto forma di registrazioni ascoltabili nel corso dei prossimi mesi, andando ad arricchire una collezione audio iniziata prima dell’emergenza, che al momento conta più di 400 clip a tema letterario.

Dall’Australia alI’India, dove il Jaipur Literature Festival, il più grande festival letterario gratuito del mondo, sta utilizzando i suoi canali social sia per dare nuova vita al proprio archivio di eventi, sia per creare nuove occasioni di incontro online che diano voce a temi importanti e a autori tra i più conosciuti del panorama internazionale.

Anche il Jerusalem Writers Festival 2020 si è trasformato vero e proprio festival online, che ha visto ospiti internazionali come Eshkol Nevo, Nicole Krauss e Tom Perrotta.

Per dar vita a un evento digitale che funzioni, però, non basta trasmetterne il contenuto online. È infatti necessaria una progettazione adatta a coinvolgere gli spettatori tramite il formato specifico che si sceglie di utilizzare. In un webinar promosso dal sito The Bookseller, alcuni esperti del settore hanno condiviso i propri consigli: ad esempio Maura Wilding, responsabile della comunicazione di Orion, ha sottolineato l’importanza dell’avere chiaro come raggiungere il pubblico e come coinvolgere la propria comunità di riferimento; dal canto suo, Caroline Maddison di Penguin Random House (dov’è la responsabile del digital marketing) ha invitato a non sottovalutare un pubblico meno ampio e a investire nelle iniziative di interazione sociale. Sono emerse anche le maggiori prospettive in termini di accessibilità che iniziative di questo tipo presentano rispetto agli eventi che si svolgono in un luogo fisico.

Esistono infatti anche proposte per cui il digitale non rappresenta un’alternativa, ma ne è anzi la modalità privilegiata di organizzazione: alcuni nati per il coronavirus, altri in precedenza, sono stati creati appositamente per unire tramite la rete persone dalle loro case di tutto il mondo. My VLF ad esempio era stato creato nel 2019 con lo scopo di abbattere le barriere, per alcuni insuperabili, per la partecipazione ai festival letterari, come il costo di viaggi internazionali. Stay at home! Festival, dal canto suo, è stato creato dall’autrice C. J. Cooke non solo per non dover fermare gli incontri letterari, ma anche per creare una possibilità di evasione a chi stava vivendo la quarantena in modo più difficoltoso.

Questi sono solo alcuni esempi delle moltissime iniziative digitali del mondo letterario, che oltre ai festival hanno coinvolto anche altri tipi di eventi, come il conferimento dei premi. In Italia, per esempio, il Premio Strega ha dovuto sostituire gli incontri itineranti con alternative virtuali, così come virtuale sarà l’assegnazione dell’ambito riconoscimento (come è già stato, per esempio, per i Premi Pulitzer).

Le difficoltà create dalla pandemia, però, sono confluite anche nella volontà di condivisione di idee e soluzioni: questo periodo ha visto infatti la nascita della Global Association of Literary Festivals, un’organizzazione nata con lo scopo di creare un’ambiente di cooperazione per i festival letterari di tutto il mondo, che al momento unisce gli organizzatori di più di 30 eventi internazionali e che confluirà in una conferenza biennale sulle sfide che questo settore si trova ad affontare.

L’esplorazione delle nuove possibilità online (che può comunque rappresentare una risorsa da integrare all’offerta di eventi dei festival futuri) non cancella quindi la voglia di continuare a incontrare lettori, scrittori e figure culturali di persona. Uno solo il consiglio degli organizzatori per gli appassionati che quest’anno hanno dovuto rinunciare a partecipare fisicamente a questi eventi: continuare a leggere per essere parte fondamentale del sostegno di cui ha bisogno in questo momento il mondo del libro.

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