Serve un intervento pubblico per garantire a tutte le studentesse e studenti italiani l’effettivo accesso ai libri scolastici. L’Associazione Italiana Editori e l’Associazione Librai Italiani – Confcommercio, in particolare, chiedono che il fondo per l’acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie in povertà assoluta sia incrementato dagli attuali 133 milioni a 170 milioni… – L’appello dal Salone Internazionale del Libro di Torino

Diritto allo studio: editori e librai lanciano un appello al governo dal Salone Internazionale del Libro di Torino. Serve un intervento pubblico per garantire a tutte le studentesse e studenti italiani l’effettivo accesso ai libri scolastici. L’Associazione Italiana Editori (AIE) e l’Associazione Librai Italiani – Confcommercio (ALI) chiedono in particolare che il fondo per l’acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie in povertà assoluta sia incrementato dagli attuali 133 milioni a 170 milioni per coprire tutti gli aventi diritto e che tutte le famiglie possano detrarre fiscalmente la spesa, come succede per le spese sanitarie o l’attività sportiva dilettantistica dei figli.

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“Il punto di partenza – hanno spiegato il presidente del Gruppo Educativo di AIE Paolo Tartaglino e il presidente di ALI Paolo Ambrosini – è il riconoscimento del libro scolastico come strumento centrale per l’apprendimento e veicolo di saperi e promotore di lettura”.

Oltre il 95% dei libri adottati nelle scuole è oggi disponibile nella doppia versione cartacea-digitale e, a partire dalla pandemia, gli editori hanno ulteriormente incrementato l’impegno verso scuole e docenti per fornire loro strumenti tecnologici per la didattica in remoto e su piattaforme digitali. D’altro canto, la rete delle librerie e cartolibrerie svolge una importante funzione sociale di primo contatto tra scuole e famiglie.

L’intervento a sostegno delle famiglie consentirebbe, spiegano Tartaglino e Ambrosini, “di affrontare i molti altri nodi che sono aperti sul fronte e che minacciano la sostenibilità della filiera, a partire dal tema dei tetti di spesa previsti per i libri adottati nelle scuole che, nati a tutela delle famiglie ma fermi dal 2012 (nel frattempo i prezzi sono cresciuti di oltre il 20%, fonte Istat), sono diventati un limite anche all’attività didattica, come in passato ha ricordato anche l’Associazione Nazionale Presidi, dato che le scuole per rispettarli sono talvolta costrette a non adottare alcuni testi, privando docenti e studenti del loro prezioso supporto”.

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