“E lei ne vuole parlare con Augias? Auguri…”. A movimentare la serata finale del premio Strega (ri-vinto da Sandro Veronesi) la battuta di Valeria Parrella (che apre un dibattito sui social) e la presenza in sestina di Jonathan Bazzi. Senza dimenticare le voci su un’edizione 2021, che potrebbe essere a prevalenza femminile…

Nella raccolta di saggi Gli uomini mi spiegano le cose, pubblicata da Ponte alle Grazie, Rebecca Solnit riflette sul mansplaining, fenomeno purtroppo ancora diffuso a cui la stessa giornalista, scrittrice e attivista ha dato un nome nel 2008.

In Italia, in particolare sui social, si è tornato a parlare di mansplaining nelle ultime ore, a seguito della battuta, già diventata un meme, della scrittrice Valeria Parrella, unica autrice nella sestina del premio Strega 2020, nel corso della diretta tv della finale del riconoscimento italiano più ambito e discusso, vinto (per la seconda volta, dopo il successo del 2006 con Caos Calmo), da Sandro Veronesi con Il colibrì (La Nave di Teseo).

Al termine dell’intervista all’autrice di Almarina (Einaudi, giunta terza con 86 voti), il conduttore Giorgio Zanchini ha annunciato il dialogo successivo, in cui avrebbe parlato di #metoo con Corrado Augias: “E lei ne vuole parlare con Augias? Auguri…”, ha immediatamente commentato, con un sorriso, la scrittrice, con Zanchini che ha replicato: “Perché, dice, fra uomini facciamo male a parlarne? Però, promesso che ne riparliamo anche con lei”.

Va specificato che lo stesso Zanchini – che si è evidentemente reso subito conto della “contraddizione implicita nelle sue parole”, come nota Elena Tebano su La27Ora del Corriere della Sera – in precedenza aveva ammesso che per rispondere alla domanda “cos’è cambiato con il #metoo?” avrebbe potuto dialogare una sera intera con la stessa Parrella, tra le autrici italiane più attive nelle battaglie femministe. Resta però tutta l’efficacia della sorridente e spontanea replica. Lo stesso Zanchini nella successiva intervista ad Augias riflette: “In effetti, due uomini non giovanissimi, che diritto hanno di parlare di condizione femminile e di metoo?”.

Tra i tanti commenti sui social, quello di un’altra scrittrice, Michela Murgia: “Il #mansplaining (o #minchiarimento) è quella cosa per cui un uomo spiega qualcosa di cui non sa niente a una donna che invece la sa benissimo. Quando succede, la reazione più ovvia è ridergli in faccia, proprio come fa Valeria Parrella”.

Tra gli interventi da segnalare, quello della giornalista, conduttrice e autrice Loredana Lipperini che, sul suo blog Lipperatura, allargando la questione si sofferma sull’essere una scrittrice e sul perché alle scrittrici si chiede di parlare in automatico di femminismi: “Parrella è femminista, ma non è esattamente gradevole citare il femminismo all’unica autrice donna, come se, in quanto tale, non potesse che scrivere e parlare di ‘cose da donne’. Sono certissima che non è stato questo il pensiero: ma è un automatismo, e pericoloso”.

Va specificato che nella sua intervista Parrella è intervenuta su questioni altrettanto centrali e che trovano altrettanto poco spazio sui media, a partire dalla situazione nelle carceri.

femminuccia bazzi

A movimentare l’inusuale finale dello Strega, svoltasi in versione “ridotta” nel rispetto delle prescrizioni governative in materia di distanziamento fisico, oltre alla risposta della Parrella anche la presenza in sestina di Jonathan Bazzi, autore Febbre (Fandango Libri).

Nonostante l’ultimo posto con 50 voti, la presenza di Bazzi, non solo in finale ma anche negli appuntamenti con lo Strega delle ultime settimane, non è passata inosservata: mentre nei giorni scorsi si discuteva della presenza di un’unica scrittrice in finale, a Repubblica l’autore di Rozzano aveva spiegato: “Non sono d’accordo a mettermi tra gli uomini. Questo significa considerarmi a partire dal mio apparato sessuale, io invece mi rappresento liberamente. Non mi considero né una donna né un uomo. Forse un mezzo uomo… Mi piace giocare con le identità, spostarmi tra confini, sfondare recinti… Durante la mia infanzia non potevo dare sfogo alle mie passioni, ora voglio farlo liberamente”.

Con autoironia, ieri, nella stranamente silenziosa notte romana andata in scena al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Batti, Bazzi (in abito Valentino) si è presentato con la scritta “femminuccia” dipinta sulle unghie smaltate.

Insomma, in qualche modo una serie di tematiche attualissime, che fanno molto discutere soprattutto sui social (e non solo in Italia) hanno trovato spazio anche nella seconda (o meglio terza, visto che l’annuncio del vincitore è arrivato ben oltre la mezzanotte) serata di Rai3

Certo la speranza è che in tv, e in particolare in quella di Stato, si riesca a trovare presto spazio per riflessioni più ampie e inclusive su certe problematiche.

Tornando, per chiudere, al premio Strega, ovviamente già sono partite (a dire il vero da un bel po’) le voci sull’edizione 2021: a quanto risulta a ilLibraio.it, l’anno prossimo la cinquina (o sestina) potrebbe essere a prevalenza femminile

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