Jacopo Iannuzzi è il vincitore della 36esima edizione del Premio Italo Calvino. Due le menzioni speciali assegnate dalla giuria: a Marina Guglielmi e a Luigia Bencivenga – I particolari
Jacopo Iannuzzi è il vincitore della 36esima edizione del Premio Italo Calvino con il testo White people rape dogs.
Due le menzioni speciali assegnate dalla Giuria: la prima menzione va a Marina Guglielmi per Il vestito più leggero, la seconda menzione va a Luigia Bencivenga per O’Cane.
Il vincitore e le menzioni speciali sono stati proclamati dai giurati Carla Benedetti, Giorgio Fontana, Giovanni Greco, Andrea Moro e Nicoletta Vallorani durante la Cerimonia di Premiazione che si è svolta al Circolo dei lettori di Torino.
Questa la motivazione della Giuria per l’opera vincitrice: “La Giuria, preso atto della varietà e ricchezza delle scritture e delle narrazioni pervenute, decide di assegnare il Premio a White people rape dogs di Jacopo Iannuzzi. Un mosaico organico di diversi tasselli dal sound febbricitante. Sotto i nostri occhi, tra partecipazione e distanza, si dispiega con straordinaria originalità ed efficacia espressiva una generazione di giovani dalla sensibilità viva e bruciante, offuscati e sperduti nei loro miti e nei loro riti, trasgressivi senza radicalità, all’inconsapevole ricerca di un senso. Una moderna e attuale microepica della marginalità di massa”.
Queste le motivazioni per le menzioni speciali della Giuria: “Una prima menzione speciale della Giuria va a Il vestito più leggero di Marina Guglielmi. Un memoir sul lutto di una figlia per la madre che costruisce per frammenti, con grande leggerezza ed eleganza stilistica, in un flusso cronologico soggettivo, un’architettura dei sentimenti, intima e al tempo stesso materica, in cui i ricordi si sviluppano sull’ordito di una suite di stanze vissute”.
Una seconda menzione speciale va a O’Cane di Luigia Bencivenga, ossessiva metafora del degrado campano, ma non solo, dove i personaggi sono insieme maschere e volti, vittime e carnefici. Sola voce umana, un cane. Una visione estrema e grottesca, procedente per implacabile accumulo, a cui la lingua, sintetica e allucinata, conferisce una singolare valenza letteraria».
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La storia del premio
Il Premio Italo Calvino è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto Bobbio, Cesare Cases, Anna Chiarloni, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, Lalla Romano, Cesare Segre. Calvino, com’è noto, ha svolto un intenso e significativo lavoro editoriale per l’Einaudi; l’intenzione è stata, quindi, quella di riprenderne e raccoglierne il ruolo di talent scout di nuovi autori: di qui, l’idea di rivolgersi agli scrittori esordienti e inediti, per i quali non è facile trovare un contatto con il pubblico e con le case editrici. Il Premio ha impostato la propria attività seguendo gli stessi criteri che hanno guidato Calvino: attenzione ed equilibrio, gusto della scoperta e funzione critica. Ideatrice del Premio e sua animatrice e presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Attuale presidente è Mario Marchetti.
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