A febbraio 2023 le prime due uscite di Orville Press, nuovo marchio editoriale ideato da Matteo Codignola, sostenuto dalla casa editrice Garzanti – I particolari sul progetto e la proposta editoriale, sul logo e sui primi libri in arrivo

A due mesi dall’annuncio, arrivano novità sul nuovo marchio editoriale ideato da Matteo Codignola. Si chiamerà Orville Press, e sarà la Garzanti, con il coordinamento editoriale di Paolo Zaninoni, a sostenere il nuovo progetto, che arricchisce la proposta editoriale della società fondata nel 1939 da Aldo Garzanti e parte del Gruppo editoriale Mauri Spagnol a partire dalla sua fondazione, nel 2005.

Una nuova avventura professionale per Codignola, dunque, dopo molti anni di lavoro per la casa editrice Adelphi, della quale ha contribuito a disegnare, in vari ruoli, il profilo editoriale.

orville press

Il progetto “prevede la pubblicazione di autori italiani e stranieri e si muoverà in campi molto diversi fra loro, dalla scienza allo spettacolo, dalla fotografia all’arte allo sport, oltre alla narrativa e al reportage“.

“Orville Press è ancora un oggetto volante non identificato”, spiega l’editor Matteo Codignola (che ha tradotto, tra gli altri, Mordecai Richler, Patrick McGrath, Patrick Dennis, William Langewiesche e John McPhee), “proprio come la strana macchina che abbiamo voluto come logo, e che quando si staccò dal prato di Kitty Hawk non aveva neanche un nome, anche se Orville Wright gliene trovò uno preso dal suo mestiere precedente, la tipografia: Flyer. Da lì in poi andò tutto piuttosto bene, mi sembra. L’obiettivo di questi libri sarà peraltro abbastanza simile a quello di Orville: volare sul paesaggio circostante, quanto basta per vederlo da una prospettiva inattesa”.

Le prime due uscite di Orville Press sono previste per febbraio 2023. Si partirà con Box Hill, “il racconto molto esplicito dell’amore fra un ragazzo e un biker parecchio più grande di lui”. “Per raccontare questa storia Adam Mars-Jones ha deciso che l’unica chiave possibile fosse incrociare due dei suoi modelli letterari, Jean Genet e Alan Bennett. Il risultato è un incrocio forse ancora più sorprendente, se letto oggi: quello fra un memoir e il racconto di una lunga e gloriosa stagione, in cui essere gay significava prima di tutto partecipare a una rivolta consapevole e euforica contro qualsiasi convenzione e qualsiasi idea ricevuta, si sottolinea nella presentazione”.

Il secondo titolo previsto, La tempesta è qui, è invece un lungo reportage sull’America profonda e in gran parte ancora sconosciuta che ha condotto Donald Trump prima alla Casa Bianca e poi, il 6 gennaio del 2021, contro il Campidoglio. “È un arcipelago di cui fin qui conoscevamo solo gli isolotti più appariscenti – i Proud Boys, o QAnon – ma che Luke Molgelson, forse il miglior reporter della nuova generazione, ha esplorato per anni, redigendo alla fine questo rapporto molto movimentato e altrettanto sinistro. Come il sospetto che il ‘qui’ del titolo, benché ci piaccia pensarlo, non designi solo gli Stati Uniti”.

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