Più o meno pertinenti, più o meno sensazionalistiche: nel mondo dell’editoria capita periodicamente di discutere di fascette poste sulle copertine delle novità in libreria. Nel Regno Unito da giorni la polemica è legata ad alcune recensioni “travisate” nei blurb. Tra i tanti a prendere posizione e a chiedere regole e trasparenza, anche la Society of Authors (“I lettori e gli autori meritano un marketing onesto ed equo da parte degli editori”) – I particolari

Più o meno pertinenti, più o meno sensazionalistiche: nel mondo dell’editoria capita periodicamente di discutere di fascette poste sulle copertine delle novità in libreria, ed è un gioco diffuso tra gli addetti ai lavori quello di commentare i “blurb” più esagerati. Ma se pensate che sia una questione solo italiana vi sbagliate: la polemica dell’estate, infatti, riguarda il Regno Unito.

Come ha raccontato The Bookseller, l’ultima discussione è infatti partita oltremanica, quando alcuni giornalisti, tra cui James Marriott, editorialista del Times, Johanna Thomas-Corr, redattrice letteraria del Sunday Times, e Thomas-Corr della rivista New Statesman, si sono pubblicamente lamentati per l’utilizzo fatto da parte della casa editrice di turno (in questo caso Penguin Random House) delle proprie recensioni alla nuova edizione tascabile di Beyond Order: 12 More Rules for Life dello psicologo canadese Jordan B. Peterson.

Sì perché i loro articoli non erano certo stati entusiastici, eppure alcuni brevi passaggi, presi fuori contesto e usati nel “blurb”, sembravano esaltare l’opera (qui i dettagli).

In tanti, non solo gli autori dei pezzi, hanno pensato che sia stato “superato un limite“, e non pochi hanno pubblicamente chiesto nuove “regole” per l’utilizzo dei blurb. A partire dalla Society of Authors (SoA), che si è espressa contro gli editori che travisano le recensioni negative sulle copertine dei libri. Come sottolinea il Guardian, l’Ad Nicola Solomon (un avvocato, che non ha caso ha sottolineato le problematiche legali che si rischiano) ha chiesto maggiore trasparenza da parte delle case editrici: “I lettori e gli autori meritano un marketing onesto ed equo da parte degli editori“.

E così c’è poi chi, come Bonnier Books UK, proprio a seguito delle recenti polemiche (di cui ha parlato anche Il Manifesto) ha deciso di preparare una guida di buone pratiche per le future fascette da condividere con i propri dipendenti. Una svolta è vicina?

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