L’impatto del calo demografico si fa (e si farà) sempre più sentire, dati alla mano, nella scuola italiana. E mentre aumenta la popolazione scolastica con disturbi specifici dell’apprendimento, per gli editori scolastici il contesto diventa ogni anno più complicato. Al tempo stesso, stando a una ricerca di Ipsos per l’Associazione Italiana Editori, secondo i docenti le case editrici specializzate sono centrali nella trasformazione della scuola (seconde solo ai dirigenti scolastici). Quanto allo studio tutto in digitale, è “solo un falso mito”. In questo quadro, per l’AIE, “è necessario un sapere solido per la crescita del Paese”. Di conseguenza, “gli editori scolastici hanno una forte responsabilità sociale…” – Tutti i dati
Secondo i docenti italiani l’editoria scolastica sta sostenendo l’avanzamento della scuola quasi quanto i dirigenti scolastici ed è un punto di riferimento nella sua trasformazione, in un contesto in cui questa – secondo un campione rappresentativo del corpo docente italiano – si muove ancora troppo lentamente rispetto ai cambiamenti che investono la società. È quanto emerge dalla ricerca di Ipsos per l’Associazione Italiana Editori, presentata a Roma nel convegno organizzato da AIE, con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e del Merito, dal titolo Il valore della conoscenza – L’editoria scolastica a sostegno della scuola e del sistema Paese, dedicato a raccontare come nascono i contenuti didattici, il loro utilizzo da parte dei docenti, la percezione dei dirigenti, e quali figure ne guidano la progettazione e l’impatto sul mondo della scuola e sul Paese.
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Nell’indagine – basata sulle interviste a 700 docenti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado e focus group con dirigenti scolastici, sempre di scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, Istituti comprensivi e Istituti di Istruzione Superiore – emerge una pressione molto forte sui docenti, a volte stressati per le continue richieste di aggiornamento delle loro competenze, ma che desiderano per il futuro una scuola sempre più interattiva, immersiva, digitale (72%) mentre, al momento, la sua velocità di trasformazione è percepita come troppo lenta (50%). In questo contesto sfidante, i docenti si sentono accompagnati prima di tutto dai loro dirigenti (il 41%), poi dagli editori scolastici (37%), quindi dalle famiglie degli studenti (25%).
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Riconosciuta la complessità del lavoro richiesto oggi agli editori scolastici
Tre insegnanti su quattro (il 73%), secondo Ipsos, riconoscono la complessità del lavoro richiesto agli editori scolastici per l’ideazione e realizzazione di un progetto editoriale scolastico che non è più fatto dal solo manuale a stampa, ma anche da materiali digitali integrativi cui si può accedere attraverso QRcode presenti nelle pagine del libro di testo, piattaforme delle case editrici ed ebook, e da webinar e corsi. Anche i dirigenti riconoscono “il lavoro dietro le quinte” svolto dagli editori, un motore che riesce a sostenere tutti i miglioramenti riconosciuti.
Il 92% dei docenti è inoltre concorde nel ritenere che l’intero ecosistema editoriale, libri di testo ed estensioni digitali, avrà un ruolo di primo piano nel contesto scolastico dei prossimi dieci anni. Complessivamente, quasi tre quarti degli intervistati (il 73%) valorizzano l’utilità del libro di testo cartaceo nella didattica (assegnando voti da 7 a 10).
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“L’editoria scolastica ha un ruolo strategico e una forte responsabilità sociale”
“Questo appuntamento è prima di tutto un richiamo forte all’importanza dell’istruzione e di un sapere solido per garantire la crescita del Paese – ha sottolineato il presidente di AIE Innocenzo Cipolletta –. L’editoria scolastica ha un ruolo strategico e una forte responsabilità sociale. Serve che questo investimento e che questo sforzo costante che gli editori scolastici fanno per il futuro del Paese sia accompagnato dalle Istituzioni con provvedimenti adeguati a sostegno del diritto allo studio e della sostenibilità economica del settore”.
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Un aumento del 39% della popolazione scolastica con disturbi specifici dell’apprendimento
Nel corso dell’evento, seguito in streaming da oltre 2mila docenti italiani, è stata presentata anche una seconda indagine, l’Osservatorio AIE sulla scuola e sull’offerta editoriale, che fotografa cosa gli editori vedono attraverso il loro punto di analisi privilegiato: non solo un drastico calo del numero di studenti in vent’anni (tra dieci anni la popolazione studentesca sarà un quarto rispetto a venti anni prima) ma anche un aumento del 39% della popolazione scolastica con disturbi specifici dell’apprendimento.
A questo proposito, gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento – che richiedono materiali didattici a stampa e digitali specifici – nel 2022/2023 (ultimo anno scolastico per cui sono disponibili i dati) sono 354.569, il 6,4% di tutti gli iscritti. I docenti sono passati da 751.563 a 889.836, in crescita del 18,4%. Gli insegnanti di sostegno sono cresciuti del 71,8% e sono oggi 205.523 su un totale di 889.836 (il 23,1% del totale): negli stessi anni, infatti, gli studenti con disabilità sono cresciuti di oltre il 50% e sono adesso 307.473, il 4,9% di tutta la popolazione scolastica.
Un contesto difficile per chi opera nel settore e gestisce un catalogo attivo di 23.500 titoli (codici ISBN), con 3,6milioni di contenuti didattici digitali.
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L’impatto del calo demografico
Veniamo nel dettaglio all’impatto del calo demografico: come anticipato nei giorni scorsi, si sono persi infatti quasi 600mila studentesse e studenti negli ultimi dieci anni solo nelle scuole pubbliche primarie e secondarie di primo e secondo grado e si prevede un calo ulteriore di 1,17milioni di alunni nei prossimi dieci anni (scuole paritarie escluse). Contemporaneamente si moltiplicano i contenuti didattici digitali che completano il libro di carta, che rimane centrale.
Il numero di studentesse e studenti si è già ristretto di oltre l’8% in 10 anni. Negli ultimi dieci anni scolastici (2015/2016 rispetto a 2024/2025) la popolazione studentesca (paritarie escluse) delle scuole primarie, secondarie di primo grado e di secondo grado è calata dell’8,4%, passando da 6.861.718 studenti a 6.288.531, con una perdita netta di 573.187 studenti. La scuola primaria ha perso 412.815 studenti (-16%), quella secondaria di primo grado 151.011 studenti (-9,2%) e quella secondaria di secondo grado 9.361 (-0,4%).
La flessione continuerà nei prossimi dieci anni coinvolgendo le scuole secondarie di II grado e portando la scuola ad avere un quarto di studenti in meno rispetto al 2015. Sulla base dell’elaborazione dell’Ufficio studi AIE dei dati previsionali di ISTAT sulla dinamica demografica della popolazione, si prevede che il calo nei prossimi dieci anni sarà di un ulteriore 19% portando la scuola italiana a perdere complessivamente un quarto dei suoi studenti in vent’anni, come detto. Solo dal 2024/2025 al 2034/2035, la scuola italiana perderà 1.173.062 iscritti. Nella scuola secondaria di secondo grado il calo degli studenti sarà del 16,1%, nella scuola secondaria di primo grado del 22,5%, nella scuola primaria del 19%.
Cresce l’utilizzo dei contenuti didattici digitali
Ma come studiano i ragazzi, da ciò che vedono gli editori? Lo studio su libro di carta più digitale è la modalità più funzionale: nel 2024/2025 la quasi totalità dei libri scolastici adottati, il 96%, combina il libro a stampa – centrale nei processi di apprendimento – con il formato digitale (ebook) arricchito da contenuti didattici digitali offerti senza incrementi di costo. Il solo ebook invece è poco utilizzato dagli studenti: solo alle scuole secondarie di primo grado si arriva a un quarto di ebook attivati sul totale dei libri adottati, a fronte di una media delle attivazioni sul totale degli adottati pari a un sesto (16,1%). Ma cresce l’utilizzo dei contenuti didattici digitali e, in coerenza con la maggior offerta, l’uso dei QRcode presenti nei libri di testo.
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“Gli editori hanno investito molte risorse in questi anni per essere al passo con ciò che era richiesto dal legislatore, in una logica di servizio e con prodotti di alta qualità – ha sottolineato il presidente del Gruppo Educativo di AIE, Giorgio Riva -. La strada davanti però è molto complessa: riduzione in prospettiva del numero degli studenti, aumento dei bisogni e quindi della diversità dei contenuti rendono sempre più difficile il nostro lavoro. Lavoriamo in un ambito altamente normato: l’invito al Parlamento e al Governo è di lavorare insieme, instaurando un dialogo bipartisan che permetta sostegni e correttivi in aiuto al settore e al tempo stesso sostegni alle famiglie, con provvedimenti come la detrazione fiscale dei libri scolastici”.
Le due ricerche sono state la base dati per due tavole rotonde, moderate da Roberta Ammendola (giornalista Rai): la prima, presentata da Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, a partire dalla quale si sono confrontati Giorgio Riva, Antonello Giannelli (presidente dell’Associazione Nazionale Presidi), Roberto Ricci (presidente di Invalsi – in collegamento da Parigi) e lo scrittore Giuseppe Festa. È seguita la presentazione dell’Osservatorio AIE a cura del responsabile dell’ufficio studi dell’Associazione Giovanni Peresson: sulla base dei dati hanno dialogato il Riva, Valentina Aprea (Forza Italia), Simona Malpezzi (Partito Democratico), Lavinia Mennuni (Fratelli d’Italia).
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Fotografia header: GettyEditorial 01-07-2021