Il protagonista de “La prima moglie e altre cianfrusaglie” è un assicuratore, ma sopratuttto un collezionista compulsivo di oggetti strampalati, dalle improbabili storie. Paasilinna, con il suo consueto umorismo, prende in giro le nostre nevrosi

La prima moglie e altre cianfrusaglie (Iperborea) di Arto Paasilinna è un romanzo che prende in giro la nevrotica propensione ad accumulare, che così spesso pervade l’uomo contemporaneo. Il protagonista Volomari Volotinen, è un assicuratore, e un collezionista nevrotico di cianfrusaglie di ogni tempo. Arto Paasilinna, con il suo consueto umorismo, e la sua sfrenata immaginazione, si diverte a costruire una collezione di oggetti assurdi e storie improbabili.

la prima moglie paasilinna

L’assicuratore Volomari Volotinen è un collezionista compulsivo di antiche rarità. Non c’è limite agli oggetti che desidera, né alle follie che è pronto a fare per metterci le mani, dal colbacco di Lenin agli slip di Tarzan, dalla dentiera del maresciallo Mannerheim alla ghigliottina che giustiziò Danton, da una clavicola di Cristo a un refrigeratore da latte scremato di inizio secolo, convertito con successo in distillatore di acquavite, fino ai peli pubici di una donna vissuta 12.000 anni fa. Non è certo un caso che Volomari si sia perdutamente innamorato di Laura Loponen, di vent’anni più vecchia di lui, ex ausiliaria di prima linea della Seconda guerra mondiale e ora maestra pasticcera e inossidabile compagna di vita, come il resto dei suoi cimeli.

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Per fortuna il mondo è pieno di polizze da firmare, doli da smascherare e controversie risolvibili con un generoso indennizzo, che portano l’assicuratore collezionista a girare per tutta Europa, dalla Lapponia a Londra, dal Mar Glaciale Artico a Budapest, raccogliendo sulla via cianfrusaglie di ogni secolo, ciascuna con una storia tanto strampalata quanto inestimabile. Ben lungi dal dubitare della loro autenticità, con la fede di un credente per le sue reliquie, Volomari appaga così la sua sete di pezzi unici, o forse di immaginazione.

Di avventura in avventura, tutte le epoche sono rivisitate da Arto Paasilinna, che punta il mirino del suo humour sulla nostra religiosa dipendenza dagli oggetti, su quell’ansia di possedere, catalogare, accumulare, nell’illusione di tappare i fori da cui la vita ci sfugge ogni giorno.

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