La famiglia Gold, sopravvissuta all’Olocausto ed emigrata in Australia, viene messa nuovamente alla prova dalla terribile malattia del figlio. A salvarla sarà un amore nato, paradossalmente, nelle circostanze più tragiche…
L’età d’oro (E/O, traduzione di Silvia Castoldi) di Joan London, libraia e scrittrice australiana, è un romanzo che racconta la storia della famiglia Gold che, sopravvissuta all’Olocausto, decide di andare a vivere in Australia, ma deve affrontare la malattia del figlio Frank, che si scopre affetto da poliomielite. Sarà proprio questa malattia a dargli l’occasione di incontrare Elsa, e sarà proprio questo loro amore, nato in circostanze tanto tragiche, a risollevare le sorti delle loro famiglie, aiutandole a superare la crisi che le ha colpite.
La famiglia Gold è sopravvissuta all’Olocausto, in Ungheria, e decide di emigrare in Australia. Ma una volta arrivati, i loro sogni di felicità sembrano infrangersi di fronte alla malattia del figlio adolescente, Frank: la diagnosi dei dottori non lascia dubbi, si tratta di poliomielite. Nel sanatorio chiamato “The Golden Age” Frank incontra una coetanea, Elsa, e se ne innamora, mente le loro famiglie sono alle prese con problemi d’integrazione e addolorate per la malattia dei figli.
Può interessarti anche
La mamma di Frank, pianista famosa quando viveva in Ungheria, rifiuta di accettare l’idea che la sua nuova casa sia in questo continente lontano e semidesertico, mentre la madre di Elsa fatica a reggere il colpo della malattia della figlia. Ma la luminosità che scaturisce dal rapporto amoroso tra i due ragazzini riuscirà a rischiarare con una nuova luce le vite di tutti i personaggi.
Può interessarti anche
L’età d’oro, che in patria ha vinto numerosi premi letterari, ed è il primo romanzo di Joan London ad arrivare in Italia, è stato descritto da Kerryn Goldsworthy, critica letteraria per l’Australian book review come “un delicato equilibrio tra sostanza e stile, tra componente drammatica e narrazione sobria, tra il punto di vista di un personaggio e quello di un altro, e anche, semplicemente, tra realtà e finzione”. Quello che ne risulta è infine un libro “storicamente evocativo senza essere sovraccarico di fatti storici”.