Il 16 gennaio è atteso nelle sale italiane “Jojo rabbit”, ispirato a “Il cielo in gabbia”, libro di Christine Leunens. Il film segue le vicende di un protagonista bambino nell’epoca nazista, che come amico immaginario ha scelto Hitler. Un racconto sulla fertilità delle bugie e sul fragile confine che separa la volontà di possesso e l’amore
Jojo rabbit è il film scelto per l’apertura del Torino Film Festival di quest’anno, ma la sua uscita nelle sale è prevista per il 16 gennaio. Scritto, diretto e interpretato da Taika Waititi, nel cast è presente anche Scarlett Johansson, insieme al giovane protagonista Roman Griffin Davis. Ma di che lungometraggio si tratta?
Trailer di Jojo rabbit
Ispirato al libro di Christine Leunens, Il cielo in gabbia pubblicato a dicembre in Italia da SEM con la traduzione di Maurizia Balmelli, Jojo rabbit è un racconto satirico su una delle epoche più buie della Storia: quella dell’avanzata del nazismo. È una storia irriverente sul regime autoritario, ma anche quella di un primo amore che si tramuta velocemente in ossessione.
Nel film, a differenza del libro, troviamo un protagonista bambino che ha come amico immaginario una versione tragicomica di Hitler, interpretato dallo stesso regista.

Locandina di Jojo rabbit
Il grosso pericolo del mentire non è che le menzogne non corrispondono al vero, e quindi sono irreali, ma che diventano reali nella mente altrui.
Leunens racconta l’inesauribile fertilità della bugia attraverso i suoi protagonisti e, allo stesso tempo, riflette sul fragile confine che separa la volontà di possesso e l’amore. Ne Il cielo in gabbia siamo nel 1938, durante l’annessione austriaca al Reich: Johannes Betzler è un adolescente timido, che subisce per anni la propaganda scolastica tanto da venire affascinato dalla figura del Führer. Abbracciando l’ideale nazista, a diciassette anni entra a far parte della Gioventù hitleriana, fin quando un’esplosione, che lo sfigura, non lo costringe a ritirarsi.

Copertina de Il cielo in gabbia, che ha ispirato il film Jojo rabbit
Un personaggio che a oggi può avere dell’incredibile, ma che non si discosta dalla realtà di quegli anni. Le cose cambiano quando, al ritorno nella sua casa a Vienna dai suoi genitori antinazisti, Johannes scopre che lì si nasconde Elsa, una giovane donna ebrea. Inizia così un gioco sadico e ossessivo di controllo e odio, di amore e ossessione. Un “gioco amoroso” fatto di brevi battute e lunghi silenzi, slanci d’affetto, dispetti e accese discussioni, fino a quando la guerra non finisce.
Elsa non ha motivi per rimanere rinchiusa, ma Johannes è ormai schiavo della sua persona, e per questo non tentennerà nel decidere di non dire la verità sulla caduta del nazismo…
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L’autrice, che dopo una carriera da modella ha conseguito un Master ad Harvard, è già conosciuta per il suo primo romanzo Uomini da mangiare (Meridiano Zero, traduzione Maurizia Balmelli), e in Il cielo in gabbia mostra uno stile pungente mentre cerca di dare al lettore uno scorcio di libertà “da un cielo in gabbia”.
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